Lo avevamo predetto ed è accaduto: gli accordi di Artemide, così come formulati, non avrebbero potuto che determinare il consolidamento ulteriore del partenariato strategico tra Russia e Cina, incoraggiando le due potenze – escluse dal quadro – a coordinare con maggiore intensità, e possibilmente amalgamare, le rispettive agende per lo spazio extraterrestre.

L’ultima novità proveniente dalla corsa allo spazio 2.0, escludendo l’ammartaggio di Perseverance, è che i governi di Mosca e Pechino sono sul punto di finalizzare un memorandum d’intesa il cui contenuto potrebbe sublimare notevolmente il loro partenariato.

Una base sulla Luna

Nella giornata dell’11 febbraio l’ufficio stampa di Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, ha comunicato che tutto è pronto per la conclusione del memorandum del secolo con l’omologa cinese, la Guójiā Hángtiānjú. Le parti hanno concordato termini e contenuto e devono soltanto stabilire la data della firma, che, si suppone, potrebbe avvenire in occasione dell’edizione 2021 della Conferenza sull’esplorazione dello spazio, programmata per il prossimo giugno a San Pietroburgo.

Il memorandum è la risposta perfettamente proporzionata di Mosca e Pechino all’esclusione dagli accordi di Artemide e prevede che le parti costruiscano congiuntamente una stazione di ricerca scientifica sulla Luna. I veri firmatari dell’ambizioso cantiere, naturalmente, non sono Roscosmos e Guójiā Hángtiānjú, ma Vladimir Putin e Xi Jinping.

La base, robotizzata, verrebbe costruita nel polo meridionale del satellite terrestre e sarebbe aperta all’utilizzo internazionale. Le parti hanno anche concordato una tabella di marcia preliminare e provvisoria: inizio delle operazioni con le missioni cinesi Chang’e-6, Chang’e-7 e Chang’e-8, proseguimento con la missione russa Luna 27 e stabilimento di una presenza umana semipermanente fra il 2036 e il 2045.

L’agenda spaziale russo-cinese

Lo spazio è la nuova frontiera della competizione tra le grandi potenze e, mentre gli Stati Uniti possono contare sull’appoggio di una serie di alleati e sul prezioso supporto dei grandi privati, la Russia non dispone né di un circuito di alleanze solide né di una rete abbastanza vasta di ricchi investitori e imprenditori, perciò sta ripiegando sull’approfondimento del partenariato strategico con la Cina, con la quale stanno venendo portate avanti diverse iniziative a livello di spazio extraterrestre.

Entrambe le potenze sono interessate, allo stesso modo di Washington, allo stabilimento di una presenza umana duratura sul suolo lunare che possa fungere da trampolino di lancio per lo sbarco su Marte e, a latere, per la conquista dello spazio inoltrato. Risalgono a novembre 2017 un piano quadriennale per la conduzione di programmi tecnologici congiunti e a giugno 2018 un memorandum d’intesa riguardante lo sviluppo di iniziative e progetti miranti alla Luna e allo spazio profondo.

Fino ad oggi la collaborazione sino-russa nello spazio è stata quasi esclusivamente circoscritta alla condivisione di conoscenze e competenze per la co-realizzazione di tecnologia all’avanguardia dal possibile utilizzo militare, dalle armi laser alla strumentazione per la distruzione di detriti orbitali, e all’accesso alle infrastrutture, ma l’entrata in vigore degli accordi di Artemide ha dato impeto all’allargamento della collaborazione e incoraggiato la Russia a valutare con serietà la proposta cinese di costruire (e gestire) congiuntamente una base lunare. Non è da escludere, inoltre, che i due Paesi possano tentare di dar vita ad un sistema di Artemide parallelo, attraendo Paesi del Sud globale con ambizioni spaziali.

In breve: gli sforzi degli Stati Uniti di assumere una posizione egemone nella corsa allo spazio, precludendo la partecipazione di Russia e Cina a partenariati internazionali di alto livello, sta suscitando l’effetto contrario di cementificare ulteriormente la loro collaborazione. L’unica maniera di evitare l’estensione dell’asse Mosca-Pechino dalla Terra al sistema solare sarebbe il ricorso alla carta Kissinger, ossia riportare il dialogo tra Nasa e Roscosmos ai livelli del dopo-guerra fredda e, possibilmente, invitare il Cremlino a far parte della maxi-alleanza spaziale.

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