Il Bangladesh dopo la strage di Dacca
Il primo luglio 2016 un attentato viene compiuto da miliziani jihadisti nei confronti dei clienti del ristorante Holey Artisan Bakery, a Dacca. In quel momento sono diversi i cittadini stranieri presenti nel locale, visto che il quartiere dove è ubicato si trova in una zona diplomatica della capitale del Bangladesh. Alla fine della drammatica azione terroristica, risultano 22 le vittime civili. Di queste, ben nove sono italiane. Fabio Polese raggiuge Dacca a distanza di alcuni mesi da quei drammatici fatti. Nel suo reportage girato tra il mese di novembre e dicembre del 2016, si descrive una città ancora scossa dall’attentato ed un paese, quale il Bangladesh, in bilico tra una visione laica dello Stato ed una propaganda islamista che fa sempre più breccia.
Ciò che caratterizza l’attentato del luglio 2016, assieme al complessivo fenomeno dell’estremismo islamico nel Bangladesh, è che le idee jihadiste fanno breccia non solo nella parte più povera della popolazione, ma anche in quella più ricca. Nel suo reportage Fabio Polese parla proprio della paura di molti cristiani bengalesi di vivere nel loro paese, specie dopo l’attentato di luglio. Da allora, nonostante importanti misure di sicurezza, la paura fa da padrona sullo sfondo della quotidianità dei cristiani nel Bangladesh.
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PARTE 1
Il bordello di Tangail
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PARTE 2
Tra i cristiani senza diritti
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PARTE 3
Sopravvissuto ai tagliagole islamici
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PARTE 4
Dentro il ristorante della strage
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PARTE 5
Ecco come si finanzia il terrorismo islamico
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TRASPARENZA
Questo reportage è stato realizzato con il sostegno dei lettori. Qui di seguito tutte le ricevute delle spese sostenute dal reporter