I cristiani nigeriani sono stretti nella morsa degli estremisti islamici. Se da un lato si moltiplicano gli attacchi di Boko Haram, dall’altro la furia dei pastori fulani non risparmia gli agricoltori di fede cristiana.

Secondo il vescovo di Maiduguri, monsignor Oliver Dashe Doeme, ci sarebbe proprio la firma di questo gruppo terroristico, composto da pastori semi-nomadi di fede musulmana, dietro gli attacchi della notte di Capodanno in una chiesa di Omoku, nel sud della Nigeria, dove un gruppo di uomini armati aprì il fuoco sui fedeli radunati per assistere alla Messa, uccidendo 17 persone. Ma non si tratta di un episodio isolato. “Dall’inizio dell’anno almeno 73 persone sono rimaste vittime delle violenze, eppure il governo nigeriano non sta facendo nulla per impedire che i pastori fulani uccidano un gran numero di persone, inclusi molti bambini”, ha spiegato al telefono con la fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre monsignor Oliver Dashe Doeme, commentando la situazione attuale nella sua diocesi.





Nelle ultime settimane anche i miliziani di Boko Haram sono entrati in azione nel villaggio di Kaya, nello stato nordorientale di Adamawa, uccidendo almeno cinque civili, mentre proprio a Maiduguri, dove il gruppo terroristico è maggiormente attivo, a metà gennaio due ragazzine kamikaze di 13 anni si sono fatte saltare in aria nell’ora di punta all’interno del mercato della città. Il bilancio è stato di dieci morti e 52 feriti. Qualche giorno prima, tre persone avevano perso la vita in un attacco sferrato dagli stessi miliziani islamisti alle porte della città di Madagali, nel nord-est del Paese. 

A Maiduguri continuano a concentrarsi gli attacchi più efferati. Nella diocesi di monsignor Oliver Dashe Doeme la ferocia dei “talebani africani” ha colpito migliaia di persone. In tutto 200 chiese e tre conventi sono stati profanati e danneggiati, mentre 25 scuole e 3 ospedali gestiti da religiosi sono stati distrutti dai terroristi. Le vittime dell’organizzazione islamista sono oltre 5mila e circa 100mila sono le persone che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni a causa delle violenze. A questo scenario desolante si aggiungono le aggressioni da parte dei pastori fulani, considerati uno dei gruppi terroristici più spietati, dopo l’Isis e Boko Haram.

La diocesi locale, con il sostegno internazionale di organizzazioni come Aiuto alla Chiesa che Soffre, si occupa di assicurare un futuro alle vedove e agli orfani delle vittime della violenza jihadista. “Alcuni di loro non hanno davvero di che vivere”, afferma il vescovo di Maiduguri, ma allo stesso tempo “conservano una fede irremovibile”. “È davvero sorprendente come nonostante tutto i cristiani continuino ad assistere alla Santa Messa e a partecipare alle attività pastorali – testimonia il presule – sono attaccati, rigettati e perfino uccisi a causa della loro fede, eppure sono pronti a tutto per mostrare la loro devozione religiosa».

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