Dopo mesi di dubbi e di discussioni, a Mosca viene sciolta la prima riserva sulle prossime elezioni presidenziali che, con buona probabilità, si terranno nel marzo del 2018.
Kseniya Sobchak, con una lunga lettera aperta fatta pervenire alla redazione del principale quotidiano generalista russo, Vedomosti, spiega le ragioni della sua battaglia politica. Il suo fervore politico e la sua presa di posizione, come spiega nelle sue righe, nascono all’indomani delle elezioni parlamentari del 2011, con le proteste di Piazza Bolotnaya, durante le quali è stata una delle principali figure trainanti dei manifestanti. D’altronde, grazie alla sua popolarità mediatica è stata una figura in grado di attrarre consensi tra le frange più liberali della popolazione.
Figlia di Anatoly Sobchak, uno dei padri costituenti della Russia post-sovietica ed ex-sindaco di San Pietroburgo quando Putin faceva parte della sua squadra politica della municipalità baltica, ha raggiunto da giovane le luci della ribalta in quanto artista poliedrica, ballerina di danza classica e presentatrice televisiva.
Dopo il 2011 la stessa ha convertito la sua carriera artistica, abbandonando le frivolezze e dedicandosi a programmi di approfondimento politico e sociale, come lo spazio televisivo ritagliatosi da sei anni a questa parte su Dozhd (TV Rain), emittente televisiva di opposizione, sulla quale la Sobchak ha condotto Zavtrak s Sobchaky (Colazione con la Sobchak) e Sobchak Live.
Un programma anti-sistema
Dal pomeriggio di mercoledì 18 ottobre, contestualmente alla pubblicazione della lettera aperta ai russi, è online il sito della sua campagna elettorale che sfoggia uno slogan che sa di anti-politica: “Sobchak protiv vseh” (Sobchak contro tutti), in virtù della retorica anti-establishment con cui sarebbe intenzionata ad improntare la sua campagna elettorale. Sul sito è disponibile un video di pochi minuti nella quale ella si presenta al pubblico e descrive i perché della sua decisione, ponderata ma sicura, facendo anche i nomi di tutti quei politici che, pur qualificandosi come di opposizione, hanno succhiato per anni al capezzolo del potere. Parla dei 19 anni in politica del leader di LDPR, il Partito Liberal-Democratico russo, Vladimir Zhirinovsky, dei 15 anni di Gennady Zjuganov alla guida del Partito Comunista russo, che in molte occasioni ha dato sostegno a Russia Unita. Spende alcune parole in favore della posizione di Aleksey Navalny, che secondo molti analisti occidentali sarebbe stato il candidato davvero in grado di contrastare Putin alle prossime elezioni. Kseniya Sobchak, vagliando la possibilità che al blogger anti-corruzione venga negata la candidatura per via delle condanne penali pendenti, ha teso la mano a questi per creare un fronte condiviso volto alla raccolta di consensi in suo favore. Nella mattinata di giovedì 19 ottobre, inoltre, il Moscow Times ha reso noto che Vitaly Shkliarov, uno spin-doctor di origine bielorussa che ha partecipato ai lavori della campagna elettorale di Bernie Sanders nel 2016, farà parte del team che porterà avanti il programma della presentatrice russa. Inoltre, indiscrezioni varie sostengono che la campagna elettorale della Sobchak costerà intorno al miliardo di rubli (circa 17,4 milioni di dollari), cifra che sarà reperita tra i grandi industriali e uomini d’affari, la cui provenienza resta ancora segreta.
Le voci dal Cremlino
Molti media d’opposizione, appresa la notizia della candidatura della presentatrice, hanno cominciato a vagliare le ragioni di tale decisione, compresa la possibilità che si tratti in realtà di uno specchietto per le allodole. Per dirla in modo pugilistico, uno sparring partner per Putin, da utilizzare per erodere voti ai candidati di opposizione, che si pensa saranno in tutto circa cinque o sei. Sempre Vedomosti, inoltre, riporta le parole di fonti molto vicine al Cremlino, che avrebbero indicato il nome della Sobchak come quello di un candidato ideale. D’altra parte, per ciò che è sempre apparso in pubblico fino al 2012 e per l’amicizia e rispetto tra Putin ed il defunto padre Anatoly Sobchak, i rapporti tra Kseniya e il presidente russo non avrebbero fatto pensare ad uno scontro sullo sdrucciolevole terreno elettorale. Né tantomeno così presto. Il quotidiano di opposizione Novaya Gazeta ha infatti scoperto che inserendo la chiave di ricerca “Sobchak2024.com” (un eventuale sito di riferimento per le elezioni del 2024), si apre la stessa pagina del sito sopra indicato, facendo comparire il sospetto che si siano voluti anticipare i tempi, sebbene Kseniya Chudinova, capo dell’ufficio stampa della Sobchak, ha dichiarato di non essere a conoscenza della proprietà di tale dominio. Inoltre, la sede russa della BBC, riporta di un incontro dietro le quinte della registrazione di un documentario sul defunto padre della presentatrice, di un incontro avvenuto tra la Sobchak e il presidente russo Vladimir Putin, di cui però non si conoscerebbero molti dettagli. Putin ed il suo portavoce, Dmitry Peskov, si sono limitati a commentare la notizia dicendo che il profilo della Sobchak rispetta i dettami di candidabilità contenuti nella Costituzione russa.
Donne al potere in Russia
Kseniya Sobchak non sarà il primo candidato donna della storia delle elezioni presidenziali russe: già nel 2000 Ella Pamfilova prese un modesto 1%, mentre nel 2004, Irina Khakamada, del partito dell’Unione delle Forze di Destra ha raccolto il 3,84%. Al nome della Sobchak, nelle scorse settimane, erano stati affiancati i nomi di altre donne che potenzialmente avrebbero potuto concorrere per una candidatura alla presidenza, tra le quali la portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, la presidente del Consiglio della Federazione, Valentina Matvienko, la vice Presidente della Duma di Stato Irina Yarovaya e il procuratore generale della Crimea, Natalya Poklonskaya.