Taiwan è “protagonista” di due importanti visite diplomatiche. Mentre la presidentessa taiwanese Tsai Ing Wen è impegnata in una missione in Centroamerica, dal 29 marzo al 7 aprile prossimi – per la precisione in Guatemala e Belize, con un doppio scalo negli Stati Uniti, a Los Angeles e a New York – l’ex presidente dell’isola, Ma Ying Jeou, effettuerà una storica visita in Cina dal 27 marzo al 7 aprile.

Leader del partito taiwanese di opposizione Kuomintang (Kmt), il signor Ma guiderà una delegazione di studenti che si incontreranno con coetanei cinesi. Non è previsto un suo incontro con il presidente cinese Xi Jinping (quando Ma era leader di Taiwan ha brevemente incontrato Xi a Singapore nel novembre 2015), ma al suo rientro a Taiwan Ma dovrà riferire al governo di Taipei.

Potrebbe però avere incontri con funzionari di vertice della leadership comunista, tra cui Wang Huning, vice capo del Taiwan Work Leading Group del Comitato centrale del Pcc e presidente della Conferenza consultiva politica del popolo cinese, nonché ideologo del presidente Xi.

In ogni caso, la visita di Ma è storica, visto che si tratta della prima volta che un ex leader taiwanese si reca in Cina dalla fine della guerra civile cinese nel 1949.



Il ruolo del Kuomintang

Ma Ying Jeou è stato presidente di Taiwan dal 2006 al 2016, prima di lasciare l’incarico a Tsai, esponente del Partito Progresista Democratico (PPD). Le diverse appartenenze politiche dei due leader rispecchiano due diversi modi di intendere i rapporti con la Cina.

Sia i nazionalisti del KMT che i democratici condividono due minimi comuni denominatori: il tema della riunificazione e la politica di una sola Cina, visto che Taipei, in teoria, auspica ancora di riconquistare la terraferma cinese, finita nelle mani del Partito Comunista Cinese dopo la guerra civile del 1949. La differenza sostanziale tra queste due fazioni, tuttavia, sta nel modo di relazionarsi con Pechino.

Per il PPD non c’è margine di dialogo né volontà di stringere compromessi con il governo comunista cinese, mentre il KMT, pur senza rinunciare ai concetti liberali – e considerando che esista soltanto una Cina, e che la Repubblica di Cina (ovvero Taiwan) ospiti l’unico governo legittimo in carica – è nettamente più propenso al dialogo. Non è un caso che, dal 2008, i nazionalisti taiwanesi, per abbassare le tensioni con Pechino, abbiano appoggiato la politica dei tre no: no all’indipendenza, all’uso della forza e all’unificazione.

Non è quindi da escludere che, nel caso in cui il KMT dovesse guidare Taiwan, la leadership del partito nazionalista possa evitare lo scontro diretto con la Cina, con quest’ultima che potrebbe a sua volta ideare una formula analoga a quella del “Un Paese, due sistemi” che per anni ha ammansito Hong Kong, relegandola di fatto sotto l’ombrello del Partito Comunista Cinese.

Viaggi incrociati

Come ha scritto l’Asia Times, Ma, insieme alle sue quattro sorelle e ai 30 studenti della sua fondazione, visiterà Nanjing, Wuhan, Changsha, Chongqing e Shanghai. Visiteranno le reliquie della Rivoluzione del 1911 e della Guerra di Resistenza contro il Giappone e incontreranno gli studenti dell’Università di Fudan, dell’Università di Wuhan e dell’Università di Hunan. Il governo cinese ha fatto sapere di accogliere con favore la visita di Ma e farà la sua parte per facilitare la sua visita.

Il viaggio di Ma è politicamente delicato dato che Tsai incontrerà quasi in contemporanea il presidente della Camera degli Stati Uniti, Kevin McCarthy.

Nel caso di Ma, l’eventuale faccia a faccia con Wang, l’ideologo di Xi, potrebbe tenersi durante la tappa prevista a Shanghai, ha riportato lo United Daily News, testata di Taipei, mentre ci sarebbe in agenda anche un incontro a Nanchino con Song Tao, direttore dell’Ufficio per gli affari di Taiwan che fa capo al governo centrale di Pechino.  

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.