Il primo paziente in Italia positivo alla “variante inglese” del Covid-19 è una donna “fuori dal comune”, per la precisione una 007 che lavorava a Londra. Secondo quanto riportato dall’agenzia Adnkronos, la donna si trova in isolamento nella propria abitazione, dopo che all’ospedale militare del Celio le è stato riscontrato il ceppo del coronavirus nella variante proveniente dall’Inghilterra. Si tratta, rivela il sito Sassate, di “una 007 da poco in forza all’Aise”, i servizi segreti esterni. Ha quarantadue anni, è residente a Roma, dove vive con il suo compagno, anche lui in isolamento a casa. Entrambi erano rientrati in Italia nei giorni scorsi dalla Gran Bretagna. Fonti interne all’ospedale del Celio confermano all’Adnkronos che la situazione è sotto controllo e che la donna sta bene.
Il caso che imbarazza i servizi
Sempre secondo il sito Sassate, il compagno della donna sarebbe un ex-ufficiale dell’esercito britannico, trasferitosi da non molto nella capitale e che lavorerebbe a sua volta per l’MI6. È proprio per cercare di tenere nascosta la sua relazione con il “collega” inglese, la donna avrebbe evitato di informare i suoi superiori di Forte Braschi di essere risultata positiva dopo il viaggio a Londra. Di qui l’allarme per un possibile “focolaio” che starebbe mettendo a rumore gli uffici dell’Aise e la preoccupazione di quanti l’hanno incontrata prima del ricovero al Celio. Per quanto riguarda la variante inglese del Covid-19, al momento non ci sono certezze. “Il Regno Unito riferisce che questa variante del Coronavirus si trasmette più facilmente ma non ci sono elementi per ritenere che provochi conseguenze più gravi o sia più mortale”, è la posizione dell’Oms, attraverso le parole del direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Cosa sappiamo sulla variante inglese
Secondo il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, virologo dell’università di Padova, quello che si è creato attorno alla variante britannica del coronavirus è un “allarmismo ingiustificato”. Un allarmismo, spiega l’esperto durante un’intervista, “non giustificato dai dati scientifici: si tratta di sequenze genomiche, ma non c’è dietro alcuna biologia”. Nessun riscontro scientifico è in grado di comprovare la maggiore pericolosità di questa variante, spiega ancora il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). “Non ci sono prove che questa mutazione renda il virus più letale o gli consenta di sfuggire ai vaccini”, spiega ancora Palù, come riferito da Adnkronos.
Nelle scorse ore, il governo ha deciso per la sospensione immediata dei voli con il Regno Unito. “Ho firmato una nuova ordinanza che blocca i voli in partenza dalla Gran Bretagna e vieta l’ingresso in Italia di chi negli ultimi 14 giorni vi è transitato. Chiunque si trovi già in Italia, in provenienza da quel territorio, è tenuto a sottoporsi a tampone antigienico o molecolare contattando i dipartimenti di prevenzione”, ha scritto su Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza. Il blocco sarà in vigore fino al 6 gennaio. Come scrivono Mauro Indelicato e Sofia Dinolfo su InsideOver, la variante inglese non deve preoccupare. Un gruppo di ricercatori internazionali ha messo a punto uno studio, pubblicato anche sul New England, in cui è stato dimostrato come la seconda ondata di contagi in Europa è partita da una mutazione genetica del coronavirus. La variante è stata chiamata 20A.EU1 ed è stata rintracciata proprio nel Paese iberico. Dalle zone rurali della Spagna, in estate il “nuovo virus” si è diffuso nelle grandi Città e poi a settembre è stato esportato in altre aree europee tramite i vacanzieri che avevano scelto le spiagge spagnole come meta per le proprie ferie. Secondo lo studio internazionale, la variante iberica si è dimostrata da subito molto più contagiosa ma meno letale.