Il quadro politico francese è in evoluzione. Non bastavano le elezioni regionali appena svolte, quelle che hanno visto trionfare i Repubblicani contro ogni pronostico (e soprattutto contro Marine Le Pen): pure i vescovi transalpini hanno fatto irruzione sulla scena. La riforma bioetica caldeggiata dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron è osteggiata dall’episcopato da tempi non sospetti. In principio, la Conferenza episcopale francese aveva ipotizzato che la Republique En Marche! potesse davvero rappresentare quella forza equilibrata e scevra da polarizzazioni ideologiche di cui tanto si continua a parlare sulla stampa d’Oltralpe e non solo.
La Conferenza episcopale francese aveva incontrato Macron subito dopo la vittoria del 2017. Segno di quanta speranza venisse riposta dai presuli sull’ “enfant prodige”. Giusto per fare un paragone calzante: dal trionfo di Joe Biden negli Stati Uniti sono ormai passati otto mesi e Jorge Mario Bergoglio non ha ancora avuto modo di ricevere il presidente degli States in udienza, privata o pubblica che sia. Sono gesti che la prassi richiede ma fino a un certo punto: possiedono un substrato diplomatico e politico.
Il quadro di fondo – dicevamo – , in Francia, sta mutando: nella tornata appena trascorsa, è emersa la figura di Xavier Bertrand, che può costituire l’alternativa che moderati e Repubblicani vanno cercando sin da dopo la batosta inflitta a Francois Fillon. I cattolici, in buona sostanza, possono vantare un nuovo interlocutore. Nonostante il riconfermato presidente della Hauts-de-France non sia considerato un campione del cattolicesimo nel senso tradizionalista. E questo ad appena un anno dalle presidenziali che potrebbero vedere Macron in difficoltà. I risultati delle regionali non mentono: Macron, almeno sul piano del consenso territoriale, è in assoluta difficoltà.
I presuli, dopo l’approvazione dell’Assemblea nazionale, hanno avanzato la richiesta di una vera e propria moratoria nei confronti del disegno di legge. Non è un gesto politico privo di valore. Se non altro perché Emmanuel Macron è divenuto il primo sostenitore della riforma bioetica che, tra i vari punti, sdogana una volta per tutte la fecondazione assistita. Il fatto è che, nelle aspettative dei cattolici, il leader di En Marche! avrebbe dovuto dimostrare distanza su questi temi. E invece, un po’ contro ogni previsione, Macron ha scelto di combattere a testa bassa, affinché quel disegno di legge trovasse approvazione parlamentare. Ora, tutto può evolvere nella direzione di un contrasto forte tra episcopato transalpino ed inquilino dell’Eliseo.
Il nemico giurato che i vescovi intravedono nella riforma si chiama utero in affitto. Il testo macroniano apre del resto pure alla fecondazione assista in favore di persone che non si trovano in relazioni di coppia. Per i cattolici pessimisti, si tratta di un primo passo. Un moto legislativo, insomma, che potrebbe configurare il viatico per la liberalizzazione di certe pratiche che la Chiesa cattolica, pure da Roma, continua ad avversare. Non che la fecondazione assistita non lo sia. Papa Francesco è il pontefice della misericordia, ma anche quello della mano ferma rispetto al “pendio scivoloso”, che cammina soprattutto dalle parti dei temi rilevanti per la bioetica. Intanto il Senato – come ripercorso pure da Aci Stampa – ha detto di no. Non è un fattore secondario: significa che Macron non ha i numeri per dettare tempi e temi come vorrebbe.
Torniamo un attimo sul piano politico: Xavier Bertrand sembra avere tutte le intenzioni d’impensierire Emmanuel Macron tra un anno. La strategia dell’esponente gollista, che in realtà è fuoriuscito da Partito Repubblicano ma che potrebbe essere recuperato in vista delle presidenziali, verte proprio sul ripristino del consenso centrista. Una certa narrativa sostiene che i Repubblicani vogliano fare del patriottismo il loro canovaccio. In realtà, se a contendere l’Eliseo agli altri candidati fosse Bertrand, il piano ideologico sarebbe molto meno marcato di così. Al contempo, il presidente della Hauts-de-France ha spesso marcato a uomo i progressisti sui temi bioetici, schierandosi con l’episcopato cattolico. Siamo alla vigilia di un possibile ed interessantissimo uno contro uno.