Dmitrij Utkin, il leader fantasma del Gruppo Wagner

Fu presente nei più importanti teatri di combattimento che hanno impegnato la Russia dal 2010 al 2023, dalla Siria al Donbass, ma nessuno era mai riuscito né a ferirlo né a catturarlo. Era un ex agente del servizio segreto delle forze armate che aveva preferito l’azione allo spionaggio, abbandonando una carriera promettente, e relativamente al riparo dal rischio di una morte in trincea, per combattere come paramilitare sul campo di battaglia.

Era un uomo d’azione, ricercato tanto dai rivali di Mosca quanto dai giornalisti che sognavano di fotografarlo. Ed era un personaggio schivo, sul cui conto circolavano più indiscrezioni che notizie fondate. Il suo nome era Dmitrij Utkin, co-fondatore e battezzatore del famigerato Gruppo Wagner, ed è morto insieme a Yevgeny Prigozhin nello schianto aereo del 23 agosto 2023.

Dmitrij Valer’evič Uktin era nato nel cuore della Siberia, la piccola città di Absest, l’11 giugno 1970. Della sua vita prima della carriera militare non è mai stato possibile avere informazioni dettagliate. Era noto, ad esempio, che nonostante il contesto familiare estraneo agli affari politico-militari – il padre era un geologo – avesse manifestato una passione per la politica e per le armi sin dalla gioventù. Ed era risaputo, inoltre, che avesse convinzioni ideologiche di destra – estrema destra.

Una volta adulto, coerentemente con le proprie passioni, Utkin si incamminò nella strada delle forze armate. Più nello specifico, stando a quel poco che era di dominio pubblico sul suo conto, il giovane siberiano aveva fatto carriera e si era costruito una nomea all’interno del Direttorato principale per l’informazione, altresì noto come GRU (Glavnoe razvedyvatel’noe upravlenie), cioè il servizio segreto delle forze armate russe.



Utkin avrebbe servito nel distaccamento del GRU localizzato nell’oblast’ di Pskov sino al 2013. Quell’anno, fiutando il potenziale del mercenariato, avrebbe abbandonato il servizio segreto militare per arruolarsi nel Corpo slavo (Славянский Корпус), un battaglione paramilitare di natura privata – registrato a Hong Kong – attivo nella guerra civile siriana e schierato a supporto di Bashar al-Assad.

Rincasato in patria dopo un anno di combattimenti, probabilmente nel 2014, sarebbe dunque entrato a far parte del Gruppo Wagner, la compagnia di sicurezza privata che ha facilitato il ritorno della Federazione Russa nell’arena mondiale, espletando missioni ad alto rischio ed erogando servizi di consulenza e formazione in lungo e in largo il Sud globale affamato di emancipazione (geo)politica dall’Occidente.


Utkin, nel 2014, avrebbe accettato l’offerta di Evgenij Prigožin, il presunto fondatore del Gruppo Wagner – una realtà, all’epoca, embrionale e senza nome –, perché affascinato dall’idea di dotare il Cremlino di una forza paramilitare simile a quelle nelle disponibilità di altre grandi potenze, come Stati Uniti e Regno Unito.

Prigožin avrebbe messo il capitale, avrebbe procurato alla neonata compagnia di sicurezza i contatti utili ad entrare nelle grazie del Cremlino. Utkin, invece, si sarebbe occupato del primo reclutamento – chiamando a raccolta gli ex commilitoni del Corpo slavo – e sarebbe stato il “battezzatore” dell’armata privata.

Wagner, invero, non sarebbe nient’altro che un omaggio a Richard Wagner, il compositore e saggista tedesco i cui scritti giudeofobici influenzarono il giovane Adolf Hitler e l’intera galassia protonazista di inizio Novecento. Wagner, e non un altro nome, perché Utkin sarebbe stato un simpatizzante di estrema destra e un nostalgico del Terzo Reich. Sarebbe stato, in luogo di era, perché il condizionale è d’obbligo: quasi tutto ciò che riguardava quest’uomo ha avuto la forma dell’indiscrezione.


Scrivere di Utkin è fondamentale, nonostante l’alone impenetrabile di mistero che lo ha circondato, perché equivale a parlare del Gruppo Wagner e, dunque, dell’instrumentum regni che ha facilitato il grande ritorno della Russia negli affari internazionali.

Utkin, in qualità di presunto comandante in capo del Gruppo Wagner, sarebbe stato operativo, cioè in prima linea, in una serie di teatri-chiave, tra i quali Crimea, al momento della fulminea occupazione manu militari avvenuta sullo sfondo di Euromaidan, Donbas, allo scoppio della guerra a intensità variabile che ha dilaniato Donetsk e Lugansk, e Siria, nel corso del 2015.



Personaggio schivo, del quale son sempre circolate poche immagini, Utkin fu fotografato insieme a Vladimir Putin nel 2016 e nell’anno successivo, 2017, diventava uno dei (tanti) soggetti sul cui capo pendevano le sanzioni degli Stati Uniti. Nel 2021, su impulso e ispirazione degli Stati Uniti, Utkin veniva infine sanzionato anche dal Consiglio dell’Unione Europea. In entrambi i casi, Utkin veniva fatto oggetto di sanzioni perché ritenuto responsabile di gravi violazioni dei diritti umani presumibilmente commesse dal Gruppo Wagner in giro per il mondo.

Sanzionato, ma privo di conti da congelare. Visto ovunque, ma fotografato da nessuno. Sempre in trincea, ma mai ferito. Importante, ma mai presente ai grandi eventi. Utkin è stato uno dei (tanti) uomini senza volto, simili a degli spettri per via della loro assenza presente, che hanno contribuito alla ricostruzione della potenza un tempo perduta della Russia.

Lo si è visto poco, ma ha influito e spaventato tanto, come una specie di fantasma in divisa, e ha trovato la morte la sera del 23 agosto 2023. Si trovava infatti a bordo dell’aereo schiantatosi nei pressi di Tver’, sul quale volava anche Prigozhin, anche se i più scettici non ritengono affatto che sia morto.

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