Il nuovo fronte
“Per evitare la guerra civile ed il bagno di sangue vogliamo che le truppe russe intervengano come forze di pace nell’Ucraina orientale” annuncia come se fosse normale, Ghennadi Makarov.Secondo lui l’armata di Mosca, dopo la Crimea, dovrebbe invadere l’est del paese occupandone metà fino al fiume Dnieper. Ovviamente come se fossero caschi blu dell’Onu. Il leader del Movimento russo a Kharkiv, la seconda città ucraina non ha dubbi: “Negli ultimi vent’anni dal crollo dell’Urss abbiamo vissuto in un regime di occupazione”. Makarov, che parla sotto l’enorme statua di Lenin al centro della città, esagera, ma l’indipendenza della Crimea sta aprendo il fronte orientale del separatismo al confine con la Russia, un focolaio più ampio e pericoloso. La popolazione è russofona anche se meno compatta contro il governo di Kiev rispetto alla penisola che si sta staccando dall’Ucraina.
Nelle ultime settimane si susseguono manifestazioni a favore di Mosca in 11 città del sud est a cominciare da Donetsk, Luhganks, Dnipropetrovsk, ed Odessa. A Kharkiv, “Milano” dell’Est, la più grande piazza d’Europa è il campo di battaglia delle opposte fazioni. I filo russi presidiano la statua di Lenin sventolando bandiere con la falce e martello, ma pure gli stemmi degli utranazionalisti che vedono Mosca come loro capitale. Qualche centinaio di metri più in là, sotto la sede del governatore, presidiata dalla polizia, fanno capolino i pro Maidan decisi a non mollare la piazza agli avversari. Quando si scontrano sono scintille e stanno spuntando le prime armi. I filo russi vogliono il referendum nell’Est per un federalismo spinto, la lingua parificata all’ucraino e la cancellazione delle frontiere grazie all’unione doganale con Mosca. La gente in piazza, senza tanti giri di parole, urla “Putin vieni a salvarci” e spiega che l’unica speranza “contro i fascisti di Kiev è unirsi alla Russia”. Vladimir Cistilin animatore della Maidan di Kharkiv vuole sbarrarli il passo: “Domenica saremo in 20mila a difendere l’unità del paese e ribadire che la Crimea fa parte dell’Ucraina”. L’armata russa dopo la Crimea “non oserà invadere l’Ucraina orientale. La Nato e gli Usa sono con noi e scoppierebbe la terza guerra mondiale”.
Nella seconda città del paese si gioca una partita cruciale. Il governatore, Mikhail Dobkin, è stato arrestato lunedì per “separatismo”. In combutta con il sindaco ancora in carica, Hennadiy Adolfovych Kernes, cavalcava la tigre della rabbia filo russa. Il ministro dell’Interno del nuovo potere, Arsen Avakov, è di Kharkiv, come quello dell’Agricoltura, Ihor Shvaika, pezzo forte del partito ultranazionalista Svoboda puntello della rivolta di Maidan. Una scenario a chiazza di leopardo, che rischia di esplodere. I filo russi hanno già organizzato la milizia samoobarona, come in Crimea. Secondo Makarov, che vuole le truppe di Mosca fino alle porte di Kiev, serve solo “per difendere gli attivisti e le loro famiglie. I nostri sono inquadrati militarmente dai cosacchi” che arrivano dalle sponde del fiume Kuban, in Russia. Da Rostov sono segnalati “i turisti del conflitto”, che prendono l’autobus in giornata e vengono a far casino nelle manifestazioni pro Mosca dell’Ucraina orientale.I più pericolosi fra i filo russi sono i membri di Oplot, “Baluardo”, un’organizzazione che prende il nome da un carro armato. Qualche centinaio di palestrati, esperti di arti marziali, che secondo il loro capo Evgeny Zhilin, ricercato dalla procura ucraina e riparato in Russia “si preparano ad una possibile guerra”. Nella “capitale” dell’Est ci sono anche 200-300 paramilitari di Pravj Sektor (l’ala destra), che a Kiev sono stati cruciali nelle battaglie di piazza, ma nell’est non amano farsi scoprire dai giornalisti. “Sono pronti a combattere. Se i filo russi alzeranno la testa più di tanto la schiacceranno” spiega a il Giornale un giovane che è stato con loro in piazza. A Donetsk, l’ex feudo del presidente Yanukovich fuggito in Russia, sotto l’immancabile statua di Lenin, si alza una voce in italiano: “Giornalisti, vergognatevi non raccontate la verità sull’Ucraina”. Maria, ucraina di passaporto, ma russa nel cuore è venuta a trovare l’anziana madre. Con lei c’è Giuseppe, il marito italiano, che annuisce. La coppia vive nell’Italia del nord ed è convinta che “la Crimea è l’Ucraina orientale staranno meglio con la Russia”.