Il 26 agosto durante una conferenza stampa il patriarca cattolico siriano di Antiochia Mar Ignatius Joseph III Younan ha definito i cristiani come “la minoranza più vulnerabile e sotto tiro della regione, e non solo a causa dello Stato islamico”. Diversi leader cristiani hanno lanciato l’allarme e dicono che i monasteri e le chiese dell’Iraq potrebbero diventare presto semplici reliquie. Questo accade ai cristiani iracheni in generale, ma in particolare a quelli appartenenti alle chiese armene. Molti di quelli che sono stati cacciati dalle loro case nella piana di Niniveh, ora devono decidere se ritornare, dato che l’Isis è stato sconfitto. Le aree cristiane sono state anche incluse nel controverso referendum di indipendenza del governo del Kurdistan del 25 settembre.
Gli armeni vivevano in Iraq fin dai tempi antichi. Nel XVII secolo quando i persiani occuparono l’Armenia, nel 1604, Shah Abbas ne spostò 12.000 a Nuova Julfa ad Esfahan. Dopo la morte di Shah Abbas gli armeni in Iran sono stati sottoposti a molestie, quindi hanno iniziato ad immigrare e diffondersi in gran numero in Iraq e in India. Alcuni di loro si stabilirono a Bassora. Più tardi, gli armeni immigrarono anche dalle regioni di Tigranaket, in Azerbaigian, e Urfa, Adana e Smirne in Turchia.
Dopo il genocidio armeno nel 1915, decine di migliaia di armeni sfuggirono dalla Turchia all’Iraq. Ai primi del diciannovesimo secolo la popolazione degli armeni che vivevano in Iraq ha raggiunto i 90.000. Alcuni tornarono in Armenia mentre altri immigrarono in altri paesi. La popolazione degli armeni iracheni prima del 2003, prima cioè che le forze americane invadessero l’Iraq, era stimata a 25.000 con la maggioranza residente nella capitale Baghdad e il resto che viveva in altre città irachene come Mosul, Bassora, Kirkuk.
Gli armeni hanno le proprie scuole a Baghdad. La città ha ospitato più di 700 studenti, oggi sono circa 130. A causa delle guerre Iraq-Iran e del Golfo e per le difficili condizioni economiche e di sicurezza del paese molte famiglie armene hanno lasciato l’Iraq e si sono stabilite nei paesi limitrofi, in Europa e negli Stati Uniti. Circa 1000 Armeni iracheni si sono stabiliti in Armenia.
Recentemente alcuni armeni si sono trasferiti nella parte settentrionale dell’Iraq in quanto è considerata più sicura di altre regioni irachene. La loro popolazione nella regione del Kurdistan era di circa 2000 persone. La popolazione degli armeni che viveva nella parte settentrionale dell’Iraq è aumentata dopo l’ottobre e il gennaio 2010, quando le chiese cristiane furono oggetto di attacchi terroristici. Attualmente il numero degli armeni residenti in Iraq è di circa 13.000. Nel 1914 la popolazione dei cattolici armeni residenti in Iraq era invece di 300 persone. Dopo la prima guerra mondiale e fino al 2003 la popolazione è aumentata a 3000.
Tuttavia anche se la popolazione armena è stata allontanata, cacciata, perseguitata resistono ancora dei simboli importanti della loro religione, come la Chiesa del Sacro Cuore, la Chiesa della Vergine Maria e la Chiesa armena di Baghdad, che ha più di 100 anni. Khajak Vartanian, capo del comitato della comunità armena a Bassora denuncia su Al Monitor la mancanza di progetti per la comunità armena da parte del governo e sostiene che gli armeni non sono inclusi nella quota del parlamento come le altre minoranze.
Ma Imad Youkhana, membro cristiano del Parlamento, ribatte che in realtà gli armeni sono inclusi come parte della comunità cristiana. Un dibattito aperto. Abdul Rahman Alloiz, membro del Parlamento ha dichiarato ad Al Monitor che gli armeni hanno vissuto in Iraq in pace con le altre sette irachene e la costituzione irachena ha approvato l’uso della lingua armena come lingua madre. Questa potrebbe essere l’occasione per gli armeni di ritornare nelle loro terre che hanno dovuto abbandonare con la violenza e la forza.