Il Quarto reggimento alpini paracadutisti “Monte Cervino” è uno dei reparti speciali delle Forze Armate italiane ed è di base a Montorio Veronese (Vr) presso la caserma “Duca” ed è comandato attualmente dal colonnello Marco Manzone. Il reggimento fa capo a sua volta al generale Ivan Caruso, comandante delle forze speciali dell’Esercito (Comfose), che è dipendente, come gli altri reparti di Forze Speciali delle Forze Armate, dal Cofs (il Comando interforze per le operazioni delle forze speciali) istituito il primo dicembre 2004 con sede presso l’aeroporto di Roma-Centocelle e comandato oggi dal generale di divisione aerea Nicola Lanza de Cristoforis. Il Quarto reggimento “Monte Cervino” provvede a fornire personale ed equipaggiamenti per le missioni speciali stabilite del Cofs che, a livello istituzionale, è la struttura di comando che regola l’impiego delle Forze Speciali delle quattro Forze Armate che sono, oltre al Quarto, il 185esimo reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi “Folgore” e il Nono reggimento reggimento d’assalto “Col Moschin” per l’Esercito, gli incursori di Marina del Goi per la Marina militare, il 17esimo stormo incursori per l’Aeronautica e il Gis (Gruppo Intervento Speciale) dei Carabinieri.
Il Quarto reggimento alpini paracadutisti “Monte Cervino” affonda le proprie radici nell’omonimo reggimento alpini formatosi nel 1882. Durante la Prima Guerra Mondiale, più precisamente nel 1915, vede la luce il battaglione di milizia mobile, formatosi dal deposto Quarto reggimento alpini. Nel corso del primo anno di vita, il battaglione è costituito esclusivamente dalla 133esima compagnia, alla quale si aggiungono, nel 1916, l’87esima e la 103esima , provenienti dal battaglione “Aosta”. Il battaglione ebbe modo di scrivere il proprio nome sulle pagine di storia della Grande Guerra, distinguendosi nelle battaglie di Passo della Borcola sul Pasubio (maggio 1916), sul Monte Vodice (maggio 1917) e nella zona del Grappa. Terminato il Primo Conflitto Mondiale il battaglione viene sciolto, per la precisione nel 1919.
Il reparto fu ricomposto nell’inverno del 1940, come battaglione alpini sciatori, con due compagnie (Prima e Seconda). Prese quindi parte alle operazione di guerra sul fronte greco-albanese. Nel maggio 1941 venne nuovamente sciolto per poi riformarsi nell’ottobre dello stesso anno con due compagnie sciatori e l’80esima compagnia armi d’accompagnamento. Prese parte alla Campagna di Russia ove si distinse particolarmente in diverse operazioni. Nel 1943 rientrò in Italia e venne assegnato al XX raggruppamento alpini sciatori, ma non venne impegnato in nessuna operazione bellica. L’armistizio dell’8 settembre 1943 colse il battaglione in Francia dove venne catturato dalle truppe tedesche ad eccezione dell’80esima compagnia.
Nell’immediato dopoguerra, a seguito dell’esigenza di disporre di truppe in grado di effettuare operazioni di inserimento montano tramite paracadute, viene costituito, il primo settembre 1952, presso la brigata alpina “Tridentina” di Bressanone, il primo plotone di alpini paracadutisti, cui faranno seguito plotoni similari nelle brigate “Julia”, “Taurinense”, “Cadore” e “Orobica”.
Il primo aprile 1964, su decisione dello Stato Maggiore dell’Esercito, i plotoni delle brigate diedero vita, presso la caserma “Cadorna” di Bolzano, alla compagnia alpini paracadutisti del Quarto corpo d’armata alpino.
Il primo gennaio del 1990, la compagnia alpini paracadutisti assunse la denominazione “Monte Cervino”, che rimase sino ai nostri giorni.
Il 14 luglio del 1996, anno in cui viene concessa la Bandiera di Guerra al reparto (28 novembre), avvenne l’elevazione a battaglione della compagnia alpini paracadutisti, assumendo la denominazione di battaglione alpini paracadutisti “Monte Cervino”. L’unità, a partire dal 1999, diventa un’unità “Ranger” ed entra a far parte di diritto delle Fos (Forze per Operazioni Speciali). Il 25 Settembre 2004 il battaglione rientra a far parte del ricostituito Quarto reggimento alpini, alle dipendenze del Comando Truppe Alpine.
Da sempre basato a Bolzano, l’unità cambia sede nel 2011, spostandosi in quella attuale di Montorio Veronese. A gennaio del 2018 il reparto passa ufficialmente nel novero delle Forze Speciali delle Forze Armate italiane.
Il Quarto reggimento alpini paracadutisti è l’unica unità in Italia a potersi fregiare del titolo di “Ranger” e, come si legge nel sito ufficiale dell’Esercito, è un reparto di Forze Speciali composto da personale specificatamente selezionato e formato, particolarmente addestrato ed equipaggiato per condurre l’intero spettro dei compiti tipici delle operazioni speciali. Il Quarto reggimento, unico nel suo genere per aver coniugato le capacità tipiche della specialità da montagna (alpini) e delle aviotruppe (paracadutisti), è l’unica unità di Forze Speciali dell’Esercito specificatamente designata e qualificata per condurre operazioni in ambiente montano e artico.
L’addestramento
Le selezioni degli aspiranti Ranger avvengono nel corso di due settimane, durante le quali i candidati vengono sottoposti ad una prima “scrematura”. Tali prove di selezione hanno luogo unitamente a quelle per i candidati del Nono “Col Moschin” e del 185esimo Reggimento paracadutisti “Folgore”. Al termine di queste due settimane, i selezionati verranno chiamati ad un tirocinio, della durata di altre due settimane, che è finalizzato ad accertare non solo le caratteristiche psicofisiche e la resistenza fisica e mentale allo sforzo prolungato del candidato, ma anche le sue qualità morali e caratteriali, le motivazioni profonde che lo spingono ad affrontare pericoli e disagi e la sua capacità di reagire con calma e lucidità alle difficoltà, anche in presenza di forti fattori di stress. Successivamente i candidati vengono inviati al corso Obos (Operatore Basico per Operazioni Speciali) della durata di 24 settimane che si tiene presso il Rafos (Reparto Addestramento Forze Speciali) del “Col Moschin”, superato il quale sono indirizzati verso i corsi di specializzazione presso enti addestrativi sia nazionali che esteri.
In particolare il corso prevede 4 settimane dedicate al conseguimento del brevetto di paracadutismo con la fune di vincolo, per chi non ne risulta titolare, presso il Capar di Pisa; 5 settimane dedicate alla formazione teorico pratica sulla topografia, alle marce topografiche, all’apprendimento delle tecniche di orientamento e di navigazione terrestre, 12 settimane sulle Procedure Tecnico Tattiche (Ptt) delle Fos (Forze per Operazioni Speciali); 3 settimane di addestramenti tecnici specifici riguardanti le trasmissioni, le procedure di Ps (Pronto Soccorso) ecc. Infine il corso Obos si conclude con una esercitazione continuativa di due settimane e con gli esami finali. Gli allievi ritenuti idonei (meno del 50% degli aspiranti iniziali) iniziano la fase di specializzazione, diversa per ogni reparto di destinazione finale.
A questo punto comincia la specializzazione Ranger vera e propria con un addestramento che dura 47 settimane. Questa fase della formazione dell’operatore viene svolta internamente al Quarto reggimento, presso la Terza compagnia e consiste in: il corso Ranger della durata di 15 settimane suddiviso in 5 moduli; il corso di addestramento montano invernale (10 settimane); il corso di addestramento montano estivo (10 settimane); il corso di difesa personale (due settimane); il corso Advanced Combat Life Saver (due settimane); il corso Sere (Survival Evasion Resistance and Escape) della durata di 3 settimane; il corso anfibio e quello Nbc (Nucleare Batteriologico Chimico) entrambi della durata di due settimane. A seguito del conferimento della qualifica Ranger, il personale del plotone Recon è chiamato a svolgere i seguenti corsi: quello di paracadutismo e tecnica della caduta libera (a Pisa) dove si effettuano lanci ad apertura comandata da un’altezza massima di 3-4000 metri e senza ossigeno ed il corso Cqb (Close Quarter Battle) che dura tre settimane presso l’International Special Training Center di Pfullendorf (Germania). A questo punto il personale viene brevettato Ranger.
Tutti gli operatori del Quarto reggimento possono inoltre conseguire diverse qualifiche tra cui: Patrol Medical Course (tre settimane), Combat Medical Training Course (3 settimane), istruttore militare scelto di sci e istruttore militare di alpinismo, corso tiratore scelto, corso operatori scorte e protezione ravvicinata Vip, corso Fac (Forward Air Controller), corsi Eor, Eod e Iedd sugli ordigni esplosivi e improvvisati, corso avanzato di paracadutismo con tecniche Halo e Haho, corsi di lingue.
Compiti
Il Quarto reggimento alpini paracadutisti “Monte Cervino” nasce con l’esigenza di affiancare al Nono reggimento incursori paracadutisti “Col Moschin” un reparto in grado di supportarne le operazioni. Al “Monte Cervino” è quindi richiesto di effettuare (sia a livello unitario, che di aliquote di compagnia o più semplicemente di squadra) azioni dirette in profondità, incursioni, e sabotaggi a danni di obiettivi di elevato valore. Allo stesso è anche richiesto di assolvere compiti di fanteria leggera specializzata, in situazioni ad elevato rischio, quali le operazioni di supporto alle Forze Speciali e di assicurare una prontezza operativa con preavvisi minimi ed in presenza di ogni tipologia di terreno nonché condizione meteorologica. Onde portare a termine le missioni di cui sopra, il reparto effettua l’infiltrazione in zona operazioni (e l’esfiltrazione dalla stessa) con metodi terrestri, aerei o anfibi ed è l’unico addestrato ad operare in ambiente artico.
L’esatto numero degli operatori del Quarto reggimento “Monte Cervino” così come le loro idendità non sono note. Possiamo comunque ipotizzare, visto l’ordinamento simile a quello di altri reggimenti di Forze Speciali, che sia composto da 100 a 200 uomini.
Il reparto è strutturato come segue:
- Un comando, articolato nelle sezioni maggiorità e personale, Oai, logistica e amministrazione
- Una compagnia comando e servizi, che dispone anche di un plotone trasmissioni e uno ricognizione.
- Due compagnie fucilieri organizzate ciascuna da un comando, un plotone comando (squadra comando + squadra trasporti), tre plotoni fucilieri, un plotone armi di supporto.
I mezzi in dotazione al Quarto reggimento alpini paracadutisti “Monte Cervino” sono quelli generalmente in uso presso le altre Forze Speciali italiane. Tra di essi si ricordano i Vm-90, i Vtlm Lince, i Vbl Puma, i Defender 90 oltre ai mezzi in dotazione alle truppe alpine come il Bandvagn 206. Per quanto riguarda i natanti utilizzano gli onnipresenti gommoni Zodiac Commando e a scafo rigido.
Per quanto riguarda le armi individuali gli operatori Ranger del Quarto utilizzano una vasta gamma di armamenti che spaziano dalle pistole Beretta 92FS alla Glock 17, le pistole mitragliatrici Mp5 e 7 nella versione silenziata (Sd), il fucile d’assalto Beretta Arx 160, lo Steyr Aug (in fase di dismissione) ed il Colt M4 SopMod e l’H&K G36. Per quanto concerne il fuoco di squadra sono ancora utilizzate le mitagliatrici Mg 42 oltre alla Minimi mentre per il fuoco di precisione viene utilizzato in ambiente montano/artico l’Accuracy International Arctic Warfare, il Sako TRG, l’H&K G3SG/1 ed il ben noto M82 Barrett. Il plotone armi di supporto ha in dotazione sistemi d’arma controcarro a media gittata Mbda Milan, lanciarazzi controcarro Dynamit Nobel Panzerfaust 3-T, TOW e mortai Hirtenberger Mod. M6C 210 da 60 millimetri.