Lo Stato islamico avanza nelle Filippine
Miliziani in mimetica, viso coperto e armi in pugno. Gli ostaggi con gli occhi bendati e vestiti con le tute arancioni. Non siamo in Siria o in Irak. Siamo nella provincia di Lanao, nell’isola di Mindanao, Filippine del sud. I due prigionieri Salvador Hanobas e Makol Hanobas, che si vedono nella foto diffusa attraverso internet dai jihadisti dello Stato Islamico, sono stati ritrovati decapitati dalla polizia locale. Erano stati rapiti lo scorso quattro aprile ed erano stati accusati di essere delle spie che lavoravano per il governo. In cambio della loro libertà il gruppo aveva richiesto la liberazione di un loro compagno arrestato nei giorni precedenti.In questa regione a maggioranza musulmana l’ideologia dei tagliagole dell’ISIS sta prendendo sempre più piede. Nell’ultimo periodo diversi gruppi armati hanno giurato fedeltà al Califfo attraverso dei video diffusi su You Tube. Uno dei maggiori è Abu Sayyaf. Questo gruppo è responsabile del rapimento di Rolando Del Torchio, l’ex missionario italiano sequestrato sei mesi fa e liberato recentemente. L’organizzazione terroristica dovrebbe avere ancora in ostaggio almeno diciotto stranieri, compresi due cittadini canadesi e un norvegese. Per provare a liberare questi ostaggi ed arrestare il leader del gruppo Isnilon Totoni Hapilon, l’esercito filippino ha lanciato nei giorni scorsi un’offensiva nell’isola di Basilan, una delle roccaforti di Abu Sayyaf. Nei combattimenti sono morti oltre trenta soldati governativi e circa duecento sono rimasti feriti.
Altri gruppi operativi in questa zona sono Katibat Ansar al Sharia, Katibat Marakah Al Ansar e Ansar Khalifah Philippines. Quest’ultimo ha recentemente diffuso un video dove minaccia di “distribuire kamikaze” in tutto il Paese. Ansar Khalifah, secondo le informazioni che riporta il giornale Benar News, sarebbe guidato da Abu Sharifah e avrebbe la propria base nella provincie di Cotabato e Sarangani. Nel dicembre del 2015, sempre su You Tube, è stato caricato un video che mostra un campo di addestramento dei jihadisti nascosto nella jungla filippina.
L’avanzata dello Stato Islamico nelle isole meridionali delle Filippine è sempre più pericolosa. E, come scrive Trefor Moss sul The Wall Street Journal, “dimostra anche il fallimento della politica statunitense che, tra il 2002 e il 2013, ha speso 441 milioni di dollari per addestrare ed equipaggiare i reparti anti-terrorismo del Paese asiatico”.