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È il “cavallo di battaglia” del governo Renzi in Europa, è il chiaro obiettivo dell’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza, Federica Mogherini, soprattutto ora che la Gran Bretagna è fuori dall’Unione. La creazione di un sistema di difesa comunitario, che tenga insieme i ventotto Stati membri, è il punto sul quale Federica Mogherini sta facendo da mesi pressione a Bruxelles e lo ribadirà durante il vertice di Bratislava il prossimo 16 settembre.banner_occhi_cristiani“Ho voluto presentare ai ministri le misure che nel campo della difesa e della sicurezza possono essere adottate nel quadro degli attuali Trattati europei”, ha dichiarato lo scorso venerdì l’Alto Rappresentante durante una conferenza stampa, a latere di un incontro in Slovacchia tra i Ministri degli esteri dei Ventotto. L’idea sarebbe quella di dare il via ad una effettiva “cooperazione strutturata permanente” tra gli Stati membri, come previsto dal Trattato di Lisbona negli articoli 42, 44 e 46. L’obiettivo finale? Rendere esecutivi i “battlegroups”, unità multinazionali di intervento rapido, che esistono da anni sulla carta e nelle esercitazioni ma non sono mai state utilizzati in scenari di guerra. Oltre a dare impulso a investimenti comunitari nel settore della difesa, delegare un ristretto numero di Stati europei ad agire in nome e per conto dell’Ue ( lo stabilisce l’art. 44 del Trattato di Lisbona) e creare un quartier generale a Bruxelles che coordini tutte le operazioni della difesa europea.Sarebbe più difficile, invece, costituire un esercito comune, sotto l’egida dell’Unione. “Siamo tutti d’accordo – ha dichiarato l’Alto Rappresentante – che un esercito comunitario non è qualcosa destinato ad accadere presto. Ma quello che può subito succedere, se gli Stati membri si impegnano in ciò, è avanzare nel campo della difesa europea”. La svolta per Federica Mogherini è giunta con la Brexit. Londra infatti si oppone ad un sistema congiunto di difesa sin dal 2011, quando a chiedere formalmente una cooperazione rafforzata in Europa furono Francia, Germania e Polonia. In quell’occasione però il Triangolo di Weimar dovete sottostare al niet britannico.Di sicuro altri tempi. Oggi le cose sono cambiate e in Europa a spingere il progetto della difesa congiunta non è soltanto Federica Mogherini. Ma è lo stesso Premier Renzi che la scorsa settimana ha presentato a Bruxelles un documento – elaborato dai funzionari dei Ministeri della Difesa e degli Affari Esteri – che offre le linee guida per dare l’avvio ad un sistema per la difesa comunitaria. Il documento in questione è stato già discusso – in anteprima – con Merkel e Hollande, durante il vertice di Ventotene di fine agosto e rappresenta una svolta concreta al dibattito sul tema nato dalla lettera pubblicata il 10 agosto scorso su Le Monde a firma dei ministri Pinotti e Gentiloni, nella quale si proponeva di creare uno “Schengen della difesa”. Missiva che, per dirla tutta, i francesi non vedevano l’ora che arrivasse.





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