“La polizia li coprì perché non voleva apparire razzista”

“La polizia li coprì perché non voleva apparire razzista”

(Regno Unito)  “Dovresti uscire di qua. Dovresti dimetterti. Figlio di *******! Hai lasciato che abusassero di noi. Hai lasciato che uccidessero mia sorella!”.  A urlare queste parole in faccia  all’ex commissario di polizia dello South Yorkshire, nel 2014, è Sarah Wilson, una della vittime dello scandalo di sfruttamento sessuale minorile di Rotherham: millequattrocento bambine stuprate da varie gang pachistane dalla fine degli anni ’90 al 2013.  Lei è una di quelle: prima adescata dalla banda e poi violentata per più di quattro anni di fila.  A volte anche da decine di uomini in una sola notte. Sua sorella minore, Laura, è morta invece  in quello che viene chiamato il primo delitto d’onore del Regno Unito compiuto da un ragazzo di origine pachistana. Aveva 17 anni quando fu pugnalata e gettata in un canale da Ashtiaq Ashgar. Come riporta la Bbc,  Wright darà le dimissioni qualche giorno dopo il confronto con Wilson.

L’episodio è già di per sé molto evocativo di quanto accaduto nella cittadina inglese, dove le denunce degli abusi da parte delle gang sono stata ripetutamente ignorate e insabbiate per anni. Sono innumerevoli le testimonianze di genitori delle vittime a riguardo. “Abbiamo riportato più di 200 incidenti alla polizia. Con le prove. Le nostre denunce, però, sono state ignorate per anni”, afferma il padre di una delle ragazze a Gli Occhi della Guerra.“C’era da parte dei poliziotti la paura di essere identificati come razzisti, per questo preferivano lasciare perdere”.  Le stesse parole le abbiamo ritrovate parlando con due vittime delle gang.

Questa realtà dai contorni a dir poco inquietanti trova riscontro nel numero di indagini sulla risposta da parte della polizia alle accuse di abusi sessuali. Come riporta il Guardian , infatti, sono circa un centinaio le indagini sulla polizia dello South Yorkshire da parte dell’Ufficio per la condotta della Polizia.

Una scandalo nazionale, anzi mondiale, quello di Rotherham che si è ripetuto più tardi a Huddersfield. Come abbiamo già riportato sugli Occhi della Guerra, in questa cittadina inglese sono 20 gli uomini, tutti di origine pachistana e anche in questo caso parte della comunità musulmana locale, condannati per stupro e sequestro di minori.

Stesse modalità di adescamento. Stesse violenze. È poi di qualche giorno fa la conferma che, anche in questo caso, i campanelli d’allarme sono stati ignorati per anni. Come riporta il quotidiano locale Examiner Live, infatti, gli abusi perpetrati dalle gang pachistane si sarebbero potuti fermare almeno nove anni fa se solo la polizia non avesse ignorato le innumerevoli richieste di aiuto. “Avevano paura di essere chiamati razzisti. Il loro atteggiamento è stato molto legato a questo fatto”, racconta la madre di una delle vittime di Huddersfield. “Andavo a cercare mia figlia in non so quante città ogni sera e poi la recuperava davanti a case dove era stata violentata da diversi uomini in una sola notte”, aggiunge. “Le mie prove, però, non sono mai bastate”. Anche il deputato locale Barry Sheerman ha dichiarato alla Bbc che c’è stata una trascuratezza da parte delle autorità che non si può negare: “Siamo onesti. Le persone che avrebbero dovuto prendere tutto questo più seriamente, non l’hanno fatto”.

Intanto, però, anche in questo caso decine di bambine sono state sfruttate e stuprate. Per anni.