Spiagge paradisiache, acqua cristallina, alberghi di lusso sono pronti ad accogliere i turisti pronti a trascorrere le loro vacanze in una meta del turismo esclusivo. Le isole Maldive però possono passare rapidamente da paradiso terrestre per gli ospiti stranieri ad un vero e proprio inferno per gli abitanti locali di fede cristiana.
Assieme alla Corea del Nord, all’Iraq, alla Siria e alla Nigeria, la repubblica delle Maldive rientra nella famigerata lista dei Paesi dove l’oppressione dei cristiani ha raggiunto livelli tali da definirla una vera e propria persecuzione.
Secondo la lista redatta da Open Doors, le Maldive si classificano al tredicesimo posto per livello di persecuzione dei cristiani davanti addirittura a Libia, Arabia Saudita e Yemen.
C’è una totale assenza di libertà religiosa. Qualsiasi apertura di chiese è severamente proibita; il divieto di pregare qualsiasi altra fede diversa dal’islam e possedere o esibire in pubblico simboli o libri di altre religioni, come crocifissi e la Bibbia, è punito anche con il carcere dai due ai cinque anni.
Questi precetti valgono anche per gli stranieri che, se trovati con delle Bibbie o dei crocifissi in pubblico, devono essere consegnati al Ministero dell’immigrazione rischiando di essere espulsi.
“Un non musulmano può non divenire cittadino delle Maldive”, cita l’articolo 9 della costituzione del 2008 creando così uno Stato dove quasi il 100 per cento è di fede musulmana. “La religione dello Stato delle Maldive è l’islam e ogni cittadino può tenere qualsiasi condotta purché venga rispettata la sharia“, si legge agli articoli 9 e 19 della stessa carta costituzionale.
Anche l’educazione viene dominata dalla religione islamica. All’articolo 36, vi è l’obbligo “di inculcare l’obbedienza all’islam”, punendo con il carcere chiunque provi a promuovere un’altra religione.
Per queste ragioni i cristiani maldiviani devono riunirsi in preghiera di nascosto e devono occultare qualsiasi simbolo della loro fede. Molti hanno deciso di scappare lasciando quella terra ostile e ora i cristiani nelle Maldive contano solo il 0,4 per cento dell’intera popolazione.
Le Maldive, proprio per il clima di estremismo religioso che si respira, sono state anche un terreno fertile per il reclutamento di jihadisti dello Stato islamico. Secondo i servizi segreti indiani circa 200 jihadisti maldiviani sono partiti per combattere nelle file del califfato in Iraq e Siria, come riportato dall’Indian Express, e innumerevoli scritte sono apparse nelle strade della capitale Malè, inneggiando ad Al Baghdadi e incitando al reclutamento nei tagliagole.
L’islamismo imperante e la persecuzione religiosa nelle isole fanno da contrasto con gli atolli dalla sabbia bianca dei resort di lusso, rendendo la contrapposizione tra paradiso e inferno ancora più stridente.