DI MADRE
IN FIGLIA

Le spose bambine

Di madre in figlia

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Quando le spose bambine crescono e diventano delle donne, la loro vita è ormai segnata, così come il loro sguardo, duro e consapevole. Secondo un rapporto dell’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite, in tutto il mondo, più di 650 milioni di donne ancora in vita oggi, sono state date in spose da bambine. Il matrimonio infantile è spesso accompagnato da gravidanze e parti prematuri, con conseguenti tassi di mortalità materna superiori alla media.

Orkida Driza, 40 anni, insieme ai suoi tre nipoti Vjollca (5 anni), Sabina (3 anni) e Rexhepi (3 mesi), sul letto della figlia diciannovenne Bleona, che riposa sotto le coperte vicino a loro. Orkida è stata data in sposa dalla sua famiglia alla tenera età di 14 anni, e a sua volta, ha dato in sposa la figlia Bleona all’età di 12 anni. Tirana, Albania 2019.

Orkida aveva 14 anni quando è stata data in sposa dalla sua famiglia in Albania, come spiega a InsideOver: “Sono le sfortune della vita: avevamo problemi familiari. Mia sorella soffriva di problemi ai reni e voleva fare un’operazione, ma purtroppo mia madre non poteva permetterselo. Così mia mamma ha iniziato a lavorare in una Komunale (attività statali molto faticose, come riparare strade Ndr) con una sua amica, e questa persona, per far operare sua figlia, in cambio chiese me come moglie per suo figlio. Con questo matrimonio sono riuscita a salvare mia sorella, ma per me è stato un inferno. Ho sofferto tanto”.

Orkida Driza, 40 anni, ritratta all’interno della sua abitazione. Orkida è stata data in sposa dalla sua famiglia alla tenera età di 14 anni, ora è divorziata, ha cinque figli ed è già diventata nonna, avendo dato in sposa sua figlia all’età di 12 anni. Tirana, Albania 2019

Un vero e proprio calvario, impossibile da immaginare: “Mio marito beveva alcool e mi picchiava. Avevo tanti problemi familiari ed ero costretta io stessa a lavorare come un uomo, a caricarmi sacchi sulla schiena. E questo solo per dar da mangiare ai miei figli. Ad un certo punto, però, sono stata obbligata a lasciare mio marito perché beveva e mi picchiava e mi sono trasferita a Tirana”.

Qui Orkida finisce in strada e, dopo aver conosciuto un ragazzo appartenente alla comunità rom, pensa di aver finalmente trovato un po’ di pace. Ma non è così. Ancora una volta finisce tra le braccia di un uomo che beve e la picchia. E così scappa, trovando l’uomo con il quale oggi convive.

Orkida Driza, 40 anni, ritratta nel cortile della sua abitazione. Orkida è stata data in sposa dalla famiglia alla tenera età di 14 anni, adesso è divorziata e ha cinque figli. Attualmente è la leader dell’Organizzazione Rom “Catia e Gruas Rome”, che sostiene i diritti delle minoranze Rom a Tirana, Albania 2019

Oggi Orkida ha 40 anni, cinque figli ed è già nonna, avendo dato in sposa una delle sue figlie, Bleona, all’età di 12 anni. Anche lei, madre di tre bambini a soli 18 anni. Di madre in figlia, il circolo vizioso sembra non aver fine. Sempre a causa degli stessi due fattori: povertà e analfabetismo.

Xhensila Bukri, 18 anni, ritratta di fronte alla sua abitazione mentre tiene in braccio il figlio Arben Bukri, nato da appena due mesi. In piedi, vicino a lei, le altre due sue figlie Megi, di 2 anni e Pamela, 3 anni. Xhensila è stata data in sposa alla tenera età di 12 anni, il marito attualmente è in prigione. Tirana, Albania 2019

Dall’Asia Meridionale all’Africa Sub-sahariana, passando per le crisi umanitarie in Medio Oriente, fino al cuore dell’Europa: ogni anno almeno 12 milioni di ragazzine si sposano prima di raggiungere la maggiore età. Si tratta di 28 ragazze al minuto. Per loro il matrimonio non è una scelta, ma segna la fine dell’infanzia e l’inizio di un futuro incerto, privandole della possibilità di prendere decisioni sulle loro vite, rendendole più vulnerabili alla violenza e agli abusi.

Orkida Driza, 40 anni, parla insieme ad altri membri della comunità Rom nell’insediamento in cui vivono, mentre alcuni bambini giocano intorno a un piccolo motocarro. Orkida è stata data in sposa dalla famiglia alla tenera età di 14 anni, adesso è divorziata e ha cinque figli. Attualmente è la leader dell’Organizzazione Rom “Catia e Gruas Rome”, che sostiene i diritti delle minoranze Rom a Tirana, Albania 2019

Un fenomeno transculturale che accomuna popoli distanti che vivono nelle stesse condizioni, come all’interno della comunità rom di Tirana, in Albania. Qui per molte famiglie, come quella di Orkida, dare in sposa una bambina è un modo come un altro per sopravvivere. Una volta raggiunta la maggiore età, quasi tutte hanno già diversi figli a cui badare, spesso con i mariti in prigione. A volte gli occhi gonfi e delle foto di matrimonio strappate alle spalle.

La metà strappata della foto di un uomo in abito nuziale, appesa al muro all’interno di un insediamento abitato da una comunità Rom a Tirana. Il matrimonio infantile riguarda le ragazze in numero molto maggiore rispetto ai ragazzi. Secondo Save the Children, ogni anno nel mondo, 12 milioni di bambine e ragazze si sposano prima di aver compiuto i 18 anni. Tirana, Albania 2019.

Secondo un rapporto di Save the Children, la maggior parte delle spose bambine non ha avuto adeguate opportunità di istruzione e di formazione professionale e spesso ha abbandonato la scuola o non è autorizzata a tornarvi, come conseguenza del matrimonio precoce. Difficile uscire dalla prigione invisibile dietro cui sono state confinate fin dalla tenera età, eppure alcune donne ci sono riuscite.

Alcuni bambini giocano con dei soldi finti su un marciapiede all’interno di un insediamento che ospita le famiglie Rom a Tirana, Albania 2019.

Dopo aver subito per anni il marito che abusava di alcol e alzava le mani, Orkida ha deciso di divorziare ed è diventata leader dell’Organizzazione “Catia e Gruas Rome”, che sostiene i diritti delle minoranze Rom.