Donald Trump può stappare lo spumante: il dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha certificatola creazione di 304 mila posti di lavoro in più, che hanno fatto la loro comparsa, statistica e concreta, dall’inizio del 2019 a oggi. Vale la pena sottolineare come le previsioni non fossero così bene auguranti.
Ad annunciarlo è stato il segretario ufficiale Alexander Acosta che, come si legge sul sito del dicastero, ha specificato quanto segue: “Il Job Report relativo al mese di gennaio è in grado di dimostrare la solidità dell’economia americana: 304mila posti di lavoro in più, mentre la creazione di quelli del settore privato continua a essere in crescita, prescindendo dalla parziale interruzione del governo ( si riferisce al blocco della agenzie federali via shutdown, ndr) con un aumento significativo nel settore minerario, in quello edilizio e in quello dei magazzini…”. Questi aspetti, in vista delle elezioni presidenziali del 2020, rappresentano un discreto biglietto da visita.
Anche la stampa progressista è stata costretta ad ammettere che il tycoon sta risalendo la chinanei sondaggi. Il discorso sullo stato dell’Unione ha soddisfatto, dicono le rilevazioni, il 70% dei cittadini statunitensi. Lo shutdown ha avuto qualche effetto negativo sul tasso di disoccupazione, com’era pronosticabile, ma questo dettaglio non può mettere discussione il trend generale in materia di lavoro, che non fa che parlare di crescita complessiva.
Lo avevamo già raccontato poco dopo l’elezione di The Donald: l’obiettivo dichiarato di quest’amministrazione repubblicana consiste nel raggiungere e mantenere la piena occupazione.Il disegno nasconde una motivazione politica: il presidente degli Stati Uniti ha battuto Hillary Clinton perché la candidata dei Democratici ha perso negli Stati del Midwest. Le chiacchiere, insomma, gravitano attorno allo zero e per essere rieletto, Trump deve fornire risposte alle persone che hanno dovuto affrontare problemi lavorativi per via della crisi economica. Altrimenti rischia di compromettere la sua riconferma.
Il favour sta interessando pure le minoranze. L’opposizione sta cavalcando il tema del “ritorno del razzismo”, sperando di convincere gli afroamericani, gli hispanici e gli asiatici a votare in massa contro il Gop. Ma non è escludibile che molti elettori, in fin dei conti, finiscano col giudicare positivamente la ripresa lavorativa, ponendo in secondo piano la propaganda ideologica di Kamala Harris e colleghi.
Il dipartimento del Lavoro, dal canto suo, ha citato ottimistiche stime previsionali che arrivano sino alla fine del 2020. E se il trumpismo, cioè la dottrina politica di Donald Trump, tabelle sull’occupazione alla mano, fosse solo all’inizio di un’inarrestabile ascesa? Alle elezioni presidenziali del 2020 manca più di un anno e mezzo.