Il killer che ieri ha ucciso 26 persone in una chiesa del Texas ha un nome e un cognome: Devin Kelley. Ventisei anni, Kelley era un militare che era stato congedato con disonore per cattiva condotta in seguito a maltrattamenti contro la moglie e il figlio. “Un malato di mente”, come l’ha definito il presidente americano Donald Trump

Capire cosa è successo in quei momenti di fuoco è, attualmente, impossibile. Ci sono però alcuni punti fermi: Kelley si è presentato in chiesa vestito tutto di nero, indossando un giubbotto antiproiettile e imbracciando un fucile d’assalto. Inizia subito l’attacco. È un militare che sa sparare e sa anche muoversi. Fredda due persone sul sagrato della chiesa, poi si sposta all’interno dell’edificio. Spara nel mucchio. E porta la morte. 

Quando il killer esce trova un abitante del luogo armato che fa fuoco e lo costringe a fuggire a bordo di un suv. Morirà poco più tardi. Ad oggi non si sa ancora se si sia suicidato o se sia morto in seguito alle ferite riportate.

Secondo quanto ha fatto sapere la portavoce dell’aviazione americana,  Ann Stefaneck, Kelley ha fatto parte dell’Air Force dal 2010 al 2014, servendo nel reparto logistico della base aerea di Holloman in New Mexico. Nel 2012, il futuro killer è apparso davanti al tribunale militare per maltrattamenti nei confronti della moglie e il figlioletto, viene condannato ad un anno di carcere militare e, infine, viene degradato e congedato per cattiva condotta nel 2014.

Un profilo Facebook con il suo nome mostra una foto dell’uomo con fucile semi automatico Ar-15, l’arma preferita dagli stragisti americani.

Secondo quanto ha raccontato al Los Angeles Times Johnathan Castillon, un residente della zona di Sutherland Springs, Kelley cercava in continuazione di aggiungere nuovi amici della zona sulla sua pagina Facebook per poi litigare con loro. Castillo aveva accettato la richiesta di amicizia qualche mese fa, pensando che forse lui o dei suoi amici avessero conosciuto Kelley, ma senza ricordarsi chi fosse. Presto però Kelley si era dimostrato un’attaccabrighe. “Un sacco di gente lo cancellava” perché cercava lo scontro e mandava insulti, ha raccontato Castillo.

Kelley aveva anche un profilo Linkedin, dove si descrive come “una persona che lavora duro con impegno”, con i “valori dell’Air Force”. Kelley, inoltre, raccontava anche di insegnare il catechismo ai bambini di 4-6 anni presso la First Baptist Church di Kingsville. Fra i suoi interessi elencava il benessere degli animali, i bambini e, infine, la battaglia per i diritti civili e umani.

Dacci ancora un minuto del tuo tempo!

Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.