I negoziati tra Russia e Giappone per il destino delle isole Curili proseguono. Oggi, dopo incontro al vertice svoltosi a Mosca, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che “c’è ancora del lavoro da fare” prima di restituire a Tokyo il controllo sulle cosiddette “isole ancestrali”, ricche di giacimenti di petrolio, gas, oro e argento, e concludere così una disputa che dura da settant’anni. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha invitato il presidente russo nella capitale giapponese per continuare i negoziati. La linea cauta mantenuta su questo argomento delicato per entrambi le potenze, che puntava alla risoluzione entro il 2020, sembra non aver ancora raggiunto i risultati sperati. Arrestati intanto a Mosca 11 attivisti contrari all’annessione che manifestavano davanti all’ambasciata giapponese.

“I colloqui si sono svolti in un’atmosfera professionale e molto costruttiva” ha dichiarato a margine del 25esimo vertice tenutosi con la controparte giapponese per la restituzione delle isole contese – occupate dalla Russia al termine del secondo conflitto mondiale – e la ratifica di un trattato di pace che apponga la parola fine ad ogni tipo di contesa territoriale tra le due potenze. Il primo ministro giapponese ha convenuto con il leader russo riguardo lo svolgimento del colloquio bilaterale, confermando che: “c’e’ un lavoro dettagliato che rimane da fare” prima di giungere alle “condizioni per una soluzione reciprocamente accettabile” che conduca un accordo di pace. Le relazioni diplomatiche tra i due paesi riprese nel 1956, non trovarono mai una vera e propria risoluzione a causa del disaccordo sul numero di isole dell’arcipelago da restituire alla giurisdizione giapponese. La catena di isole incastonate tra il Mare di Okhotsk e l’Oceano Pacifico, è estremamente vicina alle coste russe ed è stata militarizzata nel corso della Guerra Fredda, divenendo avamposto strategico e logistico per la Marina Russa e rivelandosi una risorsa economica importante.

L’allora Unione Sovietica espresse la sua disponibilità nel consegnare all’ex avversario nel conflitto mondiale le isole meridionali dell’arcipelago, quali l’isola Shikotan e le isole adiacenti e disabitate, le Habomai, negando però la cessione delle isole più grandi e popolose: Iturup e Kunashir. Probabilmente quelle che ospitano i giacimenti di metalli preziosi e idrocarburi.

Nonostante i termini negoziati  avessero subito delle modifiche che potevano arrivare a comprendere “l’intero arcipelago”, la ferma opposizione degli isolani di nazionalità russa e dell’opinione pubblica più in generale sembra aver frenato quella che sembrava essere una disputa ormai prossima alla risoluzione. Il “lavoro da fare” a cui si riferisce Putin, potrebbe dunque essere un riflessione di politica interna. Dal canto suo l’entourage vicino al ministro Abe avrebbe rilasciato informazioni ufficiose secondo cui si evincerebbe che la linea giapponese avrebbe rinunciato, rispetto al passato, alla restituzione di tutte  “le quattro isole”, ritenendola ormai un’opzione irrealistica. L’ipotesi su cui Tokyo starebbe lavorando sarebbe dunque la cosiddetta “2+alpha”: cioè il ritorno in un primo momento di Shikotan e Habomai e, in seguito, una discussione su un’eventuale sviluppo congiunto delle due isole più grandi Iturup e Kunashir – Etorofu e Kunashiri per i giapponesi. Si aggiunge inoltre la condizione imposta da Mosca di non istallare basi militari (alleate della Nato) nell’arcipelago.

A complicare il raggiungimento di una risoluzione pacifica, oltre la retorica belligerante che a periodi alterni viene ribadita da entrambe le parti, ci sarebbe infatti lo stretto rapporto di alleanza militare tra Tokyo e Washingtoni, che il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrovha definito  “problematico” nel conteso dei negoziati. Il capo della Difesa russa ha poi ammonito che per andare avanti nei negoziati, Tokyo deve intanto compire il passo di “riconoscere la sovranità russa sulle isole”, per poi procedere nella risoluzione diplomatica e ottenere ciò che reclama dal lontano 1945.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.