Viaggio nell’Iran che non ti aspetti
Un viaggio nell’Iran che non ti aspetti, ben lontano da come viene descritto in occidente e dall’immagine che si ha del paese asiatico in Europa. È questo il senso del reportage di Sebastiano Caputo, girato nel giugno del 2016: sono mesi di fibrillazione in Iran, ci si aspetta la fine delle sanzioni Usa, nuovi progetti e nuovi investimenti sono pronti a partire dopo gli anni della chiusura e del parziale isolamento economico che ha privato il paese dei suoi storici partner commerciali. Un Iran che sta quindi cambiando, che guarda al futuro con molto più ottimismo rispetto a pochi anni prima.
Ma è anche l’Iran della tolleranza religiosa: il fatto che nel 1979 la rivoluzione khomeinista abbia instaurato una teocrazia, porta a molti in occidente a credere che nel paese non sia consentito alle minoranze di professare il proprio credo. Ed invece, nel viaggio lungo il paese fatto da Sebastiano Caputo, si scopre un’altra verità: in Iran è possibile professare il proprio credo, esistono piccole comunità cristiane, così come piccole comunità di ebrei. Tutti perfettamente integrati, senza limitazioni nelle possibilità di manifestare il proprio credo. A Teheran come in altre zone del paese, cristiani, sciiti ed ebrei non presentano tensioni nei propri rapporti di convivenza.