Una fabbrica che sfornerà i più celebri e diffusi fucili d’assalto del mondo come voleva il presidente Hugo Chávez, ecco cosa pianificavano gli emissari militari inviati da Mosca a Caracas. La costruzione del primo impianto dell’azienda di armi russa Kalashnikov procede secondo i piani e i lavori di installazione sono in corso di completamento ha dichiarato Anatolij Punchuk, vicedirettore del Servizio federale per la cooperazione tecnico-militare della Russia (Fsmtc) in un’intervista rilasciata all’emittente russa Ria Novosti.

Sullo sviluppo e l’entrata in funzione di questo stabilimento non potrà “non influire” il blocco imposto con il sostegno degli Stati Uniti e di alcuni stati regionali, dimostrando come le pressioni di Paesi terzi stiano in qualche modo ostacolando gli interessi russi, da sempre principali fornitori di armi per il Venezuela. “La costruzione della struttura viene effettuata in piena cooperazione con i rappresentanti del cliente straniero, nonché in conformità con il programma concordato con il Venezuela, e l’installazione è completata presso la struttura. Allo stesso tempo, non può non influire il blocco del Paese organizzato con il sostegno degli Stati Uniti e di alcuni stati della regione, al pari della situazione politica interna in Venezuela”, ha dichiarato il funzionario russo.

Il Venezuela ha sempre importato armi dalla Russia, e lo sviluppo di due stabilimenti per la produzione delle medesime armi era stato fortemente voluto dal defunto presidente Hugo Chávez , principale sostenitore di questo accordo che è poi stato onorato dal suo successore Nicolas Maduro. Nel 2006 Chávez firmò una commessa per l’acquisto di 100mila fucili d’assalto Ak-103 e gettò le basi per l’accordo che prevedeva la costruzione di due stabilimenti che avrebbero prodotto armi russe su licenza. La cooperazione venne rallentata dai problemi economici venezuelani a causa della caduta del prezzo del petrolio, che costrinse Mosca a concedere credito al paese sudamericano per finire poi a ristrutturare parte del suo debito aiutandola a concludere l’affare. Secondo gli emissari russi il blocco del paese e le sanzioni che lo riguardano hanno senza dubbio un impatto negativo sul “ritmo della costruzione”, ma la Russia è ottimista sull’attuazione del progetto nei tempi previsti e continuerà nella sua collaborazioni tecnico-militare che non è mai stata oggetto di segreto e non sarebbe una copertura per altre “operazioni” secondo il Cremlino.

L’accordo portato avanti nell’ambito della longeva cooperazioni militare cui si era accennato negli scorsi mesi  – quando i due aerei da trasporto strategico dell’Aeronautica militare russa vennero segnalati nell’aeroporto di Caracas – fa ha raggiunto l’obiettivo prefisso per il 2019 di iniziare costruire su licenza concessa dalla Rosoboronexport, l’ente che che si occupa dell’esportazione di armi dello Stato russo, le nuove versioni del famigerato fucile d’assalto Avtomat Kalašnikova 1947 . L’arma a fuoco selettivo inventata da Mikhail Kalashnikov in Unione Sovietica nel 1947 prodotta in più di 100 milioni di esemplari. L’Ak-47, dotato del tipico caricatore a “banana” ha una porta utile di 400 metri , è tutt’ora prodotto dall’azienda in nuove versioni che hanno previsto la sostituzione delle parti in legno e metallo con nuovi materiai resistenti e ultraleggeri. Estremamente maneggevole e resistente è considerata una delle armi più affidabili del mondo. Si calcola che un quinto sul totale delle armi da fuoco presenti sul pianeta sia stata costruita, con o senza licenza, sulla base dell’Ak-47. Gli Ak prodotti in Venezuela contribuiranno ad aumentare i numeri di questo “tetro” primato, soprattutto per quanto riguarda gli stati sudamericani.

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