La Libia ha dunque la sua conferenza nazionale. Adesso è ufficiale: l’incontro, tanto voluto dalla missione Onu nel Paese africano e dal suo rappresentante Ghassan Salamé, non si tiene a marzo come trapelato nei giorni scorsi bensì ad aprile. Confermata invece la località, ossia quella di Ghadames.
L’annuncio di Ghassan Salamé
L’ufficialità arriva direttamente da Tripoli, lì dove Salamè organizza la sua prima conferenza stampa dell’anno. Nei mesi precedenti incontrare giornalisti nella capitale libica appare impresa ardua: gli scontri di gennaio, poi le tensioni e generali condizioni di sicurezza non giudicate adeguate non permettono una regolare comunicazione con i media. E questo si traduce in un silenzio che a sua volta viene interpretato come vero e proprio “stallo” nel contesto del piano Onu per la Libia. Da Tripoli si fa presente come la conferenza stampa di Salamè appare gremita e partecipata, segno di un certo interesse locale ed interazionale sulle comunicazioni dell’alto rappresentante delle Nazioni Unite: “La conferenza è prevista tra il 14 ed il 16 aprile – dichiara il diplomatico libanese – Prenderanno parte delegazioni da ogni parte della Libia”. Viene ufficializzata, come detto sopra, anche la scelta di Ghadames come località ospitante della conferenza.
Chi parteciperà alla conferenza
L’idea di organizzare una grande conferenza nazionale libica, nasce alla vigilia del vertice di Palermo di novembre e viene ufficializzata proprio durante gli incontri tenuti nel capoluogo siciliano. L’intento è quello di convogliare attorno uno stesso tavolo i rappresentanti della società civile, di tutte le parti politiche e delle tribù. Non quindi un nuovo ente od un nuovo parlamento, bensì un appuntamento ben determinato e volto a mettere d’accordo gli attori libici in vista delle elezioni. A Ghadames dovrebbero esserci “tra i 120 ed i 150 partecipanti”, afferma Salamé durante il suo confronto con i giornalisti a Tripoli. Dovrebbero essere della partita ovviamente i principali protagonisti dello scacchiere libico, a partire dal numero uno del consiglio presidenziale, Fayez Al Sarraj, e dall’uomo forte della Cirenaica (ed ora anche del Fezzan) Khalifa Haftar.
Tra i partecipanti, dovrebbero esserci poi diversi rappresentanti delle tribù. Proprio il peso delle tribù nella società e nella politica della Libia, è un importante elemento da tenere in considerazione per la buona riuscita della conferenza. Sono i capi tribali spesso gli unici a tenere il controllo della situazione in un determinato territorio, prima ancora che delle vere o presunte forze governative. Senza i pareri delle tribù difficilmente è possibile stringere determinati accordi. Variegata infine dovrebbe essere la cerchia dei rappresentanti di parti politiche e sociali. Partiti, ma anche associazioni e personaggi in vista in seno alla società dovrebbero anche loro essere presenti a Ghadames.
E la curiosità è tutta su Saif Al Islam Gheddafi. Il secondogenito del rais più volte nei mesi scorsi esprime la propria volontà di partecipare alla conferenza nazionale. Di lui però non si ha molta traccia dal 2012, da quando cioè viene catturato nel corso della guerra civile che rovescia il padre. La curiosità sulla reale o meno presenza di Gheddafi a Ghadames consiste, da un lato, nel verificare il concreto interesse del mancato erede del rais nel partecipare alla futura vita politica del paese. Dall’altro, scorgere il suo concreto peso politico.
L’importanza della conferenza
Nelle intenzioni di Salamé, la conferenza nazionale libica dovrebbe essere l’evento propedeutico alle elezioni. Il piano, elaborato alla vigilia dell’appuntamento di Palermo, prevede per l’appunto una conferenza ad inizio 2019 e le elezioni entro primavera. Il cronoprogramma risulta, ad oggi, non rispettato ma continua ad essere in vigore: ad aprile, per l’appunto, è la volta della conferenza mentre le elezioni dovrebbero tenersi in ogni caso entro e non oltre il 2019. Quest’ultimo punto viene ribadito soprattutto nell’accordo tra Al Sarraj ed Haftar raggiunto il 27 febbraio scorso.
Da qui anche alcuni dubbi sulla stessa validità della conferenza. L’appuntamento tanto voluto dall’Onu, rischia di essere in realtà superato dagli eventi. I due principali protagonisti conoscono già la via da intraprendere, concordandola ad Abu Dhabi sotto gli occhi dello stesso Salamé. Da qui una potenziale diffidenza anche da parte della stessa popolazione libica.