Ceuta e Melilla sono due piccole exclavi spagnole e sorgono sulla costa mediterranea del Marocco settentrionale. Insieme formano l’unico confine terrestre tra l’Unione Europea ed il continente africano. Una caratteristica, quest’ultima, che ha provocato problemi in ambito migratorio nel corso degli ultimi decenni ed una lunga serie di controversie con Rabat. Madrid ritiene che le due città, che godono di un regime di semi-autonomia equivalente a quello delle altre regioni spagnole, siano parti integranti del proprio territorio anche se il Marocco non condivide questa posizione. Non mancano, poi, altri problemi di tipo economico e sociale.
Il tasso di disoccupazione, che sfiora il 30%, è il più alto di tutta la Spagna. Il Regno del Marocco rivendica Ceuta e Melilla sin dalla propria indipendenza ma la Spagna non ha mai voluto aprire trattative basandosi sul fatto che erano spagnole ben prima che nascesse il Marocco stesso. La contrapposizione tra Madrid e Rabat non è limitata unicamente alla questione di Ceuta e Melilla ma si estende anche ad altri territori oggetto di protagonismo spagnolo come il Sahara Occcidentale. Un affondo marocchino su Ceuta e Melilla ha provocato, alla fine del 2020, la riapertura del contenzioso ed una crisi diplomatica con la Spagna, che ha chiesto il rispetto della propria sovranità ed integrità territoriale. Un obiettivo del monarca Muhammad VI potrebbe essere quello di giungere ad una risoluzione, in tempi brevi, del conflitto nel Sahara Occidentale per poi puntare, in un futuro più distante, alla riunificazione con Ceuta e Melilla.
Ceuta sorge su un piccolo istmo che collega il monte Hacho, in passato identificato come una delle due possibili colonne di Ercole del mondo antico, con la terraferma. La città fu colonizzata da Cartaginesi, Greci e Romani per poi divenire indipendente durante il regno del Conte Giuliano in epoca bizantina. L’importanza commerciale di Ceuta, in particolare modo per quanto riguardava l’oro, l’avorio e gli schiavi, contribuì a renderla un territorio conteso finché il Portogallo non riuscì ad aggiudicarsela nel 1415.
Il porto passò sotto il controllo della Spagna nel 1580 e questo stato di cose venne ribadito dal Trattato di Lisbona del 1688. Nel 1936, all’inizio della guerra civile spagnola, il Generale Francisco Franco decise di inviare un corpo di spedizione militare in Spagna proveniente da Ceuta. Nel 1995 il governo spagnolo approvò uno statuto che garantiva l’autonomia a Ceuta e sostituì il consiglio della città con un’assemblea simile a quella delle altre comunità spagnole. Cinque secoli di occupazione hanno reso la città più simile agli insediamenti europei piuttosto che a quelli moreschi.
Melilla venne fondata dai Fenici per motivi commerciali e rivestì un ruolo importante per gli interscambi con i popoli berberi della zona e con la penisola iberica. Dopo questa prima fase Melilla venne assoggettata a Cartagine ed in seguito all’impero romano che decise di unirla, dal punto di vista amministrativo, alla Spagna. Nei secoli successivi la città seguì le turbolente vicende dell’epoca venendo travolta dall’invasione dei Vandali per poi essere riconquistata dall’Impero Romano d’Oriente ed in un secondo momento dai visigoti.
L’invasione araba della Spagna la rese dipendente dal Califfato di Cordoba ma questo dominio si interruppe nel 1497 quando, in piena Reconquista, venne annessa da Madrid. Da allora in poi Melilla fu oggetto di periodici scoppi di ostilità da parte delle tribù confinanti e gli attacchi costrinsero la guarnigione ad opporre una strenua resistenza. Le acque si calmarono in seguito alla firma del Trattato Ispano Marocchino del 1860, che consentì alla città di espandersi nei territori vicini e di potenziare le mura di difesa e con il Trattato del Fez del 1912, che ribadì la sovranità spagnola. Una nuova ribellione, nel 1920, portò alla creazione di un’unita militare speciale, la Legione. Nel corso della guerra civile la città rimarrà fedele alle Forze Nazionali. Nel 1995 acquisisce lo status di Città Autonoma.
Ceuta e Melilla sono due città multiculturali e caratterizzate da un’altissima densità abitativa. Gli 86mila abitanti di Melilla e gli 85mila di Ceuta vivono, rispettivamente, in territori di appena 14 e 20 chilometri quadrati. La mancanza di spazio per le industrie ha impedito alle economie locali di diversificarsi e le ha rese dipendenti dal settore dei servizi che contribuisce alla formazione del 90% del Prodotto Interno Lordo delle due località. Buona parte di questo 90% viene generato dalle attività legate alla pubblica amministrazione ed in misura minore dalle attività commerciali e dagli alberghi. La Spagna investe più denaro nel welfare a Ceuta e Melilla che in ogni altro territorio spagnolo ma i risultati sono deludenti dato che l’unica industria ad essersi sviluppata è quella turistica.
La metà della popolazione locale è di origine spagnola ed è costituita perlopiù da impiegati dell’amministrazione centrale (come militari, poliziotti, medici ed insegnanti) e dalle loro famiglie. Il resto degli abitanti è di origine marocchina e perlopiù dedito al commercio. Secondo l’Unione delle Comunità Islamiche della Spagna il 43.4% degli abitanti di Ceuta ed il 52% di quelli di Melilla sono di religione musulmana e la maggioranza di questi ha ottenuto la cittadinanza spagnola alla fine degli anni ottanta in seguito ad una serie di manifestazioni e proteste. Le divisioni, all’interno di una città come Ceuta, sono significative. I musulmani sono colpiti, in maniera sproporzionata, dalla povertà e nel 2015 costituivano la totalità degli studenti della scuola locale per ragazzi problematici. Le posizioni di potere, invece, continuano ad essere nelle mani degli europei. Ceuta e Melilla hanno fornito più reclute pro capite allo Stato Islamico di qualunque altra città in Europa mentre Ceuta è anche un importante centro di narcotraffico.
Le elezioni generali del novembre 2019 si sono concluse con esiti contrapposti nelle due città. A Ceuta ha prevalso la destra radicale di Vox che, con oltre il 35% dei voti ottenuti, ha strappato l’unico seggio della città ai socialisti. A Melilla, invece, ha vinto il Partito Popolare ed al secondo posto è giunto un partito locale, la Coalicion por Melilla (CPM), guidato da un musulmano. Qui Vox si è fermato al terzo posto .
I risultati difformi potrebbero essere spiegati, oltre che dall’astensione, anche dal fatto che Melilla è maggiormente integrata con il territorio marocchino circostante, da cui dipende per l’importazione dei prodotti alimentari, mentre Ceuta ha mantenuto legami più stretti con la Spagna, da cui dista appena 10 minuti di elicottero. L’ultima tornata delle elezioni locali, svoltasi nel 2019, ha visto la nascita di un governo di coalizione tra i popolari e Vox a Ceuta e la formazione di un’esecutivo monocolore di centrodestra a Melilla dove i popolari hanno ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi. I risultati conseguiti dai partiti locali di Ceuta, Caballas y Movimiento por la Dignidad y la Ciudadanía, sono stati piuttosto deludenti.
Le città autonome di Ceuta e Melilla sono l’unico confine terrestre dell’Unione europea con l’Africa e sono l’unica via per entrare in Ue dall’Africa senza dover attraversare il Mediterraneo. Questa caratteristica le rende un vero e proprio magnete nei confronti di quei migranti che vorrebbero trasferirsi in Europa alla ricerca di una vita migliore. I due territori sono circondati da recinzioni alte sei metri e negli ultimi anni il governo spagnolo ha costruito una serie di punti di controllo per impedire l’accesso al proprio territorio da parte dei richiedenti asilo.
In alcuni casi i migranti ed i richiedenti asilo cercano di fare il proprio ingresso in Spagna scavalcando in gruppi le recinzioni dato che, a causa dei controlli esercitati dalle autorità marocchine, risulta difficile avviare la procedura d’asilo presso il confine spagnolo. Nel 2018 la Spagna è diventata il principale punto di ingresso in Europa per i migranti sorpassando la Grecia. L’Organizzazione per la Migrazione (IOM) ha riferito che nel 2018 ben 7mila persone hanno cercato di attraversare il confine tra Marocco e Spagna, il doppio dell’anno precedente mentre nel 2019 gli arrivi sono stati 6340. Il 2020 ha visto un importante riduzione degli accessi, scesi a 1755 ed il Marocco ha chiuso i propri confini terrestri con Ceuta e Melilla a causa della pandemia da Covid-19.