Nella giornata dell’11 dicembre i ministri degli Esteri di Russia, India e Cina si sono incontrati a Nuova Delhi per il 15esimo vertice trilaterale Ric. Sergej Lavrov, Sushma Swaraj e Wang Yi, rappresentanti delle diplomazie dei tre Paesi, hanno dato vita a un approfondito dialogo che ha rafforzato la vivace dialettica multilaterale tra i principali rappresentanti del gruppo Brics. Nel presentare il vertice, il governo indiano ha segnalato che esso è stato improntato sulla volontà di dialogare “sulle questioni mondiali e regionali di interesse congiunto e discutere sullo scambio e sulle attività trilaterali”.

Lo spazio geopolitico su cui la relazione trilaterale tra Russia, India e Cina si fonda e si consolida è l’Eurasia, punto di incontro, confronto e scontro tra proiezioni strategiche e interessi di diversa natura. Cina e India vivono, allo stato attuale delle cose, una delle più complesse e controverse relazioni del periodo storico presente: Nuova Delhi è ostile alla “Nuova Via della Seta” a trazione cinese e conduce con Pechino una sfida per il riarmo particolarmente intensa sul piano navale, ma al tempo stesso Repubblica Popolare Cinese e India sono oggi più interdipendenti che mai.





Questioni economiche e minimi comuni denominatori strategici, infatti, fanno sì che nella relazione sino-indiana a un elevato tasso di competizione si associ un importante elemento di collaborazione in cui la Russia può giocare un’importante azione mediatrice. 

La via euroasiatica di Russia, India e Cina

Lavrov, Wang Yi e la Swaraj hanno discusso infatti dei fattori che possono contribuire a migliorare la cooperazione negli spazi euroasiatici: il comunicato stampa congiunto di fine vertice, infatti, lascia trasparire armonia e comunione d’intenti. I principali dossier trattati dai rappresentanti di Russia, India e Cina sono stati, come segnala The Quintle risposte alla proliferazione del terrorismo in Asia Centrale, la stabilizzazione dell’Afghanistan e la gestione di importanti progetti economici ed infrastrutturali congiunti.

L’obiettivo di fondo del vertice era infatti rappresentato dal congelamento delle tensioni e dal rilancio degli obiettivi comuni dei tre Paesi, nonché sulla mediazione russa per la conciliazione tra i contrapposti progetti geostrategici di Pechino e Nuova Delhi, a cui Mosca guarda con crescente interesse.

La Russia di Vladimir Putin ha rappresentato un attore importante nella promozione della “Nuova Via della Seta”, e al tempo stesso non ha deciso di abbandonare la relazione speciale che la lega da decenni all’India, progettando lo sviluppo congiunto dell’International North-South Transport Corridor (INSTC), progetto potenzialmente complementare ma anche virtualmente concorrente della Belt and Road Initiative consistente in una rete infrastrutturale da 7.200 chilometri dispiegata dalla Russia all’Iran e all’India attraverso l’Asia Centrale.

La connettività è destino, come direbbe l’analista Parag Khanna, per le tre potenze affacciate sull’Eurasia: Russia, India e Cina dovranno valutare fortemente il ruolo della cooperazione trilaterale per gestire gli sviluppi di una macroregione sempre più importante sul piano geopolitico. Il quadro potrebbe essere reso ancora più interessante dall’espansione della cooperazione multilivello dai vertici RIC alla costellazione di organizzazioni che vedono dialogare i tre Paesi.

Russia, Cina e India, infatti, animano comunità come il gruppo Brics la Shangai Cooperation Organization e sono stakeholder primari di istituzioni come l’Asia Infrastructure Investment Bank: per una cooperazione resiliente, la possibilità di scambiare opinioni e visioni strategiche in contesti tanto diversi potrebbe risultare fondamentale.

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