La morte di Beji Caid Essebsi, come già detto nelle ore successive alla notizia del decesso, non lascia vuoti di potere in quanto il decano della politica tunisina scomparso giovedì era comunque a fine mandato, ma avviene in un periodo delicato per la Tunisia. Economia in affanno, disoccupazione giovanile molto elevata, una società che non vede passi in avanti rispetto al periodo di Ben Alì, islamismo sempre più spauracchio di istituzioni ed opinione pubblica: questi i problemi del Paese nordafricano, a cui si aggiungono quelli derivanti dalle incertezze relative alle prossime elezioni.
Il dilemma sulla nuova legge elettorale
Prima dei malori di Essebsi, dei successivi problemi di salute del presidente e della morte sopraggiunta giovedì, il vero argomento più dibattuto in Tunisia riguarda la nuova legge elettorale. Il Paese in questo 2019 è chiamato per ben due volte alle urne: ad ottobre sono previste le legislative, a dicembre le presidenziali. Un doppio impegno che si preannuncia delicato per una Tunisia stabile sì ma, al tempo stesso, sempre sul filo della crisi economica e sociale. A dare testimonianza della tensione del momento, è la nuova legge elettorale varata dal parlamento lo scorso mese di giugno, ad un mese dalla presentazione delle liste e dall’avvio dell’iter preparatorio per le legislative. Una legge giudicata, tanto dall’opposizione quanto da diversi analisti esteri, fin troppo restrittiva: al di là dello sbarramento del 3%, norma molto simile a quella diffusa per la verità in buona parte delle democrazie multipartitiche, si leggono nel nuovo documento una vasta serie di restrizioni che di fatto impediscono la candidatura a molti soggetti non molto ben visti dall’attuale esecutivo.
Non a caso la nuova legge elettorale passa in parlamento grazie al voto favorevole di Ennahda e Tahya Tounes, i due partiti principali dell’attuale maggioranza che sostengono il governo guidato da Yussef Al Shahed. I paletti per il momento metterebbero fuori dalla competizione per le presidenziali Nabil Karoui, magnate delle televisioni private tunisine in testa nei sondaggi, così come altri personaggi potenzialmente in corsa come Ksais Saied, e Abir Moussi. Stesso discorso per le legislative: la nuova norma elettorale potrebbe far terminare anzitempo la corsa ad alcuni nuovi partiti sempre più in risalita nei sondaggi.
Ma al di là dei giudizi sulla nuova legge elettorale, contro la quale nelle scorse settimane vengono presentati numerosi ricorsi alla Corte Costituzionale, il vero dilemma consiste nel fatto che Essebsi prima di morire non arriva a firmare la nuova norma. O, per meglio dire, preferisce non apporre la sua firma tanto da far ventilare l’ipotesi di richiesta di dimissioni ad alcuni parlamentari della maggioranza. La nuova legge non ritorna alle camere, né viene promulgata e nemmeno messa al voto referendario. La norma giace in un limbo giuridico che la morte del presidente certamente non contribuisce a chiarire.
Adesso in tanti si chiedono con quale legge si andrà a votare in autunno: quella in vigore fino al mese scorso oppure quella nuova? Tutto dipende dalle intenzioni del presidente pro tempore, ossia il numero uno della camera Mohamed Ennaceur a cui la costituzione affida l’interim: il successore di Essebsi potrebbe, nelle funzioni di capo dello Stato, promulgare definitivamente la norma. Ma anche in questo caso, sorgono non pochi dubbi sulla sua effettiva attuabilità. In particolare, la stessa commissione elettorale fa presente che potrebbe non esserci il tempo necessario per organizzare le nuove elezioni con la nuova legge. Un bel dilemma dunque, su cui si concentrerà la politica terminati i funerali di Stato di Essebsi, previsti nella giornata del 27 luglio.
Le presidenziali il 15 settembre
Intanto viene resa nota la data ufficiale delle votazioni per il nuovo presidente: prevista originariamente per dicembre, alla scadenza del mandato di Essebsi, la consultazione presidenziale viene quindi anticipata al 15 settembre. Questo perché la costituzione vieta un interim superiore ai 90 giorni. In quella data dunque, gli elettori tunisini sceglieranno il successore di Essebsi o stabiliranno chi andrà in un eventuale ballottaggio.
Con quale legge elettorale però non si sa. C’è da scommettere comunque che, non appena tramonta l’emozione data dalla morte di un presidente in carica, la politica tunisina si lancerà in una delicata campagna elettorale che imperversa in un momento molto difficile per l’intero Paese.