La Libia martoriata dall’Isis
Nel maggio del 2015 l’Isis impressiona per la sua violenza e la sua crudeltà soprattutto tra Siria ed Iraq, ma anche in Libia già in quel momento inizia a fare sentire la sua pressione.
Gian Micalessin si trova nel Paese nordafricano a documentare proprio le avanzate del califfato a pochi chilometri da casa nostra: Sabratha, così come Sirte, sono zone dove l’Isis inizia ad apporre le proprie bandiere. Da lì a breve il califfato costruirà una sua piccola cellula proprio nella città natale di Gheddafi, prima di essere bombardato da una coalizione a guida Usa.
Micalessin documenta proprio questo momento particolare, non solo per la Libia ma anche per la guerra al terrorismo. Il reporter coglie alcune delle fasi più importanti che testimoniano l’avanzata delle bandiere nere nel paese nordafricano. Un contesto che preoccupa ancora di più di quello di Siria ed Iraq, visto che la Libia si trova dirimpettaia all’Italia ed all’Europa. Per questo il reportage, uno dei primi che documenta la presenza jihadista in Nord Africa, assume un significato ancora più importante.
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PARTE 1
“L’Italia è nel mirino dell’Isis”
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PARTE 2
I barconi della morte
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PARTE 3
Sotto le bombe di Tripoli
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PARTE 4
“Trattiamo con l’Italia”
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PARTE 5
Libia, lo Stato Islamico cresce
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PARTE 6
Quei cadaveri dei clandestini abbandonati sulle spiagge
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PARTE 7
Tripoli, l’aeroporto distrutto: qui ha inizio la guerra civile
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PARTE 8
Le milizie di Misurata: “Roma ci appoggi”
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PARTE 9
Leon e Mogherini sognano, intanto l’Isis avanza in Libia
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PARTE 10
Sirte, la vendetta dello Stato Islamico
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TRASPARENZA
Questo reportage è stato realizzato con il sostegno dei lettori. Qui di seguito tutte le ricevute delle spese sostenute dal reporter