Sono le ore più importanti della storia della Turchia, perlomeno della Turchia di Erdogan il cui ciclo ha rischiato di finire sotto la scure di un colpo di Stato nella notte appena trascorsa, in un 16 luglio che verrà ricordato a lungo anche in molte cancellerie europee ed occidentali.Per approfondire: Perché il golpe è fallitoA regnare però in queste ore, è soprattutto la confusione la quale ha fatto capolino specialmente nei momenti più concitati del golpe; per fare un po’ di chiarezza e valutare attentamente quanto accaduto, cerchiamo di ricostruire minuto dopo minuto la dinamica di uno degli eventi mediaticamente più seguiti di questo 2016.Sono le ore 22:00 in Italia quando dai social network emergono le prime indiscrezioni secondo cui vi sono ‘strani movimenti’ ad Istanbul ed Ankara; ancora pochi minuti ed anche sulle tv esce la notizia condita dalle immagini di alcuni carri armati che chiudono il ponte sul Bosforo nella capitale economica tuca. È il segno che qualcosa di importante sta accadendo, ma in tanti giurano ancora che si tratta di un ennesimo allarme terrorismo visti i recenti fatti presso l’aeroporto Ataturk.Alle 22:30 il primo vero segnale che si tratta di un colpo di Stato; in particolare, è un video proveniente da Ankara a fornire la prova che è in atto un tentativo di golpe: nelle immagini, un F16 dell’aviazione turca vola a bassa quota sopra la capitale. Intanto arrivano da Istanbul altre immagini, in cui i soldati cingono d’assedio molte strade principali; uomini in divisa e blindati circolano per le vie della metropoli, mentre il traffico sembra quasi sparito.Per approfondire: Cinquant’anni di golpeMancano pochi minuti alle 23:00 quando la tv di Stato turca smette di trasmettere; è il segnale che soldati dell’esercito sono penetrati dentro gli studi, ecco quindi che tutto il mondo accende i riflettori sulla Turchia e si inizia espressamente a parlare di colpo di Stato. Nel frattempo, tramite i pochi canali social rimasti ancora attivi, si apprende che sia ad Ankara che ad Istanbul vi sono diverse esplosioni alcune dei quali riconducibili a colpi di artiglieria pesante, ad ulteriore riprova che un gruppo di militari sta provando a destituire Erdogan ed il governo.Alle 23:15 le immagini mostrano l’aeroporto Ataturk di Istanbul presidiato dai carri armati; la gente in molte parti del paese, si precipita presso gli sportelli bancomat nel timore di una lunga crisi ed inizia a prelevare enormi quantità di contante. Lo scenario fin qui è quello ‘classico’ del colpo di Stato: strade bloccate, coprifuoco proclamato, Istanbul appare spettrale e con soltanto i carri armati in giro, la tv di Stato continua a non trasmettere, mentre si ha notizia di un’irruzione all’interno del palazzo presidenziale ad Ankara. Ma qualcosa inizia a non quadrare: a questo punto, ci si aspetta un documento video dei golpisti che sembrano avere la meglio, allo stesso modo si cerca di avere notizie sulla sorte di Erdogan. Le uniche parole dei golpisti vengono affidate ad un comunicato in cui si afferma che l’esercito da poco prima delle 23:00 italiane ha il controllo del paese; l’unica risposta dal campo avversario, arriva dal Ministero della Difesa che conferma ‘azioni militari fuori dalla catena di comando’, pur tuttavia non si parla esplicitamente di Colpo di Stato.

Poco prima di mezzanotte lo scenario appare chiaro: i golpisti prendono il potere, il silenzio di Erdogan nasconderebbe una sua fuga all’estero (inizia, in tal senso, una girandola di notizie che vede il presidente turco prima a Berlino, poi a Londra, poi a Roma ed in fine a Doha), il black out delle tv e dei social fa tenere sotto controllo la situazione agli autori del Colpo di Stato. Ma chi pronostica scene di arresti e di sospensione di governo e parlamento, è costretto a ricredersi; avviene a cavallo della mezzanotte una sorta di black out questa volta dal lato golpista: la sensazione è che chi vuol prendere con la forza il potere, non sta usando la forza e né il pugno di ferro contro rappresentanti del partito di governo e di qualsiasi istituzione che in teoria si vorrebbe rovesciare. Il golpe assume quindi strane e paradossali connotazioni, che a distanza di ore contribuiscono a rendere ancora più fosco il quadro; lo scenario poi, cambia del tutto quando clamorosamente sulla CNN turca il presidente Erdogan, poco dopo mezzanotte, parla utilizzando l’applicazione FaceTime ed invita la popolazione a scendere in piazza e ad opporsi al colpo di Stato. Sempre di questi minuti, è un’altra importante anomalia: dall’Europa e dal mondo arrivano blande dichiarazioni da parte dei capi di Stato e di governo. Il primo a parlare è il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, il quale auspica un ritorno alla calma, dagli Usa e dalle cancellerie europee si afferma più semplicemente che “si sta seguendo con apprensione la situazione”, senza condannare il colpo di Stato, circostanza che secondo molti è scontata vista la delicatezza del ruolo della Turchia nella Nato.Intanto dopo l’appello di Erdogan, cambia lo scenario anche nelle immagini provenienti dalle grandi città; ad Istanbul il ponte sul Bosforo, prima chiuso ed isolato, è percorso a grande velocità da auto che suonano i clacson, poco distante un capannello di cittadini è a terra perché sente degli spari. La situazione appare confusa; alcune immagini mostrano scene di giubilo, altre fonti parlano invece di scontri specialmente in piazza Taksim e ad Ankara, intanto i corrispondenti internazionali da Istanbul riferiscono di come dalle moschee si inciti ad assecondare la richiesta di Erodgan di scendere in piazza.
Dopo l’una di notte, un video sembra dimostrare il capovolgimento della situazione in Turchia: un gruppo di soldati viene tenuto a braccio da alcuni poliziotti e vengono condotti in una caserma. È il segno che la polizia, rimasta fedele ad Erdogan, inizia ad avere la meglio sui golpisti; in molti si chiedono ancora adesso cosa sia accaduto proprio in questi minuti: in particolare, come mai i golpisti, osannati poco prima dalla folla e determinati a prendere il potere, dopo non aver arrestato nessun membro del parlamento cedono facilmente le armi alla Polizia? Come mai l’esercito, che ha utilizzato anche i caccia F16 ed ha bombardato alcuni edifici nella capitale, si tira indietro alle prime dimostrazioni pro Erdogan? Come evidenziato sopra, il golpe assume contorni quasi paradossali: i militari chiamati a prendere il potere con la forza, non usano la forza e cedono dopo appena tre ore dall’inizio del colpo di stato, il quale invece a mezzanotte viene dato per riuscito e compiuto.Per approfondire: Erdogan e l’esercito in attrito da mesiAlle due di notte, il Ministero della Giustizia annuncia che il governo ha ripreso il controllo di tutte le aree del Paese e che la situazione è in via di normalizzazione; le immagini intanto, mostrano ancora carri armati questa volta circondati dalla folla che obbliga in alcuni casi i militari ad uscire. Dai video di questi minuti, si denota soprattutto lo smarrimento di molti membri dell’esercito, che sembrano comportarsi come se non avessero ricevuto alcun ordine; a questo punto, è chiaro che il golpe è fallito. Mentre oramai a cavallo della mezzanotte l’era di Erdogan sembra conclusa, dopo appena due ore la situazione è completamente ribaltata; il presidente turco rimane in sella, mentre Usa e Germania si esprimono chiaramente a suo favore affermando l’importanza del mantenimento ‘dell’ordine democratico’ in Turchia.Tutto il resto poi, è cronaca delle ultime ore: all’alba Erdogan appare all’aeroporto Ataturk di Istanbul, probabilmente non ha mai lasciato il paese. Ai suoi sostenitori, si presenta con giacca e cravatta, non sembra essere fisicamente provato da un evento che avrebbe psicologicamente devastato chiunque. Prova di nervi superata per Erdogan oppure il leader turco durante le ore del tentato colpo di Stato è rimasto sempre sicuro del fatto che nessuno lo avrebbe scalzato?Intanto nel ‘day after’, la Turchia sembra aprire una nuova pagina anche se non ha cambiato leadership: rimossi centinaia di giudici, nove dei quali della Corte Suprema, annuncio della volontà di ripristino della pena di morte, arresto di quasi tremila militari, alcuni dei quali vengono ritratti mentre sono picchiati con delle cinghie da dei manifestanti. La Turchia si risveglia quindi con un presidente non sono ancora in sella, ma con nelle sue mani un potere sempre più assoluto; al di là delle gravi anomalie di questo golpe, che ad un certo punto ha assunto i toni di una vera e propria farsa (costata però la vita ad almeno 200 persone al momento), di sicuro oggi Erdogan vede servito su un piatto d’argento il pretesto per radicalizzare il suo potere.





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