La stanza buia dell’eroina finanziata dalla sinistra francese
(Parigi) Il funzionamento è semplice: prendi un ticket e aspetti. Poi, quando arriva il tuo turno, hai 20 minuti per drogarti. Et voilà. La prima stanza del buco francese ha aperto le porte a ottobre del 2016 e si trova accanto all’ospedale Lariboisère, a pochi passi dalla Gare du Nord. Pieno e affollatissimo centro parigino. Si cammina per rue Ambroise Paré fino ad arrivare a un grosso e anonimo cancello grigio. Non è in un luogo isolato o in qualche via fuori mano. No. L’oasi dei tossicodipendenti ha un entrata diretta sulla strada nel cuore di un quartiere residenziale della Ville Lumière.
“Il supermercato della droga”
Ufficialmente il suo nome è “stanza di consumo a minor rischio”, ma gli abitanti del quartiere inviperiti la chiamano in un altro modo: “Il supermercato della droga”. Non hanno tutti i torti. Basta prendersi un caffè nel bar di fronte per capire l’andazzo. Insomma, per gli spacciatori si sono spalancate le porte del paradiso. Passano lì davanti, vendono, vanno.
“Consumare in sicurezza”
Nella stanza bel buco parigina si può entrare a due condizioni: “Devi essere maggiorenne e avere con te la droga da consumare”, spiega a Gli Occhi della Guerra Caroline, la coordinatrice della sala. L’obiettivo, comunque, è consumare le sostanze in sicurezza, riducendo i rischi di tipo igienico sanitario, in particolare di Aids ed epatiti. “L’80% della consumazione avviene per iniezione endovenosa. Soprattutto morfina. Mentre per inalazione in gran parte del crack. Questi due prodotti – aggiunge – vanno per la maggiore. Più raramente, invece, eroina, cocaina: circa il 2% del totale”. Lo scopo, tra le altre cose, è anche quello di prevenire i casi di overdose. “Succede circa una volta al mese che qualcuno si senta male”, afferma Caroline. Proprio per questo, all’interno della sala c’è uno studio medico per consultazioni ed emergenze, con infermieri o un medico part-time.
20 minuti per drogarti
“I consumatori entrano di qui – ci spiega sempre la coordinatrice – è un’entrata diretta sulla strada”. La stanza del buco è aperta dalle 13.30 alle 20 e 30. I tossicodipendenti devono registrarsi all’ingresso usando il loro nome o uno pseudonimo, e poi devono mostrare la droga che devono consumare. “Prima di iniziare devono lavarsi le mani”, aggiunge. “Poi gli diamo il materiale di cui hanno bisogno”. Siringhe, elastico, materiale per disinfettare. “Prendono un posto e hanno 20 minuti. Che sia per inalare o per iniettarsi”.
La sala di ricreazione
I consumatori, dopo essersi fatti la loro dose, hanno a disposizione uno spazio chiamato “stanza di ricreazione”. Ci sono divani, pouf colorati, una televisione e un computer. Una sorta di doposcuola della droga in cui si può fare merenda, dormire, chiacchierare e rilassarsi.
La rabbia degli abitanti del quartiere
L’iniziativa era stata promossa dal Ministero della Salute francese durante la presidenza di François Hollande. Non senza polemiche da parte della destra francese. E non senza polemiche, oggi, dagli abitanti del quartiere che devono convivere con una realtà che squalifica di giorno in giorno la zona. E il valore delle case. “Il prezzo delle case si è abbassato da quando hanno aperto”, ci racconta un commerciante di Rue Ambroisé Paré. “Tutti quelli che abitano qui si lamentano”, afferma invece il proprietario di un bar. “D’altronde è normale. Come puoi essere contento? Non ti viene di certo da dire ‘che bello’ “.
Secondo quanto riportato da Le Parisien, nove giorni su dieci viene segnalato un delitto nel quartiere. A febbraio, per esempio, una donna incinta è stata aggredita a pochi metri dalla sala.
In Europa, comunque, la sala di consumazione è una realtà da diversi anni. In totale, infatti, se ne contano quasi 90 e la prima ha aperto in Svizzera nel 1986. Qui, nel decimo arrondissement parigino, però, i residenti non l’hanno ancora accettata. E non sono disposti a farlo. “Quartiere sacrificato“, si legge su uno striscione appeso a un balcone. “La stanza del buco deve sloggiare”.