Gli schiavi del caporalato
Le telecamere de Gli Occhi della Guerra riprendono anche il nostro paese e, in particolare, i volti più nascosti dell’Italia e le storie meno note al grande pubblico. Un’Italia più povera, meno sicura, che vive di stenti nelle periferie delle grandi città, così come quella dove ancora oggi è presente la piaga del caporalato. Scenari che meriterebbero una maggiore comprensione su tutti i fronti, ma nei reportage c’è anche spazio per approfondimenti più curiosi, che spiegano un’Italia più profonda e difficile da decifrare.
Giovanni Masini è stato in Puglia, tra i migranti schiavi nei campi dei caporali, costretti a lavorare fino allo stremo da un sistema tanto sbagliato quanto radicato nel tessuto sociale. Ma c’è anche chi sceglie di dire no e ribellarsi.
3 PARTI
-
PARTE 1
Inferno nero nei ghetti pugliesi
Da San Severo – Foggia Le ruote sollevano nuvole di polvere quando l’auto si ferma in mezzo alla campagna, in cerca di qualcuno cui chiedere informazioni. “Per il gran ghetto girate a destra all’altezza del filare di cipressi. Seguite lo sterrato,...
Continua a leggere
-
PARTE 2
L’americano: bracciante schiavo che si ribella
Da Boreano (Potenza) Non è facile, per uno schiavo, ribellarsi ai propri padroni. Così come non è semplice trovare il coraggio di denunciare tutto davanti a una telecamera. Eppure, anche fra i dannati del caporalato di casa nostra, c’è chi osa alzare...
Continua a leggere
-
PARTE 3
Italiani schiavi nei campi per tre euro l’ora
“Il caporalato è andare dalle persone che stanno morendo e farle finire di morire”. La frase, lapidaria, è di un proprietario terriero della provincia barese, che intercettiamo alle cinque del mattino mentre assiste all’inizio dell’acinellatura: la difficile operazione di pulitura...
Continua a leggere
TRASPARENZA
Questo reportage è stato realizzato con il sostegno dei lettori. Qui di seguito tutte le ricevute delle spese sostenute dal reporter