I profughi dimenticati
Nell’aprile del 2016 lo slancio dell’Isis tra Siria ed Iraq inizia già a scemare, con il Califfato che non effettua più grandi conquiste territoriali come nel 2014 e nel 2015, biennio terribile e contrassegnato dalle avanzate delle bandiere nere. Nel 2016, però, migliaia di profughi sono ancora costretti a stare lontano dalle proprie case. Si tratta soprattutto dei cristiani che abitano nella piana di Ninive ancora occupata dall’Isis e martoriata dalla presenza del Califfato islamico. In quel mese Giovanni Masini si trova nel Kurdistan iracheno, proprio per mostrare la vita di quei cristiani costretti a stare lontani dalle proprie terre.
Anche qui la vita non è semplice: nei dintorni di Erbil, capoluogo del Kurdistan iracheno, nascono campi di accoglienza e campi profughi non sempre facili da gestire. Di sicuro in queste zone i cristiani sono al sicuro, ma al tempo stesso la loro vita appare ancora segnata e stenta a ripartire. Conventi distrutti, chiese tirate giù, massacri contro i civili: ad Erbil è questo quello che hanno davanti agli occhi i cristiani fuggiti, cristiani a cui il reportage è dedicato per rendere giustizia ad una fascia di popolazione spesso dimenticata dall’Europa.
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PARTE 1
Così vivono i cristiani scampati a Isis
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PARTE 2
Il frate che salva la cultura cristiana
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PARTE 3
Il calvario dei profughi dimenticati
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PARTE 4
“Islam ha un problema col mondo”
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PARTE 5
Cristiani a tu per tu con l’Isis
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