In Bahrein continua il pugno duro contro l’opposizione sciita. Oggi, un tribunale amministrativo ha definitivamente sciolto il partito Al-Wefaq, il principale movimento sciita del Paese. I media locali riferiscono che i beni del gruppo saranno liquidati e trasferiti nelle casse dello Stato.La monarchia sunnita al potere da tempo accusa l’opposizione sciita di avere legami con Teheran e di promuovere il terrorismo. Per questo la decisione non era inaspettata. Il mese scorso, infatti, il Bahrein  aveva già sospeso le attività del partito e aveva condannato a nove anni di carcere Ali Salman, il segretario generale. Le autorità del Paese avevano anche tolto la cittadinanza alla guida spirituale sciita Isa Qassim e ad altri membri della comunità religiosa.Questa decisione aveva fatto infuriare l’Iran. “L’azione del regime del Bahrein contro la guida spirituale sciita della Nazione non lascia altra scelta alla popolazione, quella della resistenza armata”, aveva affermato il generale Qassem Soleimani, il comandante della Brigata al Quds dei Pasdaran.Soleimani, che difficilmente parla di fatti politici, non si era fermato qui. “Sicuramente, gli Al Khalifa (la casata reale del Bahrein, ndr), pagheranno il prezzo di questo affronto che causerà il collasso del loro regime assetato di sangue”. Il comandante aveva poi criticato duramente anche le Nazioni Unite e i Paesi occidentali, colpevoli di chiudere gli occhi “davanti alle continue violazioni dei diritti umani in Bharein”.Per approfondire: Iran ed Hezbollah colpiranno i sauditi?Le tensioni sono aumentate nel 2011, quando il popolo sciita – la maggioranza nel Paese – è sceso in piazza per chiedere un reale coinvolgimento nelle scelte politiche e l’ammodernamento del sistema monarchico. Ma la polizia ha risposto con il pugno duro e la rivolta è stata repressa nel sangue.Dopo la decisione di oggi, la situazione in Bharein si fa sempre più tesa. E il giro di vite contro gli sciiti, insieme alla crescente influenza delle correnti sunnite più radicali, potrebbe far riesplodere le violenze in questa isola strategica del Golfo, che è anche la sede della Quinta flotta navale degli Stati Uniti. Un particolare di non poca importanza.

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