Cosa sono i bitcoin e le criptovalute e come funzionano

L’attacco congiunto mosso dalla Repubblica Popolare Cinese e da Elon Musk nei confronti del bitcoin, la criptovaluta più nota sullo scenario finanziario globale, ne ha provocato il collasso del valore di scambio passato, in poco meno di un mese, da 60mila a 33mila dollari. Pechino, preoccupata dall’oscillazione dei prezzi della criptovaluta, ha vietato a banche e società di pagamento di fornire servizi relativi al bitcoin ed ha chiesto agli investitori di evitare mosse speculative. Musk, invece, ha dapprima autorizzato l’acquisto in bitcoin di automobili prodotte dalla sua Tesla salvo poi ripensarci e decidere di sospendere l’operazione a causa di preoccupazioni di natura ambientale. La doppia sferzata ha inevitabilmente indebolito la criptovaluta che, però, continua a suscitare interessi ed entusiasmi. I bitcoin, peraltro, non sono l’unica criptovaluta esistente, ma sono affiancati da tante altre iniziative simili e forse meno conosciute. La criptovaluta è un sistema di pagamento digitale che non si appoggia alle banche per verificare le transazioni. Ecco come funziona.

 

Il bitcoin è una valuta digitale decentralizzata che si può acquistare, vendere e scambiare direttamente e senza bisogno di intermediari come le banche. Ogni transazione di bitcoin, sin dalle origini, viene riportata su un registro pubblico accessibile a tutti e ciò contribuisce a rendere queste operazioni finanziarie immodificabili e difficilmente falsificabili. Questa caratteristica rende i bitcoin unici dato che non sono appoggiati da alcun governo o istituzione emittente e che l’unica prova del loro valore è strettamente legata all’esistenza stessa del sistema. Il numero di bitcoin esistenti è limitato a 21 milioni di esemplari e molti si aspettano che il loro prezzo, passato dai 150 dollari per moneta nel 2009 ai 50mila dollari del 2021, continuerà a crescere in futuro grazie all’interesse manifestato da grandi investitori istituzionali interessati a sfruttarli come uno scudo contro l’inflazione e la volatilità.

I bitcoin possono essere utilizzati per acquistare beni e servizi da tutte quelle aziende che hanno scelto di accettarli come metodo di pagamento. Si va dalle compagnie aeree private che consentono di viaggiare in Europa, negli Stati Uniti e nel resto del mondo alle agenzie di viaggio che accettano cripto valute passando per i negozi specializzati nella vendita di codici di videogiochi per più piattaforme. I bitcoin sono accettati anche da alcuni negozi online che si occupano di moda, da chi opera nell’ambito dell’informatica e delle nuove tecnologie e persino da alcune organizzazioni senza fini di lucro che accettano donazioni in bitcoin. Un altro modo per utilizzare i bitcoin può essere quello di acquistare gift card che consentono di utilizzare il proprio denaro per accedere a servizi in diverse parti del mondo ed anche a quei negozi che non accettano i bitcoin.

Il sistema più diffuso per l’acquisto e la riconversione del bitcoin sono le piattaforme di scambio specializzate note con il nome di exchange. Le più conosciute, secondo il sito CoinMarketCap, sono Binance, Huobi Global e Coinbase Pro. Per potere utilizzare un exchange l’utente deve creare un profilo sulla piattaforma, caricando anche i dati di un documento d’identità che si riveleranno necessari per le future verifiche. In un secondo momento ci si potrà muovere all’interno dell’exchange per acquistare le criptovalute nella quantità desiderata. La maggior parte degli utenti trasferirà, in seguito, i bitcoin all’interno di un Wallet. Il vantaggio derivante dall’acquisto del bitcoin mediante questa modalità è quello di possederlo materialmente. Lo svantaggio principale è legato alla possibilità di fare profitti solamente qualora il valore del bitcoin cresca nel tempo. Una delle alternative per comprare i bitcoin è quella di fare ricorso alle piattaforme di scambio tra privati, dove ci sono gli annunci di chi vuole comprare e di chi vuole vendere. I bitcoin possono anche essere acquistati ad uno sportello cambi presente su siti specializzati oppure direttamente al bancomat. Esistono gli Atm Bitcoin dove si possono introdurre gli euro in contanti e ricevere i bitcoin sul proprio Wallet grazie all’indirizzo che si è deciso di fornire.

Uno dei primi esperti a parlare di criptovaluta è stato l’ingegnere software Wei Dai che, negli anni ’90, pubblicò un trattato sulla b-money, all’interno del quale si parlava di molte delle componenti basiche delle moderne criptovalute. L’idea di Wei Dai non ebbe, però, alcun seguito e non venne sviluppata alcuna b-money come forma di scambio. La prima, vera criptovaluta verrà lanciata solamente nel gennaio del 2009 da Satoshi Nakamoto, uno pseudonimo dietro al quale si celano una o più persone. All’inizio un bitcoin non aveva alcun valore, non poteva essere scambiato con nulla e la prima transazione mai avvenuta ebbe luogo il 12 gennaio ad opera di Nakamoto. Nel 2009 non esistevano piattaforme su cui scambiare bitcoin e questi ultimi non avevano, dunque, un valore di mercato esprimibile in dollari. Bisognerà attendere il maggio del 2010 per poter osservare il primo acquisto (due pizze) fatto con i bitcoin, che all’epoca valevano meno di un centesimo di dollaro. Nel luglio del 2010 nacque il primo exchange, denominato Mt. Gox e ad agosto iniziarono le prime compravendite sulle piattaforme di scambio. A partire dal 2011 alcune organizzazioni iniziarono ad accettare il bitcoin come forma di pagamento mentre gli anni successivi sono stati caratterizzati da una serie di bolle speculative, poi scoppiate, che hanno fatto impennare e poi precipitare il prezzo del bitcoin. Il valore del bitcoin ha oscillato nel corso del tempo toccando i 1.100 dollari nel 2013, i 272 nel 2015 (nel 2014 era fallito Mt. Gox in seguito ad un attacco hacker), i 20mila dollari nel 2016 ed i 65mila dollari nel maggio del 2020.

Il processo attraverso il quale vengono messi in circolazione nuovi bitcoin viene chiamato mining. Il mining, che viene eseguito utilizzando computer molto avanzati in grado di risolvere problemi complessi, è anche una componente chiave del mantenimento e dello sviluppo del libro mastro della criptovaluta. I minatori si occupano di verificare la legittimità delle transazioni e vengono pagati per questo con dei token crittografici, ovvero con gli stessi bitcoin. Questa convenzione, ideata dal fondatore Satoshi Nakamoto, ha tra i suoi scopi quello di offrire un sostentamento agli utenti onesti. Chiunque, almeno in teoria, può assemblare un pc molto potente e fare crypto mining anche se gli introiti maggiori sono riservati a chi è in possesso di supercomputer in grado di lavorare su ritmi elevati e con consistenti costi energetici e di raffreddamento. I premi vengono pagati al minatore che scopre, per primo, la soluzione ad un puzzle molto complesso e la probabilità che ci riesca è legata alla porzione della potenza di mining sulla rete. Il lavoro dei miner contribuisce ad evitare la doppia spesa, quel fenomeno per cui un proprietario spende illegalmente lo stesso bitcoin due volte e conserva l’originale.

Il panorama delle criptovalute è estremamente vario. Le poche barriere esistenti consentono, infatti, a chiunque sia in possesso di nozioni specifiche di lanciarsi in questa avventura. Non tutte le 1600 criptovalute quotate rivestono, però, la stessa importanza ed il numero di quelle dotate di liquidità può essere ridotto a 20-30. Tra quelle più popolari ci sono Ether, Ripple XRP, Litecoin, NEO e IOTA. Ether è, storicamente, la seconda criptovaluta più popolare dopo il Bitcoin ma, a differenza del rivale, ha una natura “utilitaristica” e viene usata come remunerazione per l’uso della piattaforma Ethereum (non vuole essere un’alternativa alle valute tradizionali). Ripple XRP, sin dalle origini, è strettamente legato a e appoggiato da un certo numero di banche ed ha lo scopo di facilitare il trasferimento del denaro a livello internazionale. La sua crescita negli ultimi anni è significativa e c’è la possibilità che diventi parte del sistema finanziario tradizionale. Litecoin è un’alternativa più pratica e tecnologicamente superiore al Bitcoin ed i suoi creatori sperano che un giorno verrà utilizzato per il pagamento di beni e servizi di uso quotidiano, IOTA facilita le microtransazioni tra dispositivi collegati mantenendo l’integrità dei dati e NEO intende porsi come alternativa più sofisticata ad Ether.

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