La Libia a tre anni dalla rivoluzione
In che stato si trova la Libia a tre anni dalla caduta di Gheddafi? È la domanda che spinge, nel febbraio del 2014, Gian Micalessin ad andare nel Paese nordafricano per documentare la situazione nel suo reportage. Sono passati tre anni dal bombardamento della Nato, da quando cioè l’occidente entra nella guerra civile in corso in Libia ed aiuta i cosiddetti “ribelli” a rovesciare il rais Muammar Gheddafi. Micalessin descrive una Libia in preda alla paura, al panico e al disordine più totale. Le promesse di democrazia del 2011 sembrano svanite, a favore invece di una continua guerra tra fazioni e tribù.
Nel suo reportage, Micalessin racconta anche l’ascesa di Ibrahim Jadran, descritto come “secessionista” cirenaico, il quale con la sua milizia spesso mira a bloccare le esportazioni di petrolio ed a venderle oltrepassando le già fragili istituzioni statali. Jadran viene anche definito come uno che “odia gli islamisti”. Nelle immagini e negli articoli di Micalessin, spazio anche alle minacce contro i cristiani rimasti ed agli assalti contro il cimitero italiano di Tripoli.
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PARTE 1
Libia, estradato dal Niger il figlio di Gheddafi
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PARTE 2
Ibrahim Jadran: il Robin Hood cirenaico che blocca il petrolio e odia gli islamisti
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PARTE 3
Libia, l’ultimo viaggio
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PARTE 4
Bengasi, tre anni dopo: la rivoluzione si è dissolta ma resta l’incubo di al Qaida
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PARTE 5
Tra i pozzi del “nostro” gas assediati dalle milizie libiche
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PARTE 6
Libia, la boutade del colpo di stato
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PARTE 7
Missione Libia, i carabinieri addestrano la polizia di frontiera
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PARTE 8
Il vescovo di Tripoli: “La mia paura più grande è il fondamentalismo”
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PARTE 9
Libia, 7 febbraio: la grande paura
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PARTE 10
Tripoli, il cimitero italiano tra assalti dei gheddafiani e riti di magia nera
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