Il gruppo di difesa territoriale in Polonia
Sono da poco passate le otto, quando l’enorme cancello della caserma di Minsk Mazowiecki, a quaranta chilometri da Varsavia, si apre per lasciare entrare una cinquantina tra uomini, ragazzi e qualche rara ragazza in uniforme. Pestando i grossi stivali di pelle sul selciato, e senza mai perdere la ritmica andatura, il gruppetto di giovani e meno giovani si distribuisce con ordine al centro del campo e aspetta gli ordini del comandante.
“L’addestramento di oggi fa parte di un’iniziativa promossa dal Ministero di Difesa Nazionale nel 2015, per rafforzare il rapporto tra le organizzazioni paramilitari polacche e l’esercito nazionale, e migliorare il potenziale bellico dei gruppi di volontari – in questo caso l’Associazione dei Fucilieri (o Z.S. Strzelec) – grazie alla supervisione e all’insegnamento di soldati esperti,” spiega Waldemar Zubek, portavoce del Ministero della Difesa.Quando il gruppo viene diviso in unità di cinque o sei persone l’una, Zubek e gli altri supervisori del Ministero cominciano ad aggirarsi per la vecchia caserma, in cerca degli individui con maggior talento e passione. I volontari imparano a maneggiare kalashnikov e fucili – anche se non a tutti è dato impugnare armi vere e talvolta devono accontentarsi di riproduzioni giocattolo – e a mirare e sparare con precisione. C’è chi si nasconde nei bunker e sfida gli avversari a chi lancia le granate più lontano e, ancora, chi simula agguati e non teme il confronto fisico.
Se il futuro professionale dei paramilitari riserva interessanti sorprese nell’esercito o nella polizia, non esclude la possibilità di intraprendere carriere più istituzionali, senza per questo rinunciare ai settimanali addestramenti e all’educazione militare. Nel frattempo, l’interesse dimostrato dal governo e dal Ministero della Difesa verso l’arte della guerra, una passione in continuo aumento nella società polacca, nasconde dell’altro. Infatti, da giugno scorso quella che era un’idea appena abbozzata, è diventata un progetto ufficiale, che mira a reclutare migliaia di paramilitari attorno al quinto braccio statale delle Forze Armate. Questa nuova realtà prenderà il nome di Forza Territoriale di Difesa (OTK).
“Sono stati i cambiamenti nella sfera geopolitica in Europa, precisamente in Ucraina, assieme alla crisi migratoria, ad aver contribuito a creare le variabili individuate dai nostri esperti,” spiega il Colonnello Remigiusz Zuchowski del Bureau della Difesa Territoriale. “Non ci sono dubbi che l’atteggiamento aggressivo della Federazione Russa è stato il fattore decisivo che ha indotto il nostro Ministero a firmare il progetto dell’OTK, che andrà a rafforzare il Sistema di Difesa e rappresenterà una risposta efficace alla guerra ibrida intrapresa dal nostro avversario.”
La selezione dei volontari che andranno a formare la Forza Territoriale di Difesa è cominciata a settembre. L’obiettivo è reclutare 53mila soldati suddivisi in 17 brigate per l’inizio del 2019, con le prime tre brigate che dovrebbero essere operative tra qualche settimana. I paramilitari saranno affiancati da soldati e veterani, ma ricopriranno un ruolo di primo piano all’interno dell’arma, con ben 35mila uomini e donne. La partecipazione dei normali cittadini ad attività, che insegnano a cavarsela in situazioni di crisi, trova risposta nelle due principali missioni dell’OTK: assicurare la capacità di preservare l’integrità territoriale polacca, e rafforzare sia la consapevolezza della gente locale rispetto alla storia e alla tradizione polacca, sia i legami tra le comunità sparse. I volontari riceveranno 116 euro al mese dal Ministero della Difesa e un mese di training militare l’anno e, qualora necessario, saranno dislocati per alcuni periodi nei confini orientali poco distante dall’enclave russa di Kaliningrad.
La Forza Territoriale di Difesa non è un’assoluta novità nel panorama polacco. Infatti, una forza paramilitare con lo stesso nome era già operativa nel Paese tra il 1965 e il 2008. Al tempo l’OTK, già distinta dall’esercito tradizionale polacco, era diviso in Esercito di Difesa Interna e Forza di Difesa dei Confini, e – nel momento di sua massima espansione – contava 65mila uomini. I cambiamenti politici e i tagli nel bilancio militare dei primi anni ’90 si sono tradotti in una sua graduale riduzione, finché le ultime unità di fanteria meccanizzata sono state smantellate nel 2008.La futura Forza Territoriale di Difesa si troverà a operare in un Paese diverso, dove oggi sono presenti più di 120 unità paramilitari e milizie addestrate. Le cinque più importanti e popolari tra queste rientrano nella Federazione delle Organizzazioni di Pro-difesa, che riceve sussidi statali, e tra l’inizio del 2014 e la fine del 2015 ha segnalato un boom di adesioni. Da 6000, gli iscritti hanno superato il centinaio di migliaia.
In testa alla Federazione c’è l’Associazione dei Fucilieri che, fondata nel 1910, è la più antica organizzazione di difesa civile e oggi conta quasi 2000 membri. “L’Associazione è nata come club sportivo ma in realtà preparava i giovani a diventare soldati,” racconta l’anziano comandante, e architetto di professione, Krzysztof Wojewódzki. “La sua storia può essere suddivisa in tre periodi. Dal 1910 al 1914 i volontari entravano a far parte dell’esercito nazionale; dal 1918 alla fine della Seconda Guerra Mondiale l’organizzazione è arrivata a includere 500mila membri prima di essere bandita dal regime sovietico; mentre dal 13 giugno 1990 a oggi ha ripreso le sue attività ed è stata formalmente riconosciuta dalle autorità.”
È stato durante i venti mesi di legge marziale, cioè tra il 1981 e il 1983, che Wojewódzki ha capito l’importanza di combattere per il suo paese. Ma solo al ritorno dal Marocco otto anni più tardi, è entrato a far parte del ZS Strzelec. “Si vis pacem, para bellum. Se vuoi la pace, devi prepararti per la guerra,” recita Wojewódzki abbozzando un sorriso. “La Polonia è sempre stata minacciata e per questo dobbiamo saperci difendere.” Dopo aver spento l’ennesima sigaretta, ed essersi schiarito la voce, continua a parlare. “L’associazione può essere paragonata a un movimento scout dal carattere militaresco e, oltre ad addestrare volontari dai 16 anni in su a gestire guerre e calamità naturali,” spiega, “spesso organizza visite nelle scuole per convincere presidi e maestri a inserire corsi di storia ed educazione militare nei loro programmi.”
Mentre la pioggia e il freddo si abbattono su Minsk Mazowiecki e sui tanti volontari dell’Associazione che hanno aderito all’addestramento militare organizzato dal Ministero della Difesa, il coordinatore, Waldemar Zubek, ci tiene a precisare una cosa. “Nessuna organizzazione entrerà a far parte integralmente della Forza Territoriale di Difesa ma ciascun interessato dovrà far domanda individualmente. L’OTK, a proposito di questa questione, si comporta come l’esercito regolare,” prosegue Zubek, “perciò per iscriversi c’è bisogno di un accordo con il comandante e, se una persona fa parte di un partito o movimento politico, non viene accettata, a meno che non decida di lasciarlo.”Quest’ultima affermazione sembra fatta apposta per placare i timori, sul fatto che la Forza Territoriale di
Difesa possa tramutarsi nell’esercito personale del Ministro della Difesa Antoni Macierewicz o del suo fido compagno Jaroslaw Kaczynski – leader del partito di Libertà e Giustizia (PiS) al governo – e che, in virtù dei suoi opachi criteri di reclutamento, possa accogliere elementi dei movimenti ultranazionalisti xenofobi e razzisti, come il Nuovo Campo Radicale (ONR). Se Marta, una delle due sole ragazze presenti il giorno dell’addestramento, banalizza dicendo che, “Come ci sono persone con diversi colori di capelli, c’è anche chi la pensa diversamente, ma l’importante è avere gli stessi obiettivi e difendere la propria patria,” a preoccupare di più sono le fonti ufficiali.
Il comandante Zuchowski apre nuove pericolose possibilità quando afferma che, “secondo la nuova legge polacca, che è in via di approvazione, un soldato appartenente a un’associazione o a un’organizzazione, nel momento in cui vuole entrare a far parte delle Forze Armate Polacche deve informare il suo comandante”. Non è quindi necessario che abbandoni il suo coinvolgimento in politica, come sosteneva Zubek. È Konrad Zieleniecki, rappresentante di PiS nel distretto di Bialystok, a far definitivamente crollare qualunque dubbio. “Molti uomini delle organizzazioni di ultra-destra sono entusiasti all’idea di unirsi all’OTK e, secondo me, è una buona idea impiegare la loro esaltazione patriottica in modo pratico, a tutto vantaggio del nostro Paese.”Macierewicz oltre a essere lo stratega dietro la quinta forza armata del Paese e intimo confidente di Kaczynksi è noto per affondare le sue radici politiche nell’oltranzismo di destra ed essere celebrato come un eroe da molti giovani ultranazionalisti. Così, se è impossibile preventivare cosa succederebbe, se il governo populista cattolico-conservatore decidesse di attirare a sé e mobilizzare i tanti elementi dell’ultradestra polacca, non è insensato pensare che Macierewicz e la Forza Territoriale di Difesa possano costituire il più legittimo ponte tra i due.
E a chi vede nella decisione del governo di incrementare la spesa bellica annuale, o nella popolarità delle organizzazioni paramilitari e nel progetto di Forza Territoriale di Difesa, l’ennesima rappresentazione e irrigidimento della politica statale polacca di legge e ordine, Zuchowski smentisce. “Ci accusano di militarizzare la società,” dice risentito, “ma il nostro è solo un semplic e comprensibile allineamento.”Ha collaborato Costanza Spocci.