Spesso si fanno supposizioni che possano andare più o meno al di là del complottismo di maniera, circa l’indirizzamento di alcune politiche da parte di persone esterne, con invadenti ingerenze atte a plasmare uno stato a propria immagine e somiglianza, in base ad una serie di interessi, spesso privati, che abbiano un risultato di ampia risonanza in ambito di politica pubblica. Quale miglior caso per esemplificare le tante teorie, che trovano una base di verità più o meno ampia, su come con i soldi di finanziatori privati si sia giunti alla fine dell’Unione Sovietica se non quello di George Soros e della sua Open Society?Per approfondire: Perché Soros è contrario al BrexitIl finanziere e filantropo americano è intervenuto poche settimane fa all’Open Russia Club di Londra, un spazio adibito ad incontri con personalità di spicco legate al mondo russo, al loro rapporto con le libertà e la democrazia, in chiave tendenzialmente molto politicizzata. La sede di Hanover Square a Londra rappresenta una sorta di caffè letterario, o magari, per dirlo alla russa, di samovar’, dove la crema della società russa o legata in qualche modo alla Russia per i suoi interessi economici o culturali, si aduna per discorrere di come il grande Paese necessiti di proseguire su un percorso di continua democratizzazione che con il “regime” di Putin si è bruscamente interrotto. Potremmo dunque dire che questo Club di politici e businessmen sia in realtà quasi come un comitato elettorale dal quale transitano personaggi di spicco legati all’oligarca che ha fortemente voluto la creazione di questo progetto (Otkrytaya Rossiya, ndr), Mikhail Khodorkovsky, i quali si spendono in parole di lodi per lo stesso e ne sposano completamente la causa, sempre sotto il vessillo della democrazia e della diffusione delle libertà.
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Secondo voi Soros vuole eliminare Putin?
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