Gamestop (Fotogramma)

Il caso GameStop, spiegato

Seguire la cronaca quotidiana del caso GameStop, uno dei più clamorosi stravolgimenti della storia finanziaria statunitense, non è affatto facile ed ha rappresentato un esercizo complesso per analisti e commentatori. Ad alcune settimane dall’inizio dei sommovimenti sul titolo della famosa casa di distribuzione e vendita di videogiochi che hanno portato a perdite miliardarie per gli speculatori che scommettevano sul suo tracollo sulla scia di una pressione finanziaria organizzata attraverso i social network da una miriade di piccoli investitori è però possibile iniziare a ragionare a bocce ferme.

 

 

Il titolo di GameStop all’inizio del 2020 costava 3-4 dollari. Il prezzo molto basso di questi titoli aveva attirato l’attenzione dei venditori allo scoperto (in inglese short seller), operatori finanziari che guadagnano quando il valore di un titolo diminuisce, tramite operazioni dette appunto vendite allo scoperto (short selling, o anche solo short). Risultando, di converso, il più venduto allo scoperto di Wall Street. Il motivo, finanziariamente difficile da confutare, era legato al fatto che un’azienda incapace di generare utili dal 2015 e legata a un modello di business oramai in via di superamento (la vendita fisica di videogiochi e prodotti ad essi legati) favorisse un tracollo graduale delle azioni.

A cambiare le carte in tavola l’intervento degli investitori non professionisti organizzati su un canale di Reddit, r/WallStreetBets, su cui a partire dalle ultime settimane del 2020 è stata organizzata una manovra dal basso senza precedenti: sfidare sul campo gli investitori istituzionali professionali, colpire con una manovra convergente fondata sul massiccio acquisto di azioni GameStop e, parallelamente, di scommesse contrarie a quelle ribassiste attraverso la sottoscrizione di opzioni call. Le opzioni call, lo ricordiamo per i non addetti ai lavori, garantiscono ai titolari il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare un titolo (detto sottostante) a scadenza (o entro la scadenza) a un dato prezzo (strike). In questo contesto la scommessa degli investitori di Reddit è semplice: le opzioni avrebbero causato scommesse sul rialzo del titolo di GameStop, il prezzo di acquisto delle azioni da loro opzionate sarebbe stato minore del loro valore effettivo giorno dopo giorno e questo avrebbe causato un’impennata del titolo GameStop.

Così è stato. Seguiamo la traiettoria del valore delle azioni GameStop: 12 dollari il 19 novembre; circa 20 dollari alla vigilia di Natale, valore stabilizzato fino all’11 di gennaio, data dell’ingresso nel Cda della società di Ryan Cohen, famoso investitore che ha acquistato in un colpo solo 76 milioni di dollari di azioni in un colpo solo. Assieme a un altro famoso finanziere, Michael Burry, Cohen ha cavalcato l’entusiasmo del titolo di Reddit. E via all’esplosione del titolo: 30 dollari ad azione il 13 gennaio, 43 il 21 gennaio,65 il giorno successivo. Preludio alla crescita esponenziale: 76 dollari il 25 gennaio e 147 dollari ad azione il giorno successivo, un aumento di oltre dieci volte del valore di una società in via di smantellamento nel giro di due settimane.

I guadagni delle azioni di GameStop hanno esposto i fondi speculativi a perdite spaventose. Si è scatenato il fenomeno dello short squeeze, il dissanguamento finanziario di uno speculatore che vede ribaltarsi le sue posizioni ribassiste aperte e brucia, per questo, miliardi di dollari. “Più aumenta il cosiddetto short interest, ovvero il quantitativo di titoli azionari di una determinata azienda presi in prestito per scommettere su un loro futuro calo, più magnitudo potenziale si genera per un’inversione di tendenza in caso una notizia o un fatto portino il mercato a migliorare la propria valutazione rispetto a quella security”, spiega Business Insider. E dato che , il titolo di GameStopera il secondo con più vendite allo scoperto di tutta la borsa americana, per alcuni fondi il danno è stato disastroso: S3 Partners ha calcolato in circa 20 miliardi di dollari la perdita dei fondi che avevano posizioni corte aperte su GameStop. Melvin Capital Management, uno dei fondi più esposti, ha calcolato in circa 3 miliardi di dollari, un terzo del suo valore di inizio 2021, il suo dissesto.

E non è finita qui. Gli investitori attivi su Reddit e su un’altra miriade di canali social (Facebook, Telegram, WhatsApp) hanno organizzato, come sciame di locuste, manovre analoghe su altri titoli facilmente individuabili e dalle condizioni simili a quelle di GameStop: aziende prossime a finire fuori mercato, con problematiche strutturali e scarsa marginalità operativa, da rivitalizzare con azioni fulminee e massicce. Da Blockbuster BlackBerry, lo short squeeze si è scatenato anche su altre aziende di questo tipo, mentre nella giornata di venerdì 29 gennaio sono esplose le quotazioni di criptovalute come il Dogecoin con rialzi fino all’800%.

La Casa Bianca di Joe Biden e il segretario al Tesoro Janet Yellen stanno monitorando da vicino la tempesta finanziaria che non ha, per ora, travolto Wall Street ma ne ha senz’altro fermato il volo, portando a un calo dei listini di circa il 4% nella settimana iniziata il 25 e finita il 29 gennaio.

Alexandria Ocasio-Cortez, leader della sinistra democratica, ha difeso i piccoli investitori di Reddit, celebrando la loro mossa come una vittoria dei piccoli investitori sulla finanza speculativa: ““Ammetto che è davvero una gran cosa vedere i tipi di Wall Street, che hanno grande esperienza nel trattare la nostra economia come un casinò, lamentarsi di una bacheca di postatori seriali che trattano i mercati come casinò”, ha scritto Aoc in un tweet. A difesa del popolo di Reddit anche il senatore repubblicano Ted Cruz, favorevole alla minima regolamentazione dei mercati finanziari.

I regolatori finanziari, nella giornata di giovedì 28 gennaio, hanno provato a imporre una brusca correzione sospettando manipolazioni di mercato e fenomeni di insider trading, allarmati dall’esplosione di transazioni sulle principali piattaforme di scambio online. In quella stessa giornata, nota Il Post, ” alcune note piattaforme di brokeraggio, come Charles Schwab, eToro ed ETrade, hanno cominciato a impedire la compravendita di azioni e altri prodotti di investimento di titoli come GameStop e AMC. A un certo punto si è aggiunto al blocco anche Robinhood, che è l’app di brokeraggio di gran lunga più usata dagli investitori amatoriali”. Una manovra controproducente per le istituzioni finanziarie, subissate di critiche sul fatto che mosse del genere vengono prese quando le speculazioni sono perdenti ma non, come nel caso della tempesta finanziaria di marzo e aprile, quando cagionano danni su larga scala all’economia. Il fatto che, tra le altre cose, Robinhood abbia tra i suoi investitori numerosi fondi colpiti dallo short squeeze ha aumentato l’incertezza.

Che considerazioni si possono trarre dal caso GameStop? Molte le chiavi di lettura.

In primo luogo, abbiamo avuto una conferma della pericolosità della finanza fine a sé stessa. Manovre speculative su titoli come quello di GameStop, scommesse contrarie ad esse e grandi accumulazioni di capitale avulsi da qualsiasi impiego reale e produttivo si possono verificare solo in assenza di un qualsiasi tipo di cinghia di trasmissione con l’economia reale. Questa distanza è resa ancoa più ampia dalla presenza di enormi quantità di liquidità non impiegata in investimenti nelle borse di tutto il mondo, principalmente in quelle statunitensi. Dieci anni di quantitative easing globale hanno trasformato Wall Street in un gigantesco casinò.

In secondo luogo, abbiamo avuto la constatazione di come la borsa statunitense sia sempre più soggetta ai rischi della volatilità. Aoc ha, tra le righe, celebrato la mossa del popolo di Reddit come un riscatto degli oppressi contro la finanza istituzionale, quasi un ritorno di Occupy Wall Street. Mai chiave di lettura fu più semplicistica. Anche la mossa degli investitori retail ha potuto avere successo quando alla loro testa si sono posti dei capitani d’impresa e dei finanzieri desiderosi di veder spazzate via le posizioni ribassiste da un mercato finanziario già eccessivamente dilatato. Abbiamo citato Cohen e Burry, ma come non dimenticare che nientemento che Elon Musk ha dato il suo endorsement agli espugnatori di “GameStonks”?

Il gioco è chiaro. Musk è tra gli imprenditori maggiormente favoriti dalla corsa al rialzo favorita da scommesse e opzioni che assecondano la crescita delle quotazioni: il +743% segnato dalla sua Tesla nel 2020 lo testimonia. Come scrive l’economista Mario Seminerio sul suo blog, quando “lo sciame di locuste rialziste si dirige verso titoli di società in salute, ad esempio le Big Tech, facendo strappare in rialzo le quotazioni con lo stesso metodo (le opzioni), gli istituzionali devono decidere se assecondarli, o meglio inseguirli, cioè comprare il titolo, oppure contrastarli, prendendo la posizione opposta”. Nel 2020 ha prevalso il doping finanziario, che ha portato imprese neo-entranti in borsa come AirBnb a superare per capitalizzazione giganti industriali e finanziari europei come Intesa San Paolo, Eni e Enel. A settembre, tuttavia, bastò una scommessa troppo avventata di un attore istituzionale, la giapponese SoftBank, per terremotare al ribasso Wall Street. Dunque, l’entusiasmo degli scommettitori (lurker) non professionsiti potrebbe finire per arricchire pochi investitori ben organizzati e, sul medio periodo, incenerire il loro investimento.

Terzo punto, si conferma le pericolosa instabilità della finanza statunitense. Bolla sistemica in cui convivono le tre fasi del ciclo finanziario studiato da Charles Kindleberger: mania per il decollo di titoli particolari (esempio il big tech), panico per l’instabilità, collasso di investitori eccessivamente avventati. Una pericolosa coabitazione che segnala l’accumulazione di tensioni in listini oramai dilatatisi a formare una bolla instabile la cui esplosione può far deflagrare l’economia globale già piegata dalla grande prova del Covid-19.

Se portata all’eccesso, la procedura di short squeeze può produrre problemi sistemici: nell’ottobre 2008, mentre si stava scatenando la macabra danza della crisi finanziaria globale, un fenomeno di short squeeze travolse, per alcuni giorni, chi aveva scommesso contro la posizione del colosso automobilistico tedesco Volkswagen, portando il valore del gruppo da 210 a 1000 dollari ad azione e le quotazioni del colosso di Wolfsburg a circa 950 miliardi di dollari (prima al mondo) attorno al 28 delo stesso mese, bruciando 30 miliardi di dollari nei portafogli degli shortisti e provocando una fiammata di entusiasmo dopo l’annuncio di una possibile fusione con Porsche, prima che il ritorno alla normalità facesse evaporare guadagni illusori. Se questo dovesse ripetersi nelle piazze Usa con la fine dei trend rialzisti che coinvolgono aziende del calibro di Tesla (i cui avversari ribassisti hanno bruciato 40 miliardi in tutto il 2020) o la bolla dovesse deflagrare, per gli Usa sarebbe l’ora di un Armageddon finanziario. Per questo casi come GameStop insegnano molto sui rischi delle scommesse finanziarie per la tenuta dell’economia globale. E sono campanelli d’allarme che oltre Atlantico dovremmo ascoltare per evitare riproposizioni di fenomeni del genere in Europa.

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