Disinformazione, una specialità ed una specificità del modus operandi della Russia sin dai tempi dello zarato. Lo stesso termine, secondo certe ricostruzioni, avrebbe origine nell’Unione Sovietica della prima era staliniana.
Disinformazione, è capace di creare più danni nella sfera del reale di quanto si pensi comunemente. Sulla base del contenuto, del momento e della quantità, può confondere, immobilizzare, polarizzare, radicalizzare, stordire e terrorizzare. Labile è il confine tra guerre informative e guerre cognitive.
Disinformazione, per capirne il funzionamento è indispensabile scrivere di Russia, patria del “formato Sion”: il cospirazionismo come arma di distruzione mentale di massa. La Russia delle misure attive. La Russia dell’Internet Research Agency. La Russia dell’Unità 54777.
L’Unità 54777, altresì conosciuta come 72esimo Centro di Servizi Speciali, è una divisione dei servizi segreti militari russi, il GRU, specializzata in operazioni informative e psicologiche. Non una delle tante, ma la più importante fra tutte.
Delle origini e della struttura dell’Unità 54777 è dato sapere (molto) poco. Presumibilmente istituita alla vigilia della morte dell’Unione Sovietica, cioè durante i primi anni Novanta, viene fondata per succedere al famigerato Direttorato politico principale dell’Esercito sovietico e della Marina sovietica. Obiettivo: rallentare il processo di disgregazione del colosso comunista a mezzo della diffusione di bufale di stampo filosovietico, semiverità e notizie distorte nelle repubbliche attratte dal richiamo dell’indipendenza, nonché contrastare il separatismo etno-religioso nel Caucaso settentrionale.
Baltici, Cecenia e Ucraina i principali teatri operativi dell’Unità 54777 nei primi anni Novanta. Teatri in cui la divisione non raggiunse gli scopi prestabiliti, ma rivelatisi utili a posteriori: esperimenti falliti dai quali imparare a condurre delle guerre psico-informative di successo in teatri altamente ostili, o potenzialmente amici ma poco permeabili.
Sopravvissuta al traumatico paragrafo eltsiniano, l’Unità 54777 è stata rafforzata nel corso dell’era Putin: allargamento dell’organico, ampliamento del raggio d’azione, espansione del bilancio annuale.
L’Unità 54777 è tornata alla ribalta nel 2008, in concomitanza con l’invasione russa della Georgia, quando avrebbe giocato un ruolo-chiave nella guerra informativa lanciata dal Cremlino alla vigilia del conflitto. Una guerra informativa onnidirezionale, perché indirizzata ad abcasi, georgiani, osseti e russi, ma anche agli occidentali, e di successo, in quanto dimostratasi fondamentale nell’intorbidimento delle acque circa origini e responsabilità della guerra.
Testata sul campo, e superata la prova a pieni voti, l’Unità 54777 è diventata il principale braccio delle operazioni psicologiche della Russia all’estero – e la bestia nera delle (impreparate) controparti occidentali. Le sue attività, consistenti in violenti attacchi informativi, sono state segnalate nelle grandi arene della competizione tra grandi potenze – come la Siria della guerra civile e l’Ucraina post-Euromaidan –, all’interno delle stesse grandi potenze – come gli Stati Uniti – e nei momenti critici delle relazioni internazionali – come la pandemia di COVID19.
Se si dovesse descrivere l’Unità 54777 con un aggettivo, il più adatto sarebbe probabilmente “mefistofelico”. Perché il modus operandi di questa divisione specializzata in disinformazione di alto livello è diabolico. Appelli umanitari farlocchi per manipolare la comunità internazionale – come nel 2014, nel periodo compreso tra Euromaidan e l’intervento in Crimea, quando furono popolarizzati degli strazianti (ma fasulli) comunicati a firma di russofoni oppressi dal governo ucraino. Finte petizioni a nome di politici di paesi alleati per seminare zizzania – come accaduto nel 2015, con obiettivi Stati Uniti e Ucraina, in quello che è stato definito “il primo tentativo noto della divisione […] di influenzare i politici americani. E hackeraggi per inviare ordini ingannevoli ai decisori militari – come accaduto nel 2018, durante l’incidente dello stretto di Kerč’, con vittime i soldati ucraini.
Tutti, dagli stati alle organizzazioni terroristiche, possono finire nel mirino dell’Unità 54777. Nel 2015, ad esempio, una cellula focalizzata sul contrasto alle attività in rete dello Stato Islamico si rese protagonista dell’hackeraggio dei profili social delle spose dei jihadisti e di false flag cibernetiche contro obiettivi civili – un attacco a TV5Monde, rete televisiva internazionale in lingua francese – e militari – il “furto” del profilo Twitter dello United States Central Command.
Tutti, incluse e in special modo le opinioni pubbliche, possono finire nel mirino dell’Unità 54777. Opinioni pubbliche, come quella ucraina, traviate da profluvi di commenti e dibattiti altamente divisivi sui social network nella speranza-aspettativa di traghettare l’odio fuori dalla rete, portandolo nelle piazze. Una tattica già collaudata dall’Internet Research Agency negli Stati Uniti dell’era Trump, che l’Unità 54777 ha utilizzato in particolar modo in Ucraina per ampliare e acuire la distanza tra filoccidentali e filorussi.
Tutti, inclusi gli stessi russi, possono finire nel mirino dell’Unità 54777. I russi che abitano la Federazione come quelli che vivono nello spazio postsovietico e nel resto del mondo, targhetizzati ed inconsapevolmente evangelizzati all’imperativo di turno da organizzazioni come InfoRos e l’Istituto per la Diaspora, coperture dell’Unità 54777.
Scrivere dell’Unità 5477 è raccontare delle guerre ibride della contemporaneità: totali e totalizzanti, onnipervasive e onnipresenti, di durata indeterminata e dal raggio d’azione privo di limiti geografici. Scrivere dell’Unità 5477 è raccontare l’altro lato della competizione tra grandi potenze: la guerra mondiale della disinformazione.