La stazione della morte

La stazione della morte

(Kramatorsk) Il peluche insanguinato è un colpo al cuore. In mezzo al piazzale davanti ai binari della stazione della  morte di Kramatorsk rappresenta il tragico simbolo di una guerra che spazza via i bambini. Dieci sono morti assieme ad altre 40 persone per un maledetto missile arrivato da Est, dove sono attestati i russi. Forse una testata di bombe a grappolo, che ha seminato morte e distruzione in mezzo ad una folla di migliaia di civili. Famiglie che premevano per salire su un treno e mettersi in salvo verso ovest in vista della temuta offensiva russa nel Donbass.

“Un soldato davanti a me è stato dilaniato. Il suo sangue mi è schizzato addosso, ma sono stata colpita pure io e crollata in ginocchio”, racconta Anastasia, 24 anni, una giovane ferita che non smette di piangere. Il missile assassino è piombato dal cielo alle 10.35 del mattino su gente ignara che scappava proprio dai bombardamenti. Quando arriviamo la scena è drammatica: per terra i vetri delle finestre andati in frantumi si mescolano alle strisce di sangue di chi ha cercato di trascinarsi al riparo. Ad un passo dai binari ci sono trolley, borse, valige abbandonate alla rinfusa. Per terra vicino al peluche insanguinato, una mezza pagnotta, borsette, cappelli femminili. E scarpe volate via, intrise di sangue, sia di adulti che bambini. Un passeggino verde è abbandonato per sempre.

L’orrore è coperto da teli verdi e bianchi che sono diventati rossi. Due lunghe file di corpi allineati da militari e poliziotti, con lo sguardo vitreo, che non dicono una parola. Da un telo spunta la gamba affusolata di una donna, dall’altra il corpo di una ragazzina. Un bambino è stato decapitato dalla furia dell’esplosione. La mano biancastra e rattrappita di un’anziana sbuca da sotto un telo. I militari con il simbolo della croce rossa sul braccio arrivano con i sacchi neri per portare via i corpi. Quando alzano i teli vedi tutta la brutalità della guerra che falcia i civili. E’ la strage degli innocenti, della gente in fuga, soprattutto donne e bambini, che agognavano un posto sul treno della salvezza. Nella stazione di Kramatorsk hanno trovato la morte.

“Ho sentito due gigantesche esplosioni in aria. Le macchine davanti a me hanno preso fuoco e poi il buio” racconta Daria, che ha delle schegge in un braccio. Le strisce di sangue della strage alla stazione continuano fino alla sala d’attesa, dove tutto è in frantumi. Un cane azzoppato sembra fare la guardia a delle chiazze rosse sul marmo, forse il sangue del suo padrone.
Davanti alla stazione un pezzo di missile è caduto su un piccolo spiazzo verde. Una specie di siluro, forse un pezzo del rotore, con una scritta bianca in russo che fa accapponare la pelle: “Per i bambini”. Un monito di rappresaglia o vendetta sull’ordigno che forse portava una testata a frammentazione esplosa a mezz’aria falciando i civili. La stazione è ancora intrisa di sangue, che già si scatenano le accuse contrapposte. Gli ucraini e l’Occidente parlano con certezza di “abominevole” crimine di Mosca. Il bilancio ufficiale è di 50 vittime, compresi 10 bambini e 300 feriti, ma dopo la strage diversi sono spirati come mosche negli ospedali. Una donna se ne è appena andata e le infermiere portano il corpo fuori dall’ospedale con un lenzuolo che le copre il volto. Si vede solo il braccio irrigidito e un portachiavi con l’immagine della torre Eiffel, che forse sognava di visitare in fuga verso Ovest.

Il ministero della Difesa di Mosca respinge le accuse e punta il dito contro un battaglione missilistico ucraino che avrebbe “lanciato i missili da Dobropolye”. L’assurda spiegazione è per “impedire ai civili di partire e usarli come scudi umani”. I militari sul posto parlano di un Tochka-U, il vecchio SS-21 di sovietica memoria che dal 2020 non sarebbe più in dotazione alle forze russe. In realtà la nota della sigla incisa in nero sul relitto (9M79-1) lo identifica come un’evoluzione, che può portare bombe a grappolo fatte apposta per eplodere a mezz’aria. Questo spiega l’assenza di un cratere. L’intelligence occidentale ha segnalato, prima del massacro della stazione, che i russi stavano utilizzando pure questi missili nella guerra in Ucraina. E non si può escludere che i loro alleati nel Donbass siano in possesso di ordigni balistici a corto raggio del genere. Gli ucraini hanno in dotazione le stesse armi e forse per questo la versione di Kiev è che si tratti di un moderno missile Iskander.

Poco importa alla ragazza che piange a dirotto e lotta per la vita in un letto d‘ospedale con i sacchetti di sabbia che tappano le finestre. Ferita alla stazione ha perso il fratello e la madre le stringe la mano per farle coraggio con il volto rigato di lacrime.