Papa Francesco scende in campo in prima persona a difesa dei cristiani perseguitati. E lo fa nel modo più concreto e più silenzioso, affidando una somma di denaro ed alcuni oggetti sacri alla missione organizzata ad Erbil, nel Kurdistan iracheno, dall’associazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che soffre”.
Il dono del Santo Padre, che comprende alcuni paramenti sacri e un suo personale contributo finanziario, verrà consegnato ai cristiani iracheni dal direttore di Acs-Italia Alessandro Monteduro insieme al vescovo di Carpi, monsignor Francesco Cavina, che ha ricevuto dal Pontefice l’incarico di recapitare i doni agli iracheni. Con lui partiranno anche il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta, e il rappresentante dell’arcidiocesi di Bologna, don Massimo Fabbri.Con i doni, il Papa ha affidato a monsignor Cavina una lettera di apprezzamento per una “iniziativa che esprime amicizia, comunione ecclesiale e vicinanza a tanti fratelli e sorelle, la cui situazione di afflizione e di tribolazione mi addolora profondamente e ci invita a difendere il diritto inalienabile di ogni persona a professare liberamente la propria fede”.
Il Papa invita a “non dimenticare il dramma della persecuzione” cristiana di Siria ed Iraq, notando come “la testimonianza di fede coraggiosa e paziente di tanti discepoli di Cristo rappresenti per tutta la Chiesa un richiamo a riscoprire la fonte feconda del Mistero Pasquale da cui attingere energia, forza e luce per un umanesimo nuovo”.
“La misericordia – prosegue il Santo Padre – ci invita a chinarci su questi nostri fratelli per asciugare le loro lacrime, per curare le loro ferite fisiche e morali, per consolare i loro cuori affranti e forse smarriti. Non si tratta solo di un atto doveroso di carità, ma di un soccorso al proprio stesso corpo, perché tutti i cristiani, in virtù del medesimo battesimo, sono “uno” in Cristo”.
La visita di Acs sarà l’occasione per un reportage de Gli Occhi della Guerra, che tornerà in Iraq per raccontare le storie dei profughi cristiani in fuga dalle persecuzioni dei tagliagole del Califfato islamico.Erbil dista infatti appena ottantacinque chilometri dalla capitale irachena dell’Isis, Mosul, e ospita alcuni dei maggiori campi profughi del Paese. Molti di questi campi ospitano migliaia di sfollati cristiani, che ilGiornale.it aveva già visitato nel 2014 e che ora tornerà a trovare insieme ad Aiuto alla Chiesa che soffre.
“Aiuto alla Chiesa che Soffre ha sostenuto fin dal primo momento i cristiani rifugiati nel Kurdistan iracheno – ricorda Alessandro Monteduro, direttore di ACS-Italia – abbiamo donato loro cibo, case e scuole, affinché potessero vivere dignitosamente. Senza mai dimenticare il sostegno alla pastorale, così che i cristiani potessero continuare a vivere pienamente la loro fede. Una fede a cui coraggiosamente non hanno mai voluto rinunciare anche a costo della vita”.