“Abbiamo scongiurato il collasso dell’economia e il popolo americano ha ottenuto ciò di cui aveva bisogno”. È così che a inizio giugno il presidente americano Joe Biden si è rivolto alla nazione dallo Studio Ovale presentando l’accordo con lo speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy.
L’intesa fissa il tetto del debito ed evita il rischio di default sino al gennaio 2025. Nelle stesse ore venivano pubblicati i dati sull’occupazione USA che ha registrato un incremento degli occupati di 339 mila unità. In apparenza, con questi successi raggiunti in pochi giorni, Biden dovrebbe navigare con il vento in poppa verso la riconferma. Come spiegare allora che secondo un sondaggio di NewsNation/DDHQ il 49% degli intervistati valuterebbe il candidato di un terzo partito se Biden e Trump fossero le due principali scelte sulle schede elettorali?
Numerosi quotidiani e siti internet hanno pubblicato svaristi articoli su quello che è visto come il più grande tallone d’Achille del presidente Biden: la sua età. L’ultima analisi sul tema è apparsa lo scorso weekend sulle pagine del New York Times e il verdetto è tutto nel titolo, “The complicated reality of Joe Biden, America’s oldest president”.
L’attuale inquilino della Casa Bianca è capace, come successo lo scorso inverno, di mantenere il sangue freddo dopo essere stato svegliato nel cuore della notte dalla notizia di un missile esploso sul suolo polacco. Anche il suo lungo viaggio segreto in treno per una visita a sorpresa a Kiev è tra gli esempi che dimostrerebbero che l’ottantenne presidente è pienamente in grado di ricoprire il ruolo di commander in chief al tempo di uno dei più pericolosi passaggi della storia mondiale.
La stessa analisi però, dopo aver citato l’ultima delle cadute del presidente durante una cerimonia all’Air Force Academy in Colorado, ricorda anche alcuni recenti episodi in cui Biden si è confuso sul numero dei nipoti e sul nome del suo film preferito. Trova spazio anche la preoccupazione dei finanziatori democratici per i quali l’anzianità del candidato del partito dell’asinello è un argomento difficile da ignorare.
Il sito Axios e lo stesso New York Times hanno poi studiato l’agenda del presidente democratico e hanno rilevato una quantità simile di impegni se confrontata con lo stesso anno del presidente Obama. La vera anomalia è lo scarso numero di interviste concesse ai media, un quarto rispetto a Trump e un quinto rispetto ad Obama nello stesso periodo, che farebbe pensare ad uno staff impegnato ad evitare che Biden possa fare una delle gaffe per cui è famoso.
Il dibattito sull’età di un presidente che avrebbe 86 anni nell’ultimo anno del suo eventuale secondo mandato, in misura nettamente inferiore, non risparmia neanche il probabile sfidante repubblicano Trump il quale è solo 4 anni più giovane del democratico. Se Biden si allena quasi tutti i giorni e, secondo più fonti, è ancora in grado di leggere briefing complessi e fare domande scomode, la dieta di Trump a base di cheeseburger e bistecche e le sue capacità cognitive sollevano diversi dubbi sulla sua capacità di guidare la principale superpotenza mondiale. Alcuni suoi consiglieri hanno riportato che ha difficoltà a processare le informazioni e a distinguere la finzione dalla realtà.
Perché allora su questo tema i riflettori sono puntati più su Biden che su Trump? Secondo un sondaggio della Reuters/IPSOS, infatti, il 73% ritiene che Biden sia troppo anziano mentre solo il 51% pensa la stessa cosa di Trump. La spiegazione starebbe nel fatto che l’eccessivo stile comunicativo di Trump proietterebbe un maggiore senso di forza ed energia.
Tutte queste riflessioni sull’età di Biden, almeno sino ad ora, celano però il fatto che ci sono numerosi altri ostacoli sulla strada della sua riconferma alla Casa Bianca. Infatti, ci sarebbero almeno quattro scogli su cui si potrebbe arenare la campagna elettorale per la rielezione del presidente.
La prima riguarda Hunter Biden, il “problematico” figlio del presidente. Nelle scorse settimane l’agenzia delle entrate americana (Irs) ha rimosso l’intera squadra investigativa dall’indagine per frode fiscale nei confronti di Hunter. Secondo quanto riferito dalla talpa che ha contattato il Congresso per denunciare un insabbiamento del caso, l’ordine sarebbe partito dal dipartimento di Giustizia. L’inchiesta, avviata nel 2018, era inizialmente concentrata sulle consulenze e sui rapporti oltreoceano del figlio del presidente ma col tempo ha portato gli investigatori ad esaminare il suo reddito, le sue dichiarazioni fiscali e una falsa dichiarazione per l’acquisto di una pistola. Proprio su questa indagine il whistleblower avrebbe denunciato “interferenze politiche” e favoritismi. David Weiss, il procuratore del Delaware nominato da Donald Trump non sarebbe lontano dal decidere se procedere con un’incriminazione.
Un’altra bomba pronta ad esplodere riguarda la crisi migratoria al confine con il Messico. Il 12 maggio è scaduto il Titolo 42, la misura introdotta nel 2020 da Donald Trump che, per prevenire la diffusione del Covid 19, permetteva l’espulsione immediata dei migranti entrati nel Paese illegalmente. Al momento i dati sugli sconfinamenti illegali sarebbero in calo ma le condizioni che hanno portato migliaia di messicani e centroamericani a lasciare i propri Paesi sono sempre presenti. La permanente instabilità politica, sociale e le crisi ambientali che investono la regione sono elementi che possono riaccendere in qualsiasi momento la frontiera meridionale degli Stati Uniti con ripercussioni sulla campagna elettorale americana.
Un altro elemento che potrebbe affossare la corsa alla Casa Bianca di Biden è il supporto di Kamala Harris, una vice presidente che nei prossimi mesi sarà sempre più al centro dell’attenzione mediatica considerato che, in caso della sua morte, potrebbe succedere ad un presidente ottuagenario. La vice presidente, nonostante le sue origini e le sue credenziali sino ad ora non ha entusiasmato la base elettorale e non ha inciso in maniera tangibile sull’agenda dell’amministrazione Biden.
La politica estera, come spesso successo in passato, è l’ultimo ambito dal quale potrebbero arrivare sorprese inaspettate. Il fronte più caldo è ovviamente quello legato alla guerra in Ucraina. Con la prospettiva di negoziati di pace ancora molto lontana, il presidente russo Putin potrebbe giocare molte carte per condizionare le elezioni presidenziali americane. Potrebbe non essere fantapolitica ma con un Trump che ha affermato di essere in grado di fermare la guerra in 24 ore, Putin potrebbe dichiarare apertamente di essere pronto a sedersi al tavolo delle trattative solo con Trump come presidente. Così facendo potrebbe vendicarsi della dichiarazione rilasciata da Biden a Varsavia un anno fa quando disse, riferendosi al presidente russo, “per l’amor del cielo, questo uomo non può rimanere al potere”.
Considerate quelle che sono solo alcune delle possibili grane per il presidente Biden, la sua età potrebbe rivelarsi, di qui a novembre 2024, come il tema meno dibattuto. Nella campagna elettorale americana, infatti, l’imprevisto, che sia un October surprise o un cigno nero come la pandemia nel 2020, è sempre dietro l’angolo.