La Germania tra immigrazione e terrorismo
Giovanni Masini visita per i suoi reportage la Germania nel dicembre 2015. Siamo esattamente un anno prima dell’attentato che, il 19 dicembre 2016, viene compiuto dall’islamista tunisino Anir Amri presso il mercatino di Natale di Berlino. Quando Masini gira la Germania dunque, c’è sì il pericolo per attentati nel paese ma ancora i tedeschi non hanno provato nella propria pelle un’azione terrorista. Ma la Germania raccontata da Masini, oltre ad essere quella che ha paura del terrorismo, è anche quella “salafita”. Nel reportage infatti, si evidenzia come nel 2016 sia cresciuta del 25% la percentuale dei musulmani presenti in Germania che dichiarano di applicare un’interpretazione rigida del Corano.
Non si tratta di terroristi, ma di persone che comunque hanno al loro interno simpatie per idee salafite. Un pericolo da non sottovalutare, che porta Giovanni Masini ad effettuare paragoni con Mosul, in quel momento ancora sotto le grinfie del califfato: questo perché anche in Germania è possibile imbattersi pubblicamente in prediche a favore della causa salafita o jihadista. Un elemento dunque, che giustifica le preoccupazioni circa la possibilità che sempre più terroristi e foreign fighters si attivino partendo dalla Germania.
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PARTE 1
In Europa come a Mosul
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PARTE 2
L’appello dei poliziotti tedeschi
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PARTE 3
Che sia una montatura?
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PARTE 4
Donna dell’anno?
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PARTE 5
L’ultima intervista a Sven Lau
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PARTE 6
La confessione del marocchino
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