Papa Francesco per la sesta volta in America Latina dall’inizio del pontificato. Il Cile e il Perù saranno le mete di un viaggio che si annuncia molto complesso e insidioso per il papa. Le proteste che hanno anticipato l’arrivo di Bergoglio dimostrano come, specie nel Cile sempre più secolarizzato, la Chiesa non sia affatto benvista da parte della popolazione. Il “Bienvenido”, insomma, non pare così scontato. In questi giorni, alcuni manifestanti cileni sono arrivati ad occupare la nunziatura apostolica in cui dovrebbe alloggiare Francesco subito dopo l’atterraggio. Poi, ancora,i quattro attacchi alle Chiese in diverse zone di Santiago del Cile. Il fine delle azioni, che poco hanno avuto di dimostrativo avendo recato danni almeno a tre delle Chiese prese di mira, è stato quello di contestare le spese sostenute dal governo per l’organizzazione degli eventi: “I soldi del fisco se li porta via Francisco”, scrivono quelli di Andha Chile sul loro account. Papa Francesco ha inviato al popolo cileno e a quello peruviano un messaggio di prossimità sociale e spirituale: “Desidero incontrarvi, guardarvi negli occhi, vedere i vostri volti e poter sperimentare insieme la vicinanza di Dio, la sua tenerezza e la misericordia che ci abbraccia e ci consola – ha detto il pontefice -. Conosco la storia dei vostri paesi, forgiata con impegno, dedizione. Desidero, insieme a voi, rendere grazie a Dio per la fede e l’amore a Dio e ai fratelli più bisognosi, specialmente per l’amore che provate verso quanti sono scartati dalla società. La cultura dello scarto ci ha invaso sempre più…”. Specialmente in Cile, del resto, è molto diffusa la pratica dell’aborto e proprio in vista dell’arrivo del papa sono aumentate le manifestazioni provocatorie dei sostenitori ideologici dell’aborto.
Un programma decisamente intenso per Francesco: l’arrivo in Cile è previsto per le 20.10, orario locale. Poi il Santo Padre, dopo il benvenuto iniziale, si recherà alla Nunziatura Apostolica. Martedì 16 gennaio, Bergoglio sarà a Santiago, dove alle 8.20 incontrerà le Autorità, la Società civile e il Corpo Diplomatico nel Palacio de la Moneda. Visita di cortesia al Presidente nel Salon Azul del Palacio alle 10.30 e poi Santa Messa nel Parque O’Higgins. Alle ora 16.00 , ancora, Francesco si recherà al Centro Penitenciario Feminino di Santiago. Alle 17.15, Bergoglio terrà un incontro con i Sacerdoti, Religiosi/e, Consacrati e Seminaristi cileni nella Cattedrale della capitale del Cile. Francesco terminerà la sua visita a Santiago incontrando i Vescovi, recandosi presso il Santuario di San Alberto Hurtado e tenendo un summit privato con i sacerdoti della Compagnia di Gesù. Mercoledì sarà il giorno della partenza alla volta di Maquehue, dove il papa terrà la Messa alle ore 12.45: questo è annunciato come uno dei momenti focali di questo viaggio di Francesco in sud America. Il papa, infatti, incontrerà in questa circostanza le popolazioni mapuche cilene, che lottano per la salvaguardia della loro identità tanto in Cile quanto in Argentina. Poi di nuovo Santiago, dove Francesco vedrà i giovani cileni nel Santuario di Maipú. Un altro appuntamento cruciale di questa visita pastorale, poi, sarà quello di Puerto Maldonado, dove Bergoglio si confronterà per la prima volta con alcuni indigeni dell’Amazzonia. In quella zona del mondo, per l’anno venturo, è previsto un Sinodo straordinario che, aprendo al sacerdozio dei viri probati, cioè agli uomini di chiara e conclamata fede che non sono però mai stati ordinati, potrebbe segnare per sempre la storia dottrinale della Chiesa cattolica.
Tanti, infine, gli appuntamenti per il papa a Lima, dove si concluderà il viaggio con la Santa Messa nella Base Aerea “Las Palmas”. Sullo sfondo di questa visita, infine, i temi della corruzione pubblica, delle accuse di pedofilia nei confronti della Chiesa, specie di quella cilena, e le rivendicazioni delle minoranza etniche citate. I mapuche, popolazione tribale e agricola che vive al confine tra Cile e Argentina, sono stati considerati terroristi durante gli anni di Pinochet. E ancora oggi questo popolo avrebbe difficoltà a difendere dal governo cileno quelle che considerano le loro terre. I governanti, infatti, userebbero venderle alle multinazionali, strappandole all’utilizzo legittimo della minoranza in questione. Benetton, ad esempio, si è difesa da accuse di questo genere. Fatto sta che i leader mapuche hanno chiesto a Francesco di riconoscere le responsabilità della Chiesa per i genocidi subiti ai tempi dei conquistadores. Il Papa, quindi, dovrà toccare con ogni probabilità anche l’argomento relativo ai diritti indigeni. Il ritorno è previsto per il 22 gennaio, quando Bergoglio tornerà in Vaticano dopo un viaggio talmente complesso sotto il punto di vista politico, da poter essere tranquillamente catalogato come il più delicato dall’inizio di questo pontificato.