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Le elezioni presidenziali americane del 3 novembre potrebbero concludersi con la vittoria di Donald Trump. L’inquilino della Casa Bianca continua ad avere discrete possibilità di vittoria, nonostante i sondaggi e gli analisti non siano di questo avviso. Secondo David Leonhardt, giornalista di spicco del New York Times, Trump può contare su alcuni punti di forza che potrebbero riconfermarlo alla Casa Bianca. In primis c’è il sostegno della classe bianca lavoratrice, che fu sottostimato dalle inchieste demoscopiche del 2016 e che ancora oggi potrebbe non essere stato inquadrato nelle proporzioni corrette. I sondaggi sono uno strumento perfettibile ed il peculiare sistema elettorale americano, basato sui grandi elettori accumulati vincendo i singoli Stati, li rende poco efficaci nel fornire un quadro chiaro. Proprio come nel 2016, infatti, Trump perderà probabilmente il voto popolare ma potrebbe imporsi nella conta (decisiva) dei grandi elettori ed anche in alcuni Stati chiave dove, al momento, è appaiato o insegue a breve distanza il rivale Joe Biden. Si tratta di Arizona, Florida, Ohio e North Carolina ma potrebbe esserci anche la Pennsylvania, dove è indietro di 5 punti e che potrebbe rivelarsi decisiva. Sullo sfondo ( e neanche troppo) c’è la battaglia per sostituire il defunto giudice progressista della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg con un esponente conservatore e “conquistare” il massimo organo giudiziario americano nei decenni a venire.

L’incognita affluenza

La sfida tra Donald Trump e Joe Biden è stata e continuerà ad essere profondamente influenzata dalla pandemia che, negli Stati Uniti, ha colpito con particolare durezza. Il virus SARS-CoV-2 ha infettato oltre 7 milioni di americani e ne ha uccisi più di 206mila: si tratta di un bilancio pesante che potrebbe far colare a picco l’affluenza ai seggi. L’astensionismo elettorale è un problema ricorrente del sistema politico americano. Basti pensare che tra il 1988 ed il 2016, quindi in ben otto elezioni presidenziali, l’affluenza alle urne si è sempre attestata su percentuali comprese tra il 49 per cento del 1996 ed il 58.2 per cento del 2008. Il Partito Repubblicano tende a trarre vantaggio da questo fenomeno anche grazie alla sua base elettorale particolarmente coesa e motivata. Nella tornata elettorale di novembre il problema potrebbe essere ovviato con il ricorso al voto postale, una modalità che garantisce il rispetto delle misure anti-contagio e che potrebbe rivelarsi utile per tenere sotto controllo il quadro epidemiologico. Il presidente Trump ha però espresso, in più occasioni, tutto il proprio scetticismo nei confronti di questa modalità di voto che, a suo dire, si presterebbe alle frodi elettorali. I ricorsi giudiziari, qualora Joe Biden risulti vincitore, sono pressoché scontati.

Il  peso dell’economia

Secondo l’istituto demoscopico FiveThirtyEight, citato dal periodico Newstatesman, l’operato di Donald Trump non ha mai ricevuto l’appoggio della maggioranza degli americani. Non risulta difficile crederlo dato che il Presidente ha una visione politica chiara, netta e piuttosto radicale che, per sua stessa natura, può non piacere. La gestione della pandemia ha contribuito a peggiorare la situazione: la contrarietà espressa nei confronti dei lockdown statali e lo scetticismo manifestato verso i dispositivi di protezione hanno suscitato il biasimo e la condanna di buona parte del mondo politico e scientifico americano. La comunità scientifica ha inoltre espresso il proprio scetticismo nei confronti dei numerosi proclami fatti da Trump in merito al possibile lancio di un vaccino anti Covid-19 prima delle elezioni. Il tasso di approvazione nei confronti dell’operato del presidente è decisamente più alto in ambito economico. Il 67 per cento dei cittadini americani, secondo quanto chiarito da un sondaggio realizzato da YouGov, ritiene che l’economia ed il lavoro costituiscano argomenti importanti ed il 53 per cento del campione ha espresso il proprio apprezzamento per come il presidente ha operato in questi ambiti. Trump punterà molto su queste tematiche e sulla sua abilità nel garantire una veloce ripresa agli Stati Uniti nella fase post Covid. Il Capo di Stato cercherà di sminuire le potenzialità di Joe Biden in materia e se riuscirà a persuaderne gli americani sarà un passo più vicino alla riconferma.

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