Sirte, la vendetta dello Stato Islamico
L’ elicottero attera lento, la folla gli si stringe attorno. Sono padri e fratelli, amici e parenti.Quando arrivano i primi soccorsi sul terreno ci sono dieci cadaveri e tre feriti uno dei quali in gravissime condizioni. Ma la vendetta dello Stato Islamico messa a segno a Nawfaliya è anche un segnale di quanto pericolosa e sanguinosa potrebbe rivelarsi l’offensiva della Brigata 166 contro la città di Sirte trasformata in nuovo caposaldo del Califfato.
Mentre i “misuratini” al pari delle altre khatibe libiche si muovono in disordine ed esibiscono un addestramento militare a dir poco approssimativo i combattenti del Califfato dimostrano – anche qui in Libia – di essere combattenti rodati e forti di un’esperienza acquisita nel corso di anni di campagne militari su fronti che vanno dalla Cecenia all’Iraq, dall’Afghanistan alla Siria. Un’esperienza che rischia di vanificare la superiorità numerica delle milizie di Misurata e trasformare la battaglia di Sirte in un interminabile e sanguinoso assedio.