Le conseguenze dell’isolamento del Qatar da parte dei paesi sunniti del Golfo Persico ha conseguenze molto importanti nel conflitto yemenita. Dopo che le monarchie del Golfo avevano, infatti, annunciato di voler interrompere le relazioni diplomatiche con Doha, è giunto anche l’annuncio che il governo dello Yemen, quello riconosciuto internazionalmente, avrebbe chiuso le vie diplomatiche con il Qatar. La giustificazione di questa decisione presa dal presidente yemenita Abd Rabbo Mansur Hadi è stata quella secondo cui il Qatar finanzierebbe e supporterebbe la ribellione Houti, sciita e vicina all’Iran. Un’accusa certamente difficile da ritenere valida, almeno fino a poche settimane fa, poiché il Qatar partecipava a tutti gli effetti alla coalizione a guida saudita che sosteneva il governo yemenita e che dimostra come vi sia un processo di rivoluzione politica nel Medio Oriente che non lascia speranze a una definizione pacifica delle controversie.[Best_Wordpress_Gallery id=”497″ gal_title=”Massacri dei sauditi in Yemen”]La guerra in Yemen, condotta in particolare dall’Arabia Saudita, si è trasformata nel tempo, per la monarchia di Riad, in un disastro senza precedenti. Dopo anni di guerra, la capitale Sana’a è ancora in mano houti dopo tre anni dalla sua conquista e i ribelli sciiti colpiscono ripetutamente le basi saudite in territorio arabo. L’esercito dell’Arabia Saudita, pur avendo il supporto delle forze speciali statunitensi, non è in grado di sconfiggere le forze ribelli in Yemen e, quello che doveva essere un trionfo di Riad per ripristinare il proprio controllo sulla penisola arabica, si è trasformato in un Vietnam per i progetti dell’alleanza a guida Saud.Subito dopo l’annuncio da parte yemenita della sospensione delle relazioni diplomatiche con il Qatar, la guerra civile dello Yemen, che più che civile è a tutti gli effetti una guerra per procura fra Iran e Arabia Saudita, ha subito due avvenimento di particolare importanza. Il primo di questi, è che l’Arabia Saudita ha espulso dalla colazione anti-Houti le truppe qatariote: truppe che proprio nella giornata di ieri hanno visto sei dei propri militari feriti al confine yemenita-saudita ad opera di miliziani houti, proprio mentre difendevano una base militare saudita. Da ieri, le forze armate qatariote presenti nelle basi militari di Najran e Khamis Mushait hanno pertanto dovuto iniziare ad abbandonare le loro postazioni e fare ritorno a Doha. Qui, nella capitale dell’emirato del Qatar, sono state ricevute con tutti gli onori dal Capo di Stato Maggiore del Qatar, Ghanam bin Shaheen Al-Ghanamm, che ha voluto comunque rendere omaggio a una forza armata che, a detta del capo militare, ha onorato lo Stato e la fedeltà all’alleanza saudita. Un abbandono che desta molte perplessità, se si pensa che il Qatar fosse impegnato dal 2015 in Yemen nell’alleanza a guida saudita, e che aveva impiegato nel conflitto yemenita dieci aerei da guerra e un migliaio di soldati sul terreno.Subito dopo l’annuncio dell’espulsione delle forze armate del Qatar dalla coalizione sunnita, è arrivato invece l’annuncio, altrettanto inaspettato, da parte dei ribelli houti, che hanno affermato la loro volontà di cooperare con il Qatar nella risoluzione del conflitto in Yemen. Annuncio inaspettato, dato l’impegno del Qatar nella coalizione, ma non slegato dal contesto e dalla storia del conflitto yemenita. Il Qatar ebbe, infatti, un ruolo di mediazione nelle prime fasi del conflitto e non fu mai accolto dal presidente yemenita Saleh l’impegno del Qatar nella mediazione per risolvere il conflitto. Una crisi diplomatica fra i due Stati si era già avuta nel 2011, quando il presidente del governo yemenita accusò il Qatar di interferire con la politica interna dello Stato dello Yemen piuttosto che di mediare tra i ribelli e l’esecutivo. E in effetti, il Qatar fu uno degli Stati arabi che chiede con maggior vigore l’uscita di scena di Saleh prima che la guerra degenerasse. Proprio in ricordo di questo impegno del Qatar nella mediazione e nella risoluzione del conflitto, i ribelli Houti hanno quindi voluto esprimere la loro decisione di collaborare con Doha. Mohammed Ali Al-Houthi, leader della rivolta, ha affermato poche ore fa, come riportato da Al  Masdar, che non solo condannava le azioni contro il Qatar, ma che era pronto a collaborare con i qatarioti in quanto persone di “lealtà, sincerità e saggezza”. Parole importanti, soprattutto in un momento in cui l’asse sunnita contro il Qatar assume sempre più i connotati di un assedio ponderato al nemico numero: l’Iran.

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