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Campo minato
“Ecco i regali che ci hanno lasciato i russi”
“Ecco i regali che ci hanno lasciato i russi”
Campo minato
Anton Arestovich è un giovane chirurgo ortopedico nell’ospedale di Ivankiv, una cittadina di circa 10mila abitanti situata vicino alla Zona di esclusione di Chernobyl.

Il 24 febbraio 2022, quando la Russia ha invaso l’Ucraina partendo dalla Bielorussia e passando attraverso la zona di esclusione di Chernobyl, la città di Ivankiv è stato occupata immediatamente, poiché si trova sulla strada che porta alla capitale ucraina Kiev.

“I giorni dell’occupazione sono stati molto duri”, racconta il dottor Arestovich. “Avevamo fino a venti pazienti al giorno che arrivavano con ferite da arma da fuoco o da esplosione perchĂ© molti cercavano di scappare da Ivankiv e i russi sparavano. Venivano colpiti a bruciapelo solo perchĂ© cercavano di mettersi in salvo”.

“Chi non moriva arrivava da noi con ferite piĂą o meno gravi. Non avevamo farmaci, materiale chirurgico, niente per poter fare funzionare correttamente un ospedale, tutti i rifornimenti erano interrotti ovviamente. Anche l’energia elettrica era razionata e arrivava per due ore al giorno. Facevamo quello che potevamo per salvare i feriti”.
Finito l’incubo dell’occupazione il 31 marzo, quando i russi si sono ritirati dalla zona di Chernobyl e da Ivankiv, è iniziato un altro incubo per la popolazione locale: quello delle mine e degli ordigni inesplosi.
“Oggi il problema maggiore che abbiamo sono le mine e i proiettili inesplosi“ continua a spiegarci il dottor Arestovich “perchĂ© qui attorno il territorio è stato completamente minato dai russi e ci sono moltissimi ordigni inesplosi. Abbiamo molti pazienti che riportano lesioni gravi perchĂ© pestano le mine, e allora hanno ferite alle gambe, o perchĂ© raccolgono questi oggetti, li portano a casa e li smontano, allora hanno ferite alle mani e braccia”.
“La foresta che circonda la nostra città è pericolosissima. I boschi sono stati minati prima dai russi durante l’occupazione, e poi anche dall’esercito ucraino per impedire un’eventuale nuova invasione da parte dell’esercito di Mosca. Le persone qui per la maggior parte vanno a prendere la legna nella foresta, funghi, frutti di bosco come è da tradizione e per necessitĂ . Tutti sanno del problema delle mine, ma hanno necessitĂ di sopravvivere. Prendono questi funghi, la legna dalla foresta e poi li vendono, così possono vivere, ma rischiando la vita ogni volta”.
“Alcune aree si dice siano state sminate, ma in realtĂ non è così. Ci saranno molti problemi in futuro perchĂ© le persone continueranno a saltare in aria, grazie ai regali che i russi hanno lasciato qui sulla nostra terra, e non so per quanti anni…”

Ma il problema di questo territorio non è legato solo alle mine.
I tecnici della centrale nucleare di Chernobyl stanno cercando di capire gli effetti dell’occupazione russa sui rischi legati alla radioattivitĂ nei trenta chilometri quadrati che circondano la centrale.
I dipendenti della centrale nucleare non erano gli unici nella zona di esclusione il 24 febbraio. La struttura era sorvegliata da 169 soldati della guardia nazionale ucraina, insieme a personale medico e vigili del fuoco.
Da quando hanno sequestrato la centrale il primo giorno dell’invasione, le truppe russe hanno costruito fortificazioni e trincee nella cosiddetta Foresta Rossa, la parte piĂą contaminata nella quale erano stati seppelliti rifiuti ad alto livello di radioattivitĂ . Questo ha causato un aumento della radioattivitĂ da due ad otto volte poichĂ© gli scavi che hanno riportato in superficie radionuclidi di cesio, plutonio e stronzio, mettendo a rischio la salute stessa dei militari russi che hanno compiuto queste operazioni. Il ministro degli Esteri ucraino ha affermato che il Paese lavorerĂ con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) per definire esattamente le operazioni delle truppe russe nel sito e cercare di metterlo in sicurezza anche da un punto di vista radiologico.
Inoltre, i soldati occupanti avrebbero rubato materiali e sostanze radioattive dai laboratori di ricerca della centrale nucleare di Chernobyl per poi abbandonarli in parte all’interno dell’area di esclusione. Le forze dell’ordine ucraine stanno indagando su quanto rubato dalle forze russe nella zona di esclusione di Chernobyl (le stime attuali parlano di 26 milioni di grivne, circa 800mila euro).
L’Agenzia statale ucraina per la gestione della zona di Chernobyl ha stimato che all’epoca vi fossero piĂą di 300 persone nell’area, inclusi quattro “stalker”, giovani avventurieri che si recano illegalmente nella zona per esplorarla. Il giorno prima dell’invasione, i quattro uomini erano entrati a Pripyat, dove avevano programmato di camminare lungo un cavo teso tra due edifici di 16 piani e registrare l’acrobazia da un drone. Dopo l’inizio dell’invasione, hanno chiesto rifugio all’interno della centrale. Le truppe russe sono entrate nella zona di esclusione di Chernobyl dalla Bielorussia in due punti: il primo vicino al villaggio di Vilcha, a nord-ovest; il secondo presso il villaggio di Kamaryn, a nord-est. Veicoli blindati, compreso un carro armato, hanno raggiunto l’edificio amministrativo principale di Chernobyl intorno alle 14 del 24 febbraio.
Le autorità Ucraine hanno spiegato che il genio militare, assieme ad esperti internazionali (per la maggior parte svizzeri) sta lavorando per sminare luoghi chiave, creando dei percorsi in sicurezza all’interno della Zona per tecnici e militari.
Questo però non mette assolutamente in sicurezza la popolazione locale che vive nelle cittadine a ridosso dell’area di esclusione, inclusa Ivankiv. Negli anni a venire continueranno ad essere vittime delle mine e della contaminazione radioattiva.
Secondo le prime stime del governo ucraino ci vorranno, ad oggi, circa 20 anni prima di poter sminare completamente e bonificare la Zona.