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Marine e Marion Le Pen, certo, ma anche tutti gli uomini del Front National. Il successo elettorale della Le Pen non sarebbe spiegabile se dietro ed accanto a lei non ci fosse una classe dirigente composita, formata ed ordinariamente maschile.

Se le figure di primo piano del Fn, infatti, sono due donne, le retroguardie che tirano le fila sono principalmente uomini di partito. Florian Philippot, soprattutto. Colui che Marine Le Pen definì un enarca durante il loro primo incontro nel maggio del 2009. Un teorico ed intellettuale, più che un politico, riuscitosi a guadagnare la fiducia della Le Pen, divenendo il suo portavoce e l’uomo ombra ufficiale nel giro di poco tempo. Fedelmente gollista, è il volto del Fn nei talk show francesi dopo la Le Pen. Philippot ha studiato all’ HEC e all’ENA, le due scuole più esclusive della Francia. Prima di affiancare la Le Pen, esemplificativamente, era funzionario al ministero dell’Interno, Sua è, del resto, la strategia comunicativa del Front National di contrapporsi all’Ue, all’euro, al mercato unico e a tutta la rappresentazione tecnocratica dell’establishment contro cui i sovranisti francesi si scagliano puntualmente.Nel Front National su Florian Philippot c’è un costante referendum: se le sue posizioni spingono per un’evoluzione nel campo dei valori non negoziabili, Marion Le Pen e la sua fronda bloccano questi tentativi ribadendo la linea oltranzista sui temi dell’aborto, dell’eutanasia e così via. Philippot, inoltre, è un omosessuale: un dato che potrebbe aiutare a capire come mai il 20% degli omosessuali d’oltralpe simpatizzerebbe o sarebbe disposto a votare il Front National nelle imminenti presidenziali. Nicolas Bay, invece, è un vero e proprio uomo di partito. Proveniente dal movimento giovanile, oggi è un eurodeputato del Front National e presidente del partito. Nel dicembre del 2015  si candidò alle elezioni regionali in Normandia, prendendo il 27,7% dei voti al primo turno ed il 27,50% al secondo. Ultracattolico praticante, fa parte della frangia antiabortista che si oppone a qualunque sterzata laicista targata Philippot. Ex capo del Fronte della Gioventù Nazionale (FNJ), prese ai tempi della scissione una sbandata per Bruno Megret, l’allora fondatore del Movimento Nazionale Repubblicana (MNR), di cui fu il segretario generale. Escluso dal MNR nel 2008, tornò l’anno successivo al Front National, il partito d’origine, dove presiede il gruppo in Consiglio regionale nella regione di Haute-Normandie. Riportato in posizioni di dirigenza da Marine Le Pen nel 2011, è stato nominato portavoce della sua campagna presidenziale l’anno successivo, fino a divenire vice segretario generale del Front National. Nel maggio 2014, è stato eletto deputato al parlamento europeo nella circoscrizione Nord-Ovest. A seguito del Congresso di Lione, nel novembre 2014, Nicolas Bay è diventato il segretario generale del Front National.Inoltre c’è Steeve Briois, nato il 28 novembre del1972, è vice presidente del Front National, è stato consigliere regionale del Nord-Pas-de-Calais dal 1998 al 2015 e sindaco di Hénin-Beaumont. Eurodeputato dal 2014, figlio di un minatore che votava per la destra politica francese, è un teorico dell’alleanza naturale tra il Front National e la destra nazionalista francese. In forte ascesa, infine, c’è Julien Rochedy, presidente del movimento giovanile del Fn dal 2012 al 2014, si definisce bonapartista. Ha preso le distanza dal Front, pur continuando a gravitare attorno all’universo Le Pen a causa della prominenza del partito degli uomini di riferimento di Philippot. Oggi si occupa principalmente di occupazione, ma è fortemente tenuto in considerazione dai media francesi per tastare il polso delle giovani generazioni d’oltralpe.

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