I migranti di Calais

I migranti di Calais

È l’immagine simbolo della crisi migratoria sorta tra Francia e Gran Bretagna tra il 2014 ed il 2016, quando le guerre in medio oriente hanno spinta migliaia di persone verso il nord Europa e verso l’Inghilterra. Il riferimento è alla giungla di Calais, città che ospita uno dei porti francesi più importanti e da cui partono le navi verso il Regno Unito. Se i primi accampamenti abusivi di migranti sono sorti sul finire degli anni ’90, la cosiddetta giungla si forma invece nel 2015. Si stima che oltre seimila migranti siano ospitati in quel periodo tra i boschi attorno Calais.
Un vero e proprio villaggio interamente abusivo, fatto di baracche e di alcune tende per il soccorso. Una situazione esplosiva, a cui Giovanni Masini ha rivolto le sue attenzioni nel reportage girato proprio all’interno della giungla. Nel servizio ben si notano le condizioni di vita decisamente proibitive, il degrado e le tensioni al suo interno. Oggi il campo non c’è più, è stato sgomberato, anche se non mancano nelle vicinanze piccoli accampamenti di persone che sperano di imbarcarsi di nascosto verso la Gran Bretagna.

3 PARTI
  • PARTE 1

    L’assalto ai tir

    Da Calais (Francia)-Il portellone del tir si chiude con fragore, il carico è ancora al suo posto. Intorno, centinaia di immigrati prendono d'assalto i camion con scene che ricordano il Far West. Questa volta ci è andata bene, ma molti...

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  • PARTE 2

    La grande giungla

    Da Calais (Francia)-La giungla puzza, la giungla fa schifo. "Grande Jungle" è il nome dato dagli abitanti di Calais all'enorme bidonville sorta alla periferia della città francese sulla Manica, popolata di quattromila migranti che da mesi attendono di poter passare...

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  • PARTE 3

    Chiesa e profughi

    Da Calais (Francia)-Le baracche della giungla raramente superano i due metri, per entrarci bisogna chinarsi verso il suolo. Solo alcune bandiere fissate a lunghi pali di plastica svettano su tutto. Eppure inoltrandosi per le vie di questa favela che sorge,...

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