Gli Stati Uniti d’America potrebbero non essere più “soli” 50 stati. Per ragioni squisitamente politiche – se non marcatamente elettorali – infatti, altri due stati potrebbero aggiungersi alla federazione: si tratta, come riporta Italia Oggi, di Porto Rico e del Distretto di Columbia, la “D.C.” di Washington D.C, tradizionalmente due “feudi” del Partito democratico. In realtà, entrambi sono già parte integrante degli Usa, ma con delle caratteristiche particolari. Mentre i 700 mila abitanti di Washington votano alle presidenziali, i portoricani non vi partecipano. I residenti di entrambi i territori, pur essendo cittadini Usa, non eleggono membri del Congresso, dove sono rappresentati da semplici “osservatori”. La scorsa settimana, infatti, i democratici della Camera dei Rappresentanti hanno approvato un progetto di legge per rendere la città di Washington, Dc, il 51esimo Stato degli Stati Uniti. La Camera ha approvato il disegno di legge con 216 voti a favore e 208 contrari. Ora devono affrontare una dura battaglia al Senato.
Pur di vincere i dem vogliono due nuovi stati
Una mossa che avvantaggerebbe, e non di poco, i dem: riconoscere Washington Dc uno stato a tutti gli effetti, infatti, creerebbe nuove posizioni al Congresso – un rappresentante della Camera e due senatori – che sarebbero quasi certamente occupate dai democratici, poiché i residenti della capitale hanno storicamente votato per i candidati democratici. Secondo il disegno di legge recentemente approvato, il nuovo stato sarebbe conosciuto come Washington, Douglass Commonwealth, dal nome del famoso abolizionista Frederick Douglass, che visse a Washington dal 1877 fino alla morte, nel 1895. Non è la prima volta che i dem ci provano: un disegno di legge fu approvato alla Camera nel 2020, ma fu poi stoppato dal Senato al tempo controllato dai repubblicani. Che ora potrebbero ricorrere all’ostruzionismo pur di non far approvare il disegno di legge.
Approvato il disegno di legge alla Camera. Battaglia al Senato
Il leader della maggioranza al Senato, il democratico Chuck Schumer, intende portare il disegno di legge all’attenzione del Senato questo giovedì. “È qualcosa in cui credo fermamente. Faremo tutto il possibile per approvarlo” ha spiegato Schumer in una conferenza stampa svoltasi pochi giorni fa a Capitol Hill. Il provvedimento ha ricevuto un forte sostegno dalla Casa Bianca del presidente Joe Biden, che nei giorni scorsi ha rilasciato una dichiarazione definendo lo status di Washington “un affronto verso i valori democratici su cui si fonda la nostra nazione”.
La Casa Bianca ha elogiato la capitale definendola “degna di uno Stato”, con “un’economia robusta, una cultura ricca e una popolazione diversificata di americani di ogni estrazione sociale che hanno diritto alla piena ed eguale partecipazione alla nostra democrazia”. I padri fondatori della nazione, “non hanno mai voluto che il Distretto di Columbia fosse uno stato e hanno specificamente formulato la Costituzione per dirlo”, ha spiegato il rappresentante repubblicano della Georgia, Jody Hice. “Questo è assolutamente contrario a ciò che i nostri fondatori intendevano e dovrebbe essere fermamente respinto”.
Alcuni repubblicani considerano l’iniziativa dei democratici dettata da biechi motivi elettorali e di potere. Il deputato James Comer, ha definito il disegno di legge “una parte fondamentale dell’agenda della sinistra radicale per rimodellare l’America, insieme al Green New Deal, definanziando la polizia e comprimendo la Corte Suprema degli Stati Uniti”. La deputata Virginia Foxx ha inoltre sottolineato, durante un’udienza dello scorso marzo. che “il Distretto di Columbia è una pedina usata dai Democratici del Congresso per ottenere il potere”.