Il generale che ha salvato Kiev e ha cambiato le sorti della guerra in Ucraina

Nell’ultimo anno l’esercito ucraino è balzato agli onori della cronaca grazie alla sua impressionante efficacia, che gli ha consentito di respingere un nemico nettamente superiore in termini di disponibilità di equipaggiamento. Buona parte dei media si è concentrata nel lodare il generale Valery Zaluzhny, Comandante in Capo delle forze ucraine e divenuto ormai una vera e propria “stella. Tuttavia, il successo delle forze ucraine non è stato determinato da un singolo individuo, ma da una gigantesca costellazione composta da tantissimi ufficiali, soldati semplici, politici e cittadini che negli ultimi otto anni hanno contribuito a trasformare il paese, consentendogli di respingere l’attacco di quello che sino ad un anno fa era considerato il secondo esercito al mondo. L’astro emergente dell’esercito di Kiev è però il generale Oleksandr Syrsky, soldato che si potrebbe essere già ritagliato un posto tra i migliori comandanti militari della storia (e che potrebbe aver fornito delle lezioni essenziali per una eventuale difesa di Taiwan)

Arruolatosi nell’esercito sovietico negli anni Ottanta, Syrsky si diploma nel 1986 all’Accademia di Comando di Mosca, dieci anni dopo si laurea con lode all’Accademia delle Forze Armate e nel 2005 all’Accademia Nazionale di Difesa dell’Ucraina. Posto al comando della 72 Brigata Meccanizzata, nel 2009 viene nominato maggiore generale.

Nel novembre 2013 ha discusso la riforma dell’esercito ucraino su modello Nato alla sede dell’Alleanza. Con l’insorgere della prima invasione russa dell’Ucraina del 2014 viene nominato comandante dell’Operazione Anti Terrorismo ed è lui a coordinare la ritirata da Delbatseve.

Nel 2016 dirige il Quartier Generale Operativo Congiunto delle Forze Armate Ucraine e viene nominato Tenente Generale. L’anno successivo assume il comando dell’Operazione Anti Terrorismo, sostituita dalla Joint Forces. Nel 2019 viene nominato Comandante delle Forze di Terra ucraine e l’anno successivo promosso Colonnello Generale.

Nel febbraio 2022 è a lui che viene affidata la difesa della capitale Kiev. Nella fase iniziale dell’invasione le forze ucraine nella capitale si trovavano in una situazione estremamente problematica, a causa di una grande preponderanza degli effettivi russi. Syrsky prese quindi una decisione cruciale, organizzare una difesa costituita da due anelli, uno a protezione della capitale e uno a protezione dei sobborghi, assegnando i generali a capo delle varie scuole militari a protezione di zone ben precise, creando una catena di comando flessibile dove le decisioni tattiche sarebbero state prese da ufficiali sul campo senza consultare il quartier generale.

La seconda decisione cruciale del generale consiste nell’ordine di spostare tutte le unità d’artiglieria e gli asset dell’aviazione lontani dalle basi militari, al fine di impedire che il first strike russo disabilitasse le capacità di reazione ucraine e di garantire l’impiego di tali risorse nella fase successiva del conflitto. La terza decisione cruciale consiste nell’ordine di creare battaglioni d’artiglieria improvvisati tramite l’impiego dei pezzi d’artiglieria usati come strumenti d’addestramento nelle scuole militari vicine alla capitale.

Il 24 febbraio la Russia lancia la sua invasione dell’Ucraina, l’obiettivo delle truppe di Mosca è l’aeroporto Antonov di Hostomel. La conquista di tale aeroporto avrebbe permesso ai russi di far atterrare truppe aviotrasportate per lanciare un rapido assalto alla capitale ucraina e far collassare rapidamente il governo, con grave danno per il morale ucraino.

Il first strike russo tuttavia si rivela tuttavia completamente inefficace, grazie al ricollocamento degli asset ordinato da Syrsky nei giorni precedenti. L’aviazione russa non riesce a distruggere né le forze aeree ucraine, né l’artiglieria. In conseguenza di ciò le forze russe che attaccano l’aeroporto si ritrovano sotto il possente fuoco della contraerea ucraina. Le unità russe riescono comunque ad occupare l’aeroporto grazie alla loro superiorità numerica, ma vengono investiti dal possente fuoco dell’artiglieria ucraina (anch’essa spostata in posizioni difensive da Syrsky).

Non avendo ottenuto la superiorità aerea, i russi non riescono a far tacere l’artiglieria ucraina che danneggiando le piste impedisce l’arrivo di rinforzi e consente alle forze della 4 brigata di reazione rapida di eseguire un contrattacco meccanizzato che porta alla liberazione dell’aeroporto. La sconfitta a Hostomel sancisce l’inizio del fallimento dell’operazione russa. Il giorno successivo il tentativo delle forze infiltrate russe di uccidere il presidente Zelensky fallisce miseramente e i piccoli gruppi infiltrati vengono facilmente distrutti.

Il 26 febbraio gli ucraini respingono l’attacco russo sulla centrale elettrica di Kiev e il tentativo delle forze di Mosca di occupare la città di Vasilkyiv e il relativo aeroporto non va a segno. Il 27 febbraio le forze russe entrano a Bucha, ma vengono rapidamente massacrate dalle forze ucraine appoggiate dai residenti locali. Di fronte ai costanti fallimenti delle proprie forze, il generale russo Andrei Aleksandrovich Sukhovetsky è costretto a recarsi sul fronte e viene immediatamente ucciso da un cecchino ucraino. Gli ucraini impiegano piccoli gruppi di fanteria che logorano le fragili linee di rifornimento russe, impedendo di creare una forza adeguata a vincere le devastanti battaglie urbane in corso attorno a Kiev.

Oleksandr Syrskyi, the commander of the Ukrainian Ground Forces, shakes hands with Ukrainian servicemen during the ceremony of raising the National flag in the recently recaptured city of Lyman, Donetsk area, Ukraine, 04 October 2022. The Ukrainian army pushed Russian troops from occupied territory in the northeast of the country in a counterattack. Russian troops entered Ukraine on 24 February 2022 starting a conflict that has provoked destruction and a humanitarian crisis.
Il generale Syrsky stringe le mani dei soldati ucraini nella giornata nazionale della bandiera ucraina a Lyman. Foto: EPA/YEVGEN HONCHARENKO.

La fanteria leggera ucraina utilizza inoltre una intelligente tecnica, colpendo il primo e l’ultimo mezzo nel convogli russi, imbottigliando il resto delle unità e consentendo all’artiglieria di distruggerla. Le forze di Mosca tentano allora una manovra azzardata, spostando truppe dagli Oblast nord orientali ucraine (perdendo forza combattente per occuparle) al fine attaccare Kiev da est, ma l’attacco finisce per arenarsi sulla città di Brovary.

Dopo aver costantemente logorato le forze russe il 16 marzo 2022 l’esercito ucraino lancia la sua controffensiva, mirando ai fianchi delle forze russe, decisamente poco difesi. La controffensiva ottiene pieno successo ed entro il 28 marzo l’attacco russo alla capitale ucraina è ormai esaurito, il giorno successivo le forze di Kiev liberano l’autostrada M01, spezzando l’assedio di Chernihiv e determinando il collasso dell’intero fronte russo sulle Oblast di Kyiv, Chernihiv e Sumy. I successi di Syrsky gli valgono il titolo di “Eroe dell’Ucraina”.

Quando durante l’estate del 2022 molti ritenevano che si stesse ormai andando verso un conflitto congelato, Syrsky è il principale artefice dell’offensiva che ha consentito all’Ucraina di assumere definitivamente l’iniziativa. Attraverso una martellante propaganda gli ucraini pubblicizzano costantemente i preparativi per una controffensiva a sud, portando i russi a spostare ingenti quantitativi di uomini e mezzi a Kherson. In conseguenza di ciò i russi finiscono per indebolire sempre più le loro forze, trovandosi sguarniti su un fronte lunghissimo.

Posto a capo delle forze ucraine nell’Oblast di Kharkhiv, è proprio Syrsky ad eseguire nel mese di settembre la controffensiva da lui stesso pianificata. In questo caso la controffensiva anziché puntare sui fianchi dello schieramento russo, viene diretta verso il centro di gravità russo nell’area, la città di Kupiansk. In pochi giorni le forze ucraine raggiungono il loro obiettivo, determinando il collasso del fronte russo. Il crollo delle forze di Mosca nell’Oblast di Kharkhiv segna non solo l’assunzione dell’iniziativa da parte degli ucraini, ma anche la morte dei piani russi di conquista del Donbass, in virtù della perdita della città di Izyum. All’inizio del mese di ottobre è sempre lui a guidare le forze ucraine nella vittoriosa battaglia di Lyman, primo significativo successo ucraino nel Donbass dall’inizio della guerra.

Le brillanti vittorie militari ottenute dal generale Syrsky sono la perfetta rappresentazione del successo del lungo percorso di riforme che l’Ucraina ha seguito dal 2014 a oggi. Un percorso che non si è esaurito con la guerra, ma che anzi sta proseguendo anche sotto i bombardamenti.

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